giovedì 28 luglio 2011

Napolitano stoppa i ministeri al Nord "Sono fuori dalla Costituzione"

Intervento di rara durezza nella lettera che Napolitano ha inviato al governo sul caso dell'apertura delle sedi distaccate dei Ministeri al Nord. "Una apertura che confligge con la Carta costituzionale - dice il presidente - e il Quirinale che è garante dell'Unità" deve intervenire. Oltretutto Napolitano sottolinea che l'inaugurazione è stata fatta "senza nemmeno che vi fosse un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale", dunque senza che esista una legge operante. E aggiunge: "Non è pensabile una capitale diffusa, c'è Roma". E Silvio Berlusconi, in apertura del Consiglio dei ministri, ha rivolto un invito "pressante - si legge in una nota di Palazzo Chigi - a tenere in debito conto le osservazioni formulate dal presidente della Repubblica sulle recenti istituzioni di sedi periferiche di strutture ministeriali, ed ha quindi chiesto a tutti i ministri di tenere comportamenti conseguenti".

IL TESTO DELLA LETTERA

"La pur condivisibile intenzione di avvicinare l'amministrazione pubblica ai cittadini non può spingersi al punto di immaginare una 'capitale diffusa' o 'reticolare' disseminata sul territorio nazionale, in completa obliterazione della menzionata natura di capitale della città di Roma, sede del governo della repubblica" scrive Napolitano. Che si rivolge a Berlusconi: "Ho ritenuto doveroso prospettarle queste riflessioni di carattere istituzionale al fine di evitare equivoci e atti specifici che chiamano in causa la mia responsabilità quale rappresentante dell'unità nazionale e garante di princìpi e precetti sanciti dalla Costituzione".

Bossi aspetta solo un giorno, poi risponde secco alle preoccupazioni del Quirinale per l'operazione delle sedi di quattro ministeri al Nord: "Napolitano non si preoccupi, le sedi restano lì". Una risposta che spazza via tutte le mediazioni che Berlusconi aveva avviato - anche attraverso Letta - per trovare una soluzione al conflitto aperto con il Colle.

Ma il leader leghista non si ferma, ed entra direttamente in campo sul caso giudiziario aperto intorno a Tremonti, dando anche un appoggio al ministro dell'Economia nel contrasto che lo vede protagonista con la presidenza del Consiglio: "Tremonti? La storia della casa è solo una buccia di banana, dice. Il ministro non rischia".

Le reazioni. "La risposta di Umberto Bossi al presidente Napolitano è un comportamento irresponsabile" dichiara il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno. "Vogliamo presentare una mozione di sfiducia formale nei confronti dell'intero esecutivo, ma per farlo occorrono almeno sessantatre firme, dunque facciamo appello alle altre forze politiche e ai deputati che ancora hanno una dignità affinchè si uniscano alla nostra battaglia a salvaguardia della democrazia e delle istituzioni" dice Antonio Di Pietro.

(28 luglio 2011)

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