lunedì 11 luglio 2011

Ora Tremonti spieghi

di Marco Lillo

Giulio Tremonti deve alcune spiegazioni ai cittadini che lo hanno eletto e gli hanno messo nelle mani l’economia italiana. Partiamo da una data fondamentale: il 16 dicembre 2010. Quel giorno Tremonti viene sentito come testimone dal pm Piscitelli che gli comunica due notizie importantissime:

1) il suo braccio destro al quale ha affidato i rapporti con la Finanza è indagato – proprio dalla Finanza - per corruzione;

2) Milanese si è fatto regalare da un imprenditore nei guai con la Finanza un orologio Patek Philippe del valore di circa 20 mila euro “per il ministro Tremonti”.

Il ministro nega di averlo mai ricevuto e mostra al magistrato il suo Swatch. O Tremonti mente oppure da quel preciso istante ha il fondato sospetto che il suo braccio destro lo ha venduto, facendolo passare per corrotto. Nonostante quella mattina i quotidiani pubblichino le intercettazioni dell’imprenditore dell’orologio, Paolo Viscione, che dice: “vengo ricattato dalla politica, da questo Milanese per questa storia qua, che si fotte i soldi”, Tremonti non fa nulla. Anche quando Milanese pochi giorni dopo dichiara a Conchita Sannino di Repubblica:“ammesso e non concesso che abbia ricevuto dei regali da Viscione, che male c’è?”. Milanese resta il suo braccio esecutivo sulla Finanza e sulle nomine nelle società partecipate, proprio i due poteri pubblici che - secondo i magistrati napoletani - Milanese si sarebbe venduto ottenendo Ferrari, gioielli, viaggi e un milione di euro.

Ma Tremonti non si limita a una colpevole inattività. Dopo avere saputo dai pm il 16 dicembre che tipo era Milanese, resta dentro la casa pagata 8.500 euro al mese dal suo braccio destro indagato per corruzione. Tremonti vive a sbafo di Milanese che si dimetterà solo il 27 giugno. Non per l’inchiesta per corruzione. Ma perché ha puntato il dito contro il generale Michele Adinolfi per la fuga di notizie in favore di Bisignani.

Giulio Tremonti dovrebbe spiegare agli italiani il suo comportamento dopo l’interrogatorio del 16 dicembre.

Perché dopo quell’incontro illuminante con i pm lascia Milanese al suo posto?

Perché, dopo avere appreso che Milanese lo ha venduto, sulla storia dell’orologio non lo mette alla porta?

Perché accetta di vivere a sbafo facendosi pagare sette mese di canone più spese per complessivi 64 mila euro da un possibile corrotto?

Perché lascia quell’appartamento solo dopo la richiesta di arresto, quando la storia diventa pubblica? Dopo l’interrogatorio del 16 dicembre avrebbe dovuto accettare da Milanese solo una lettera di dimissioni, non un appartamento nel centro di Roma.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Luigi, tu pensi che senza Tremonti l'Italia rischierebbe, più di così?
Io non so come la pensi, io lo giudico un ragioniere e non un grande economista:mi sembra una leggenda metropolitana.
Cristiana

Bastian Contrario ha detto...

Scajola, Bertolaso e adesso Tremonti: quanti altri della casta vivranno in case pagate o comprate da altri?
Nessuno ricorda lo scandalo di "affittopoli"? Anche allora, mi sembra, alcuni politici lasciarono le loro comode abitazioni solo dopo che lo scandalo venne alla luce.
Evidentemente questo è un costume comune a tanta gente.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Cristiana, penso che ora come ora sarebbero una sciagura le eventuali dimissioni di Tremonti che mi risulta (per quanto ho letto) le abbia ventilate nello scontro, durissimo con Berlusconi. Sul suo prestigio e sulla sua autorevolezza in questo momento storico, occorre far leva per frenare la speculazione internazionale, che significa aumento dei tassi di interesse che lo Stato deve pagare per convincere gli investitori ad acquistare i titoli di Stato. Altrimenti si rischia il,default finanziario (lo Stato che non è in grado di ripianare i debiti con gli investitori, italiani e stranieri). Poi si vedrà.
Non a caso l'opposizione chiede le dimissioni de governo subito dopo l'approvazione della manovra economica, che deve essere approvata con la massima urgenza.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

No, Bastian Contrario, non impareranno mai, perché per loro l'etica è un concetto astratto.