martedì 5 luglio 2011

Santoro-La7, interrotte le trattative Lui: «Colpa del conflitto d'interessi»

«Sono state interrotte le trattative con Michele Santoro a causa di inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti tra autore ed editore». Lo comunica, in una nota, Telecom Italia Media. Dopo la conclusione del rapporto con la Rai, si era avviata una trattativa tra il giornalista e la società per la conduzione di un programma su «La7». La notizia delle trattative interrotte tra l'ex conduttore di Annozero e la rete in cui lavora anche Enrico Mentana ha fatto crollare a Piazza Affari il titolo di Telecom Italia Media. Pochi minuti dopo l'annuncio dello stop al passaggio di Santoro dalla Rai a La 7 il titolo ha segnato inizialmente un calo del 4,59% a 0,2164 euro, poi sceso al 2%.

SANTORO: CONFLITTO INTERESSE - «Siamo di fronte ad una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell'esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto di interesse» afferma Michele Santoro. «Un accordo praticamente concluso - prosegue il giornalista -, annunciato dallo stesso telegiornale dell'editore coinvolto, apprezzato dal mercato con una crescita record del titolo, viene vanificato senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale. Naturalmente non possiamo fornire le prove dell'esistenza di interventi esterni ma parla da solo l'interesse industriale che avrebbe avuto La7 ad ospitare un programma come il nostro nella sua offerta». «Improvvisamente - prosegue Santoro - ci sono stati posti gli stessi problemi legali che la Rai pone a Milena Gabanelli e norme contrattuali che noi consideriamo lesive della libertà degli autori e dei giornalisti. Per non tradire le attese del pubblico, ci siamo impegnati a farci carico delle eventuali conseguenze legali delle nostre trasmissioni, ad autoprodurle e a procedere per gradi, senza un contratto quadro, con una prima serie di undici puntate. In questo modo, sia noi che l'editore, avremmo potuto liberamente valutare l'opportunità di continuare la collaborazione». «Ricordiamo a tutti - aggiunge il giornalista - che il dottor Stella, amministratore delegato di Ti media aveva pubblicamente dichiarato che non c'erano divergenze economiche e che La7 non aveva nessun problema a mettere in onda un programma come Annozero. Un programma che, tra infinite difficoltà e attacchi di ogni tipo, è sempre stato realizzato in completa autonomia. Perchè hanno cambiato idea? Chi ha interesse ad impedire che si formi nel nostro Paese un terzo polo televisivo che rompa la logica del duopolio?» «Per tornare a crescere - conclude Santoro - l'Italia deve liberarsi del conflitto di interesse e di tutti coloro che non hanno avuto il coraggio di opporgli le ragioni della libertà di opinione e della libertà di mercato. Sulla scia del successo di Tuttiinpiedi, con l'aiuto fondamentale del pubblico, dimostreremo presto che un Paese semilibero non ci basta. Tutto cambia».

MENTANA - La7 spieghi che non ci sono state pressioni esterne sull'interruzione delle trattative con Michele Santoro: questo, in sintesi, l'auspicio di Enrico Mentana. «Parliamo del caso Santoro. Sapete - ha detto Mentana - si sono rotte le trattative tra La7, dove io lavoro, e il popolare conduttore di Annozero. Si sono rotte male, con un comunicato unilaterale de La7 che diceva sostanzialmente che erano inconciliabili le richieste dell'una e dell'altra parte riguardo all'autonomia lavorativa di Santoro e ai vincoli che invece ha un'emittente. Le parole di Santoro a commento dell'avvenuta rottura sono durissime e fanno riferimento alla persistenza di un gigantesco conflitto di interessi in Italia. La tesi neanche tanto velata è che a bloccare tutto sia stato Berlusconi. In qualche modo non soltanto la Rai e Mediaset ma anche La7 deve tenere conto del fatto che, se lui non vuole, le cose non si fanno». «È il momento dell'amarezza - ha commentato ancora il direttore del Tg La7 - e quindi si capisce che questo giudizio è particolarmente duro, ma per amore di verità e per amore di libertà sarebbe opportuno proprio che La7 spiegasse, se come spero può farlo, che la decisione di rompere, di interrompere le trattative è soltanto sua. Poi io penso che in realtà - ha concluso - la cosa migliore sarebbe riprenderle quelle trattative».

LERNER - In precedenza il giornalista con il collega Lerner in una nota congiunta si chiedeva? «Che bisogno c'era di decidere e annunciare con questa fretta lo stop alla trattativa con Santoro? Ci auguriamo che si possa riprendere più serenamente il filo della trattativa nell'interesse di tutti, come suggeriscono le ragioni del libero mercato».

«LA RAI LO RIPRENDA» -Su Santoro nel frattempo, si muove l'Italia dei Valori. Il portavoce Leoluca Orlando, appresa la notizia, ha invitato infatti «a questo punto, il dg della Rai, Lorenza Lei, e i vertici dell'azienda pubblica a riprendere Michele Santoro. La notizia del mancato accordo tra Santoro e La7 «è la conferma che il regime berlusconiano sta vivendo gli ultimi pericolosi colpi di coda» ed «è chiaro a tutti che l`editto bulgaro emanato dal presidente del Consiglio nei confronti di trasmissioni sgradite a Palazzo Chigi come «Annozero» non solo è ancora in vigore, ma ha ormai superato il duopolio Rai-Mediaset. Questa decisione colpisce tutti i cittadini, che vengono privati di una voce libera come quella di Michele Santoro, e calpesta definitivamente l'articolo 21 della Costituzione. Siamo in presenza di un vero e proprio vulnus della democrazia». «Non hanno più alibi: Michele Santoro e la sua redazione - ha sottolineato il portavoce Idv - sono ancora disponibili a tornare in Rai. Gli oltre 8 milioni di telespettatori meritano rispetto e aspettano un segnale dalla dirigenza. Lorenza Lei dimostri che non ha nulla a che fare con la lobby piduista di Bisignani».

«PERSO UN SEGMENTO FORTE» - In precedenza Massimo Liofredi in un'intervista alCorriere della Sera, parlando dei palinsesti di Rai2 di cui è direttore ha espresso un auspicio proprio su Santoro: «Io mi ritrovo un palinsesto che non ho condiviso in alcune scelte che ritengo importanti, una su tutte, dopo l'uscita di Santoro, la mia proposta di uno spazio dedicato alla politica con Monica Setta. Il fatto del giorno, quando era in palinsesto, ha portato risultati straordinari: dove si faceva il 3%, si è arrivati al 13%. Perdendo Santoro e Setta, io perdo un segmento forte che è quello della politica».

Redazione online
30 giugno 2011

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