giovedì 21 luglio 2011

Spider Truman: ho 6 offerte per scrivere un libro

È del Sud, ha 37 anni e un lavoro precario. Eccole qui le prime informazioni su «Spider Truman». Il blogger anonimo che da qualche giorno ha scatenato sul web una battaglia contro i costi della classe politica. Ma il nome, quello no, per ora non lo rivela. E, stando a quel che dice, non lo farà mai.

L'«anti casta» per un po' si nega. Nei primi giorni non risponde. Ma ora che la tempesta politica, almeno sui costi, pare passata decide di rispondere a qualche domanda. E di dare la sua versione. In realtà non si sbottona molto. Fa attenzione a non rivelare dettagli che portino alla sua identificazione. E del resto essere sicuri di parlare proprio con lui non è così facile. Per questo, prima di intervistarlo, gli chiediamo di inserire una parola chiave («coxuxexixatxra») in uno specifico post del suo blog. Dopo una decina di minuti, nella pagina indicata compare la «password». «Spider Truman» è proprio lui.

E allora. Il blogger dice di scrivere «da un anonimo e affollato Internet point». Non rivela la città. Ma una cosa è certa: è molto arrabbiato con la classe politica. E in questo, a dire il vero, non è il solo. «Sono finito sulle prime pagine dei quotidiani. C'è addirittura chi si spaccia per "Spider Truman" o fa finta di conoscerlo», dice. «Mi hanno contattato sei case editrici e mi hanno proposto di scrivere un libro».

Ma chi è «Spider Truman»? «Sono un precario che ha sgobbato per quindici anni a Montecitorio», dice. L'uomo racconta di essere entrato per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1996. «Da lì è stato un susseguirsi di lavoro in nero e poi qualche contratto». Ora ha un altro impiego. «Sempre da precario, a 900 euro al mese e con un contratto che scade il prossimo 12 dicembre».

Il nickname, «Spider Truman», dice di averlo scelto per caso e si arrabbia quando gli si ricorda che in molti lo accusano di aver creato un profilo falso su Facebook. «Io esisto davvero, sono una persona in carne e ossa». «Ho deciso di non rivelare il mio nome perché non voglio diventare un fenomeno da baraccone», taglia corto. «E non voglio nemmeno soddisfare la morbosità degli italiani desiderosi di spiare dal buco della serratura i vizi dei prepotenti». L'obiezione è abbastanza semplice: il blog non fa altro che rivelare un po' di quei «vizi». «Non è vero. Quello che faccio è raccontare cose più o meno note e vedere se quelli come me se la sentono di far succedere qualcosa». Su questo punto non aggiunge altro. Ma ci tiene a precisare che «quelli come me» sono «i precari, i disoccupati, gli sfruttati pagati poche centinaia di euro al mese».

Il futuro è ancora incerto. «Per ora sono contento di aver acceso di nuovo i riflettori», dice. «Sul come proseguire devo ragionarci su». Alla fine, la domanda resta sempre la stessa: il nome, quello vero, quando arriverà? La risposta non cambia: «Non saprete mai chi si nasconde dietro a "Spider Truman"».

Leonard Berberi
21 luglio 2011

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