IL PD DICE SÌ ALL’ARRESTO MA VINCE
di Fabrizio d’Esposito
In base alle dichiarazioni di voto, il sì poteva contare sui gruppi di Pd, Italia dei Valori, centristi e Lega. Una maggioranza netta a favore dell’arresto. Invece il no ha vinto con 24 voti di scarto, tenendo presente che nel Pdl i presenti sono stati 118 su 131.
Che cosa è successo? Semplice.
Vari gli indizi. Il primo arriva a caldo. L’aula ha appena votato e dai banchi del Carroccio si tenta di far partire un coro contro i colleghi di sinistra. È Rosi Mauro, una delle zarina del cerchio magico del Senatùr, a intonarlo. Grida un paio di volte: “Vergogna”. Ma non ha fortuna. Poca convinzione. Altra scena, qualche minuto più tardi, che tradisce il nervosismo dei leghisti. Alberto Tedesco è in Transatlantico, circondato dai giornalisti. Ripete che non si dimetterà. Il senatore Cesarino Monti buca il muro dei cronisti e sbatte spalle al muro il senatore salvato: “Tu sei un reo confesso, se sei un uomo dimettiti”.
È l’ultimo atto della sceneggiata, iniziata più di tre ore prima.
AD APRIRE la seduta pomeridiana non è il presidente Renato Schifani, ma uno dei vice: Vannino Chiti del Pd. Il primo a parlare è Luigi Li Gotti dell’Idv, relatore della Giunta per le autorizzazioni. Tedesco è seduto nella penultima fila in alto all’estrema sinistra. Tesissimo. Dondola gambe e mani. Inforca gli occhiali, poi li toglie, infine li mette di nuovo per rileggere un testo scritto a mano. Li Gotti non è un relatore vero e proprio. In realtà la giunta, dopo aver respinto il no all’arresto proposto dal Pdl, ha scelto di non decidere rimettendo tutto all’aula. Il governo è rappresentato da Calderoli, Giovanardi, Nitto Palma e altri sottosegretari. Li Gotti parla, nel frattempo arriva Schifani. I senatori sono distratti, il brusìo è fortissimo. Il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri è in piedi quando gli si avvicina il suo omologo della Lega, Federico Bricolo, altro pilastro del cerchio magico anti-maronita. I due escono e si appartano per venti minuti circa. Gasparri assicura Bricolo che il Pdl chiederà il voto segreto. Il gioco delle parti può andare avanti. Dopo Li Gotti, tocca a Marcello Pera che attacca
A questo punto, toccherebbe alle dichiarazioni di voto. Ma il Pdl fa melina e manda avanti un po’ di senatori con questioni procedurali o di merito sulle accuse a Tedesco. Tutto tempo guadagnato, aspettando Papa alla Camera. Alle 17.46, Schifani dichiara chiusa la discussione generale. Parte Cardiello della Coesione nazionale (l’equivalente dei “Responsabili” a Montecitorio), poi Li Gotti dell’Idv e Serra per l’Udc. Alle sei di pomeriggio è il turno di Sandro Mazzatorta della Lega. Durissimo con il centrosinistra pugliese: “I furbetti del quartierino della Puglia hanno deciso però di salvare Vendola”. Tira in ballo anche
IL GIRO viene concluso da Gaetano Quagliariello del Pdl, che chiede il voto segreto per “difendere le istituzioni” dall’antipolitica. Poi di nuovo Pera che accusa
1 commento:
Una volta si diceva "Il migliore di loro ha la rogna!
Posta un commento