martedì 12 luglio 2011

Tremonti e Napolitano blindano la manovra Sì dall’opposizione: “Ma dopo governo a casa”

La legge sarà approvata giovedì al Senato e venerdì alla Camera. L'opposizione, che ha incontrato il ministro dell'Economia, ha garantito che non farà ostruzionismo ma il Pd invoca le dimissioni dell'esecutivo

Giulio Tremonti e Giorgio Napolitano. Il tandem che ha (temporaneamente) portato fuori dalla crisi Piazza Affari e il Paese si è formato quasi per caso, ed esclusivamente per necessità, in mattinata: a Presidente del Consiglio latitante (ha disertato persino la conferenza stampa del Milan), con gli indici della Borsa ancora in caduta libera e i premier d’Europa “stupiti” dall’immobilismo del governo, la manovra finanziaria in alto mare e il rischio di un emendamento salva Fininvest. Il ministro dell’Economia, spronato anche dai colleghi dell’Eurofin con lui riuniti a Bruxelles, in mattinata ha lasciato il vertice per rientrare a Roma: “Vado a chiudere i Bilanci dello Stato”. Ed è bastato l’annuncio per “calmare” Piazza Affari. Intanto il Capo dello Stato incontrava i leader dell’opposizione, come Giorgio La Malfa, per ribadire personalmente l’invito già lanciato due volte nei giorni scorsi alla condivisione e alla responsabilità. Napolitano, inoltre, ha contattato i presidenti dei due rami del Parlamento per sollecitarli ad abbreviare i tempi dell’approvazione della manovra. Così, quando Renato Schifani ha annunciato che il testo potrà essere votato a Palazzo Madama già giovedì e Gianfranco Fini ha convocato per domani la capigruppo così da pianificare il lavoro della Camera immediatamente dopo il passaggio al Senato, Piazza Affari ha invertito la tendenza. E’ la conferma, per dirla con Pier Carlo Padoan, vicesegretario generale Ocse, “che i mercati vogliono risposte dalla politica. E questo vale sia per l’Italia che per l’Europa”.

Ma la risposta politica non è arrivata dal presidente del Consiglio.
Ma dal Capo dello Stato e dal titolare dell’economia. E’ stato sempre Tremonti, nel pomeriggio, a partecipare a un vertice di maggioranza e a incontrare poi i rappresentanti dell’opposizione incassando la disponibilità a non intralciare i passaggi in aula della manovra. Tremonti ha ricevuto e discusso gli emendamenti che l’opposizione intende presentare, accogliendone alcuni. Domani incontrerà anche le autonomia locali. In tutto questo Silvio Berlusconi è rimasto in totale e assoluto silenzio. Soltanto con una nota nel primo pomeriggio si è palesato, dopo una settimana di latitanza. ”Uniti e coesi nell’interesse comune” perché la crisi “minaccia tutti”, recita la nota di Palazzo Chigi.

Berlusconi non aveva reagito neanche alla telefonata di Angela Merkel che gli ha chiesto di abbreviare i tempi di approvazione della manovra, che ha già perso sui mercati un terzo del suo valore. Lo ha riconosciuto anche il ministro
Ferruccio Fazio: “Questa manovra è già stata bruciata”. E se il cancellerie tedesco è arrivato a telefonare al poco stimato Presidente del Consiglio significa che la situazione, vista da oltralpe, è a dir poco grave: un Paese senza guida, abbandonato. “E’ incredibile che non ci siano state reazioni da parte del governo”, commenta facilmente Romano Prodi. E di fatto Silvio Berlusconi era chiuso nel silenzio da una settimana. Piazza Affari continuava a registrare record in negativo e sabato il premier ha lasciato Roma per raggiungere la Sardegna e trascorrere il fine settimana a Villa Certosa. E sarebbe riapparso soltanto questa mattina. Ma non a Bruxelles, dove è in corso la riunione dell’Ecofin, o a Palazzo Chigi per accelerare l’approvazione della manovra finanziaria, ma alla conferenza stampa del Milan. Così Merkel ha telefonato al Cavaliere prima e ha poi spronato a un intervento anche Giulio Tremonti.

Il ministro dell’economia è riuscito, come detto in tandem con Napolitano, a blindare l’approvazione della manovra in tempi rapidi: già entro venerdì. Il Pd, con
Anna Finocchiaro, ha garantito disponibilità a far passare il provvedimento sia in Senato sia alla Camera. Invocando però “le dimissioni del governo subito dopo”. Anche Romano Prodi concorda: “Ci vorranno alcuni punti in cui governo e opposizioni dovranno convergere. Una tregua ma non un governissimo, perché non reggerebbe un giorno. E’ necessario un momento di unità e di forza per reagire alle speculazioni. E’ così che l’Italia deve presentarsi”. Infine Rosy Bindi: “Il Paese ha bisogno di un governo autorevole e di una maggioranza seria. Invece abbiamo un governo truffaldino e una maggioranza rissosa che insieme hanno provocato un disastro economico e azzerato la credibilità dell’Italia”.

4 commenti:

Francy274 ha detto...

ma va?? Tanto nella padella piena di olio bollente ci finiamo noi, dubito che i conti in banca di questi sciacalli, da destra a sinistra, abbiano subito perdite!
Sono coesi quando c'è da spennare i polli, litigiosi quando si spartivano la grande torta. Perchè nella finanziaria non mettono metà dei guadagni che si sono fregati in tutti questi anni?

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non ti sta simpatico nessuno dei due, vero? Su Tremonti sono d'accordo con te, ma se coinvolgiamo anche il Capo dello Stato allora no, non posso essere d'accordo. In questo attacco ai debiti sovrani italiani e, lato sensu, all'Euro una terza figura intervenuta è Mario Draghi (ancora governatore della Banca d'Italia e già Presidente della BCE), che ha fatto una dichiarazione più che irrituale assicurando che la manovra economica avrebbe funzionato.
Poi c'è stato anche l'intervento di una preoccupatissima Angela Merkel, che ha telefonato, inutilmente, al silente B. e poi ha preso l'iniziativa di dirlo pubblicamente che aveva 'suggerito' a Silvio di parlare e prendere posizione per rassicurare i mercati sulla bontà e sulla rapida approvazione della manovra da 40 miliardi di euro, così come oltre oceano sta facendo Obama con i repubblicani, per ora pare inutilmente. Lì, negli USA il problema è un altro, devono aumentare il debito pubblico per evitare il default dello stato federale, che non riesce più a pagare i propri dipendenti, questione molto più seria.
In ogni caso il venerdì e il lunedì scorso sono costati a all'Italia un vertiginoso aumento del debito pubblico conseguente all'aumento dello spread fra i Btp italiani e i bond tedeschi.
E non ancora finita! Gli economisti sostengono che quando un paese va sotto attacco della speculazione internazionale (fondi d'investimento e fondi pensione) la speculazione non si ferma più e l'attacco resta silente ma non cessa.
Allegria! diceva Mike Bongiorno.

Francy274 ha detto...

Luigi, non mi riferivo al Presidente della Repubblica, che verso Lui nutro stima e rispetto.
Piuttosto all'altro, a tutti i compagni di merende, che ha largamente collaborato a questo sfacelo finanziario di un Paese che la crisi l'avrebbe affrontata meglio degli altri se non l'avessero dissanguato proprio loro. Non dimentichiamo che gli italiani hanno sempre pagato tasse in misura maggiore che negli altri Stati, per cui tutto ciò non avrebbe dovuto verificarsi. Continuano con gli sprechi, quelli largamente elargiti nella stessa politica, nella inutile stampa di regime, in associazioni come quella di Salò e simili... e Tremonti per anni ha parlato solo ed esclusivamente del "signor unpercento"... maledetti!
In tutta questa catastrofe, che si preannuncia mondiale, mi auguro che sia l'inizio della fine di queste stupide, costose e ingiustificabili guerre, promosse in favore dei produttori di armi, che ci costano un occhio della testa e producono solo morte!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Avevo capito male, son contento di essermi sbagliato!