giovedì 21 luglio 2011

Ucciso con due colpi di pistola confessa il cognato

Matteo Zanetti ha confessato l'omicidio del cognato Rodolfo Moretti. Lo ha riferito il procuratore capo di Reggio Emilia, Giorgio Grandinetti, nella conferenza stampa convocata dopo il fermo dell'uomo. Rodolfo Moretti, 43 anni, operaio di Luzzara, nel Reggiano, è stato ucciso con due colpi di pistola, mentre l'anno scorso fu vittima di un tentativo di omicidio organizzato, secondo le accuse, dalla figlia Ylenia con l'approvazione della madre. Il reo confesso, Matteo Zanetti, 43 anni, originario di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova), è il marito di una delle sorelle della vittima, e abita con Ylenia, la figlia di Moretti, imputata di tentato omicidio nei confronti del padre. Il corpo dell'uomo stato trovato in un viottolo di campagna a poco distanza dalla porcilaia in cui lavorava. Il cadavere è stato notato da una vicina, che ha avvertito il 118.

DUE COLPI IN DUE TEMPI - Secondo i primi rilievi Moretti è stato colpito una prima volta all'interno delle sua auto, una Matiz, sulla quale era appena salito dopo l'ultimo controllo nella porcilaia. Probabilmente l'assassino gli ha sparato avvicinando l'arma al finestrino abbassato. Benché ferito, Moretti sarebbe poi riuscito ad uscire dall'auto e a percorrere tre-quattro metri prima che il killer lo colpisse una seconda volta alla schiena. Sono intervenuti i Carabinieri e nel luogo dell'omicidio sono arrivati anche il pm Luciano Padula, il sindaco Andrea Costa e la sorella di Moretti, Monique, che lo attendeva per la cena e che, non vedendolo arrivare, era andata a cercarlo. Secondo i primi riscontri, nessuno ha sentito i colpi in quella zona isolata e l'omicida ha potuto allontanarsi indisturbato.

IL TENTATO OMICIDIO - Nel gennaio 2010 Moretti, allora facchino, fu aggredito di notte in strada da un giovane che lo ferì alla spalla con un coltello da macellaio. Fu capace di reagire, di disarmare il mancato omicida e di consegnarlo ai carabinieri. Le indagini dei militari giunsero poi alla conclusione che il killer era stato ingaggiato attraverso un intermediario dalla figlia di Moretti, Ylenia, 19 anni, con la complicità o almeno il benestare, della madre, 40 anni. Sempre secondo le indagini le due donne volevano porre fine alle «prepotenze» del marito e padre. Ylenia aveva mentito per molti mesi al padre, dicendogli di essersi diplomata in economia aziendale (aveva portato a casa una falsa pergamena dell'Istituto B. Russell) e di aver trovato un lavoro come segretaria in uno studio legale. Gli aveva chiesto prima 3 mila euro per una vacanza in Inghilterra, poi altri 5 mila per un viaggio negli Usa, e li aveva invece usati per assoldare un altro killer. Quest'ultimo però non se la sentì e raccontò il tutto ai carabinieri. Le due donne, dopo alcuni mesi in carcere, hanno ottenuto gli arresti domiciliari e, come il mancato omicida, sono in attesa della decisione del Gup sulla richiesta di patteggiamento che ha avuto l'assenso del pm.

Redazione online
21 luglio 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Chi pratica la violenza deve aspettarsi una reazione violenta.