giovedì 4 agosto 2011

E IL BOSS DISSE: “PORTATEMI BALOTELLI”


L’ennesimo, sconcertante scivolone di Supermario. Nel giugno scorso, di passaggio a Napoli, avrebbe incontrato Antonio Lo Russo, allora già latitante

di Luca De Carolis

Il figlio del boss ha chiamato e il calciatore delle marachelle infinite è corso senza fiatare. Così nel giugno dell’anno scorso Antonio Lo Russo, figlio del camorrista Salvatore e all’epoca già latitante, si è tolto lo sfizio di incontrare, nella “sua” Napoli, Mario Balotelli, allora ai suoi ultimi giorni nel-l’Inter. Un colloquio che valse come un lasciapassare, per l’attaccante che voleva vedere Scampia. Questa la verità raccontata ai pm di Napoli da due ex camorristi, i pentiti Luca Menna e Biagio Esposito, secondo quanto riportato dal Mattino. Testimonianze depositate qualche giorno fa al Tribunale del Riesame partenopeo, nell’ambito di un’inchiesta sul presunto riciclaggio di denaro in ristoranti cittadini.

DEPOSIZIONI che valgono l’ennesimo scivolone per il giovane (compirà 21 anni il 12 agosto) Balotelli, attaccante del Manchester City che in Inghilterra si è beccato da stampa e tifosi il soprannome di “bad boy”, ragazzaccio. Etichetta inevitabile, se ti accapigli con i buttafuori di un locale di lap dance, scagli freccette contro i giocatori delle giovanili e ti fai sequestrare la fuoriserie 27 volte dalla polizia. Per di più, corredando il tutto con espulsioni in partite chiave e sceneggiate come quella in un’amichevole in America di pochi giorni fa, in cui invece di tirare in porta si è inventato un ridicolo colpo di tacco (il tecnico Mancini, furibondo, l’ha subito sostituito). Chissà che diranno Oltremanica , nel sapere dell’incontro di Balotelli con un camorrista. La seconda puntata di una storia emersa due mesi fa, sempre sul Mattino, dove si riferiva di un’informativa consegnata alla Dda di Napoli dai carabinieri di Castello di Cisterna, che abbondava in dettagli sulla visita di Balotelli a Napoli del giugno 2010. Dettagli che sono ombre, visto che la mattina dell’8 giugno di un anno fa Balotelli si trovava nel rione dei Puffi, nel quartiere difficile di Scampia, assieme “a due elementi di spicco di due dei più potenti clan della periferia nord di Napoli: Salvatore Silvestri, del clan Lo Russo, e Biagio Esposi-to, del clan degli Scissionisti”. L’attaccante si era difeso così: “Non sapevo affatto chi fossero quelle persone, quel giorno a Napoli per strada c’era sempre molta gente intorno a me”. Ma perché a Scampia? “Per la curiosità di osservare da vicino i luoghi del film Gomorra”. Ieri, l’altra parte della vicenda, almeno secondo Esposito e Menna. Quell’8 giugno Lo Russo junior, latitante per sfuggire a un mandato di arresto per associazione camorristica, seppe che Balotelli pranzava in uno dei ristoranti di un suo conoscente, Michele Iorio. Lo stesso Iorio arrestato qualche settimana fa nell’inchiesta sul riciclaggio nella ristorazione, amico e socio dell’ex calciatore Fabio Cannavaro.

IL BOSS sfruttò l’occasione, e fece sapere a Balotelli che voleva incontrarlo. Troppo forte la voglia di togliersi il capriccio per Lo Russo, grande appassionato di calcio. Tanto da seguire le partite da bordo campo allo stadio San Paolo, violando le regole del calcio e della questura. Ma il figlio di Salvatore ‘o capitone, potentissimo capoclan (ora pentito) poteva anche questo. E in quella giornata di giugno riuscì a farsi portare il calciatore da copertina. Balotelli andò, forse perché gli fecero capire che quell’invito non si poteva rifiutare. E forse anche perché, senza il lasciapassare di Lo Russo, non avrebbe potuto visitare Scampia. Condizionali, a margine di un episodio che pesa: anche sulla Nazionale. Lo scorso maggio il Ct azzurro Prandelli, fautore della linea dura con gli indisciplinati, aveva riaccolto Balotelli in squadra. Ma le notizie sull’incontro con il boss non potranno lasciarlo indifferente. Intanto ieri l’ad del Milan, Galliani, ha escluso di voler prendere Balotelli: “Siamo pieni di attaccanti”. Il giocatore però si è già stufato di Manchester (“Non mi piace, e poi guidano tutti contromano”). I compagni non hanno gradito, e hanno riempito i sedili della sua auto di pesce marcio. Un motivo in più per tornare in Italia, dove pure Balotelli si è scontrato varie volte con i “buu” di curve razziste. Perché in fondo è solo un ragazzo, che spesso inciampa.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A ME IL CALCIO NON PIACE PIU'. UNO DEI MOTIVI E' DOVUTO AL FATTO CHE E' INFARCITO DI SUPER STRONZI IMBOTTITI DI SOLDI, OSANNATI DAL C.D. 'GIORNALISMO SPORTIVO' E DAI 'TIFOSI'.
IO SONO UN EX TIFOSO, DELL'INTER E DELLA NAZIONALE.
QUANDO VEDO TITOLI OSANNANTI TIPO 'SUPERMARIO' MI VIENE FACILE PENSARE, SEMMAI 'SUPERSTRONZO MARIO'.