lunedì 1 agosto 2011

L'annuncio di Obama: "C'è l'intesa sui tagli al deficit e contro il default"

"Voglio annunciare che i leader dei partiti democratico e repubblicano, alla Camera e al Senato, hanno raggiunto un accordo per ridurre il deficit ed evitare un default che avrebbe avuto effetti devastanti per la nostra economia". Sono le 20,40 ora di Washington, le 2,40 in Italia, quando il presidente americano Barack Obama parla dalla Brady's Room della Casa Bianca per far sapere che l'intesa sul debito fra Casa Bianca e Congresso è stata raggiunta. L'orario non è casuale perché coincide con l'apertura delle contrattazioni a Tokio, la prima delle Borse asiatiche ad aprire, e punta dunque a scongiurare panico ed incertezza sui mercati internazionali. Pochi attimi prima è stato John Boehner, presidente repubblicano della Camera, a chiamare a Obama confermando l'accordo. D'intesa con il presidente si muovono Harry Reid e Mitch McConnell, leader democratico e repubblicano al Senato, che intervengono in aula per dire che "l'accordo c'è". E' Obama stesso che lo illustra. "La prima parte riguarda il taglio di 1 trilione di dollari di spesa nei prossimi 10 anni che porterà la spesa pubblica ai livelli più bassi dai tempi di Dwight Eisenhower" mentre "nella seconda si stabilisce la creazione di una commissione bipartisan del Congresso che entro novembre farà ulteriori proposte per ridurre il deficit" di altri 1,5 trilioni di dollari. In complesso dunque la riduzione del deficit sarà di 2,5 trilioni di dollari in 10 anni a fronte di un incremento del limite del debito di 2,1 trilioni, eliminando la necessità di ulteriori incrementi fino al 2013 ovvero dopo il termine dell'anno elettorale.

Obama non nega un certo disappunto per come il lungo negoziato si è concluso, a causa delle numerose concessioni fatte ai repubblicani. "E' questo l'accordo che avrei preferito? No, ma questo compromesso include i necessari anticipi della riduzione del debito e garantisce ad ogni partito incentivi forti per arrivare ad un piano bilanciato entro la fine dell'anno". Per "piano bilanciato" Obama intende l'equilibrio fra tagli e entrate che al momento non c'è per via del cedimento ai repubblicani, che hanno ottenuto l'eliminazione di ogni incremento di imposte. L'annuncio di Obama punta a far sapere al mondo intero che Casa Bianca e Congresso sono d'accordo su come scongiurare il default alla vigilia della scadenza del 2 agosto. Ma "ancora non è finita", come lo stesso Obama dice al termine, perché Camera e Senato devono votare un identico testo prima che possa essere promulgato dalla firma del presidente. Da questa mattina riprende dunque la maratona di negoziati a Capitol Hill, dove il voto favorevole del Senato appare meno incerto rispetto alla Camera perché tanto i deputati repubblicani del Tea Party che quelli democratici del gruppo progressista manifestano palesi dissensi che potrebbero mettere a dura prova l'intesa.

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