“Ci stiamo giocando alcuni tra i tesori del Mediterraneo, diamo il via libera a pozzi di petrolio che nasceranno ovunque. E tutto questo sta avvenendo nello stile aumma aumma, come i compagnucci della parrocchietta”. Luca Zingaretti, il commissario Montalbano, è tornato sul luogo del delitto,
Ma Zingaretti ci tiene a fare una premessa: “Non vogliamo difendere soltanto Pantelleria, perché qui viviamo o abbiamo la casa. No, protestiamo contro le trivellazioni che mettono in pericolo molti tratti delle coste italiane. Dalla Sicilia alla Riviera Romagnola”.
Montalbano riuscirà a risolvere il giallo delle trivellazioni a Pantelleria?
Non ci illudiamo di fermare la corsa al petrolio. Ma in Italia ci stiamo giocando il nostro mare senza che se ne parli, senza che nessuno se ne accorga. Non ci rendiamo conto di che cosa vuol dire mettere decine di pozzi di petrolio in un mare come il Mediterraneo.
Ce lo dica lei…
Avete visto che disastro terribile è successo in Louisiana perché si è guastato un pozzo petrolifero. Pensate se la stessa cosa succedesse nel Mediterraneo che è, appunto, un mare chiuso. Qui, se si rompe un impianto, la marea nera invade le coste di tutti i paesi. E poi nessuno parla di quelle vere e proprie bombe di profondità che vengono utilizzate per rilievi sottomarini con effetti devastanti sulla flora e la fauna.
Un rischio ambientale enorme…
Noi abitiamo in mezzo al mare, l’Italia è fatta di mare. È l’elemento centrale del nostro Paese, quasi la sua anima. Altrove è la campagna, sono i monti. Da noi credo davvero sia il mare. Dobbiamo trattarlo con maggiore cura. Ma non è soltanto una questione ambientale, è molto di più.
I sostenitori del petrolio dicono che porta denaro e autonomia energetica…
Ecco il punto. I pozzi a due passi da gioielli come Pantelleria, Favignana, Marettimo non convengono a nessuno, nemmeno da un punto di vista economico. La vera ricchezza del nostro Paese, che resta il più bello del mondo, non sarà mai il petrolio, ma semmai il turismo. E, in zone come queste, anche attività come la pesca. Ora immaginatevi concretamente l’impatto dei pozzi di petrolio sull’economia legata al mare: si rischiano migliaia di posti di lavoro.
Eppure qualcuno le deve aver date le concessioni a queste imprese...
Questo è il punto. Non si capisce chi abbia dato il via libera al petrolio. E come. Sembra impossibile: si parla di operazioni da decine di milioni di euro e a portarle avanti sono società con pochi euro di capitale. Non si riesce a sapere in base a quali criteri si affidino le concessioni. I politici, gli amministratori dovrebbero dare, a tutti noi, delle risposte. Invece niente, silenzio. Contano sul fatto che la gente si stufi di chiedere, che si arrenda. Ma stavolta non sarà così. Fer. San.
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