giovedì 18 agosto 2011

Stufi anche a destra


di Peter Gomez

Molto tempo fa il presidente americano John Fitzgerald Kennedy disse che la parola crisi, in cinese, viene scritta con due ideogrammi: uno rappresenta il pericolo, l’altro l’opportunità. Oggi, dopo i consensi raccolti dalla proposta, lanciata da questo giornale già nel 2010, sul contributo di solidarietà da chiedere a chi le tasse le ha evase portando denaro all’estero, i nostri politici si trovano di fronte a una grande opportunità. A un’occasione (l’ultima) per recuperare un po’ di credibilità sia agli occhi dei mercati che a quelli degli elettori: cambiare la finanziaria e introdurre un prelievo straordinario a carico di quei contribuenti infedeli che nel 2009 scudarono a prezzi da saldo (il 5%) oltre 100 miliardi di euro.

Le chiacchiere stanno a zero.

L’Italia non è più il Paese dei furbi. O meglio non è più il Paese dei fessi, visto che i furbi dalle nostre parti, al contrario di quello che ci hanno sempre raccontato, erano e sono una minoranza (sia pur numerosa), mentre chi subiva e taceva rappresentava la maggioranza. In questi mesi i cittadini hanno imparato a loro spese che l’illegalità non conviene. E non solo per una questione etica o morale.

Il fatto è che evasione fiscale, corruzione e mafia, costano ai contribuenti 330 miliardi di euro l’anno. Un tesoro enorme di cui adesso tutti gli elettori, davanti ai tagli ai servizi e alle nuove imposte, colgono dimensioni e portata. Per questo pure il centro-destra – Pd e Idv hanno già annunciato gli emendamenti sulla ritassazione – ha tutto il vantaggio di far propria la proposta de Il Fatto Quotidiano. Una proposta sulla cui attuazione, lo promettiamo, noi continueremo a vigilare.

La voglia di ricorrere a interventi di facciata è tanta.

Due giorni fa il premier, probabilmente in preda a un attacco di conflitto d’interessi, ha parlato di un’imposizione sugli evasori dell’1 o 2%.

Troppo poco. Anche per il popolo di Pdl e Lega, ormai alle prese con un sogno che è diventato un incubo.

Se da qui alla riconversione della manovra non accadrà qualcosa, il vero pericolo per il sempre più sedicente governo, è proprio la rivolta del suo elettorato. E per capirlo non bisogna conoscere gli ideogrammi cinesi. A questo punto basta il veneto. O, meglio ancora, il brianzolo.



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