UNA TELEFONATA DEL QUIRINALE A GUARGUAGLINI SUL CASO DELL’EX TERRORISTA
di Valeria Pacelli
Dalle carte dell’inchiesta di Napoli emerge un intreccio che unisce politica internazionale e affari. Il faccendiere Valter Lavitola, Pier Francesco Guarguaglini, presidente Finmeccanica e Paolo Pozzessere, direttore commerciale, erano molto interessati non solo alle commesse di Finmeccanica in Brasile, ma anche ai rapporti tra Roma e Brasilia nella vicenda dell’estradizione di Cesare Battisti, l’ex terrorista riparato in Sudamerica.
UN RUOLO chiave ce l’ha Antonio Palocci, ex ministro delle Finanze nel governo Lula e poi capo di Stato maggiore (ora travolto da uno scandalo per abuso d’ufficio). Ne parlano al telefono tra loro proprio il giorno in cui
MA NON È TUTTO perché nelle oltre mille pagine di misura cautelare c’è anche una conversazione tra Paolo Pozzessere e Valter Lavitola, dove i due conversano sempre degli affari in Brasile, commentando alcune notizie ricevute da Valter Tarantelli, un dirigente di Telespazio Brasile. “Paolo dice a Valter di essersi dimenticato di dirgli una cosa importante sul Brasile che è venuto a sapere da Tarantelli. Ovvero che pare che Dilma [cioè Dilma Roussef, presidente brasiliana da gennaio) stia male a causa di un tumore, inoltre “hanno fatto fuori Antonio Palocci, l’hanno levato da capo della casa probabilmente per qualche scandalo. Valter dice che Palocci era il garante di Lula nel governo. Paolo riprende dicendo che nel caso Dilma stia realmente male potrebbe lasciare e quindi diventare presidente il suo vice Emer, amico di Paolo e Tarantelli. Quest’ultimo dice che a suo parere Lula in questo momento è particolarmente forte e Paolo ritiene bisognerebbe indagare bene su queste cose”.
Il tumore della Rousseff è stato un caso politico in Brasile, pochi giorni fa ha precisato di essere in buona salute nonostante le voci: ha avuto un linfoma nel 2009, ma ora deve soltanto perdere “quattro o cinque chili” per essere in forma, perché “quando i tumori sono trattati all'inizio tutto cambia”. Ma i vertici di Finmeccanica sembrano preferire un cambio al vertice, dovuto a una ricaduta della Roussef, così che diventi presidente Michel Temer (che nei brogliacci delle intercettazioni è chiamato Emer).
La posta in gioco, in quelle settimane, è molto alta: c’è un contratto di 6 miliardi di commesse navali e militari in Brasile che coinvolge Fincantieri e Finmeccanica.
Palucci e Valter si conoscono bene, secondo quando riportato nelle intercettazioni: “Valter afferma con certezza che Palocci è uomo di Lula e aggiunge che gliel’ha detto proprio lui l’altro giorno a panama e ha aggiunto anche di essere pappa e ciccia con Dilma”. Anche con i rapporti diplomatici tra Italia e Brasile, Finmeccanica è convinta di poter contare su agganci diretti nel governo.
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