domenica 18 settembre 2011

Affari in Brasile il cancro e Battisti


UNA TELEFONATA DEL QUIRINALE A GUARGUAGLINI SUL CASO DELL’EX TERRORISTA

di Valeria Pacelli

Dalle carte dell’inchiesta di Napoli emerge un intreccio che unisce politica internazionale e affari. Il faccendiere Valter Lavitola, Pier Francesco Guarguaglini, presidente Finmeccanica e Paolo Pozzessere, direttore commerciale, erano molto interessati non solo alle commesse di Finmeccanica in Brasile, ma anche ai rapporti tra Roma e Brasilia nella vicenda dell’estradizione di Cesare Battisti, l’ex terrorista riparato in Sudamerica.

UN RUOLO chiave ce l’ha Antonio Palocci, ex ministro delle Finanze nel governo Lula e poi capo di Stato maggiore (ora travolto da uno scandalo per abuso d’ufficio). Ne parlano al telefono tra loro proprio il giorno in cui la Corte suprema brasiliana decide di far uscire l’ex militante nei Proletari armati per il comunismo dal carcere di Papuda. Ed è proprio il 9 giugno quando viene registrata dai pm napoletani la telefonata tra Guarguaglini, ora indagato dalla Procura di Roma nell'inchiesta per presunte irregolarità nell'affidamento degli appalti Enav, e Pozzessere. Si legge nell’ordinanza di richiesta di misura cautelare: “Piero (riferito a Guarguaglini ) chiama Paolo e gli comunica di essere stato contattato dal Quirinale e lo avrebbe informato del fatto che oggi alle ore due brasiliane si riuniscono i giudici [cioè il verdetto sull’estradizione è atteso alle due, ora locale, ndr]. Paolo dice di esserne a conoscenza commentando “purtroppo” e che ne hanno parlato il 2 giugno di tutta la storia con il ministro degli Esteri”. Insomma la faccenda di Battisti potrebbe danneggiare gli affari del gruppo in Brasile. Tanto che, continuano le carte della procura, “i due ritengono che se ci dovessero essere problemi bisogna portare Murillo in Italia e poi passare dal presidente per evitare di buttare tutto all’aria per un’impuntatura”. E ancora: “Paolo parla delle ultime novità, a piccoli passi Finmeccanica sembra chiudere la negoziazione entro luglio, il precontratto. Adesso bisogna far venire Murillo in Italia. Lui stasera andrà in Iraq con Miniscalco, che sarà con Frattini per cercare di capire da lui se ci sono problemi, perché se ci sono problemi bisogna intervenire. Piero gli dice che se vede Frattini bisogna dire che gli hanno telefonato e ritiene che bisogna dirlo in modo chiaro anche a Berlusconi e Letta”. La chiamata a cui si riferisce Guarguaglini è proprio quella della mattina del 9 giugno, ricevuta dal Quirinale, che in realtà deve averlo agitato e non poco.

MA NON È TUTTO perché nelle oltre mille pagine di misura cautelare c’è anche una conversazione tra Paolo Pozzessere e Valter Lavitola, dove i due conversano sempre degli affari in Brasile, commentando alcune notizie ricevute da Valter Tarantelli, un dirigente di Telespazio Brasile. “Paolo dice a Valter di essersi dimenticato di dirgli una cosa importante sul Brasile che è venuto a sapere da Tarantelli. Ovvero che pare che Dilma [cioè Dilma Roussef, presidente brasiliana da gennaio) stia male a causa di un tumore, inoltre “hanno fatto fuori Antonio Palocci, l’hanno levato da capo della casa probabilmente per qualche scandalo. Valter dice che Palocci era il garante di Lula nel governo. Paolo riprende dicendo che nel caso Dilma stia realmente male potrebbe lasciare e quindi diventare presidente il suo vice Emer, amico di Paolo e Tarantelli. Quest’ultimo dice che a suo parere Lula in questo momento è particolarmente forte e Paolo ritiene bisognerebbe indagare bene su queste cose”.

Il tumore della Rousseff è stato un caso politico in Brasile, pochi giorni fa ha precisato di essere in buona salute nonostante le voci: ha avuto un linfoma nel 2009, ma ora deve soltanto perdere “quattro o cinque chili” per essere in forma, perché “quando i tumori sono trattati all'inizio tutto cambia”. Ma i vertici di Finmeccanica sembrano preferire un cambio al vertice, dovuto a una ricaduta della Roussef, così che diventi presidente Michel Temer (che nei brogliacci delle intercettazioni è chiamato Emer).

La posta in gioco, in quelle settimane, è molto alta: c’è un contratto di 6 miliardi di commesse navali e militari in Brasile che coinvolge Fincantieri e Finmeccanica.

Palucci e Valter si conoscono bene, secondo quando riportato nelle intercettazioni: “Valter afferma con certezza che Palocci è uomo di Lula e aggiunge che gliel’ha detto proprio lui l’altro giorno a panama e ha aggiunto anche di essere pappa e ciccia con Dilma”. Anche con i rapporti diplomatici tra Italia e Brasile, Finmeccanica è convinta di poter contare su agganci diretti nel governo.

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