domenica 18 settembre 2011

MICHELLE LA MIA PRIMA CENA DA B. CON TARANTINI


“C’erano molti politici, alcuni sono diventati ministri”

di Davide Vecchi

“Ho conosciuto Tarantini ad Arcore a cena nel febbraio 2009. Quella sera a tavola eravamo solo noi tre: io, Gianpaolo e il presidente. Tarantini era nervoso, scontroso, preoccupato. Aveva dei documenti in mano e li ha dati al presidente, lui li ha letti poi li ha arrotolati tra le mani e ha fissato Tarantini dicendo: ‘Dobbiamo risolvere questa faccenda’”. Michelle Conceicao dos Santos non vuole finire nel capitolo dedicato alle prostitute del bunga bunga. Rivendica un ruolo più rilevante nel libro comunque nero di questi anni governati a colpi di festini presidenziali. “Frequento Berlusconi dal 2006 e non sono arrivata lì grazie a Lele Mora, tantomeno attraverso Tarantini”, racconta quasi stizzita. Ritrovarsi nell'avviso di conclusione delle indagini della

Procura di Bari come ragazza reclutata da Tarantini e Massimiliano Verdoscia per farla prostituire ad Arcore, l'ha infastidita non poco. “Perché non è vero”, dice. E racconta. “Accompagnavo il mio ex compagno, un imprenditore amico del presidente”. Poi la relazione è finita, ma l'amicizia con il premier è rimasta. E si è rafforzata nel tempo. “Si è creato un rapporto di fiducia”, garantisce Michelle. Di fatto, le carte dell'inchiesta milanese sul caso Ruby confermano che di questa bella e signorile brasiliana, arrivata in Italia nei primi anni del 2000 per fare la modella, Berlusconi si fidava. Non la considerava una delle tante starlette in cerca di qualche busta piena di soldi. Non a caso, quando il premier decide di prendersi cura di Ruby, la sistema nell'abitazione di Michelle. E sarà lei la prima ad arrivare in questura la notte del 27 maggio 2010, quando l'allora 17enne Karima viene fermata. È sempre Michelle a cercare Berlusconi sul numero personale per avvisarlo che Ruby è finita nei guai ed è lei ad allertare Nicole Minetti e farla correre in questura.

LA STORIA di quella notte è ormai fin troppo nota. Il premier telefona insistentemente per far liberare Ruby sostenendo che è la nipote di Mubarak e l'ex igienista dentale la prende in affidamento consegnandola nuovamente a Michelle. Insomma: la ragazza sa molto, ha visto molto e conosce bene l’universo delle pulzelle del bunga bunga. “Ho partecipato ad alcune serate con le altre ragazze”, ammette. “Ma ero una delle poche, pochissime che partecipava alle cene serie”. Con “molti politici”, ricorda, alcuni “poi diventati ministri”. E poi “imprenditori, amici, conoscenti del presidente”. In pratica, quelli che in gergo vengono definiti incontri istituzionali. “Ho visto molte persone, per lo più si rivolgevano al presidente per avere dei favori, chiedere una mano”. Come fa lei quella sera di lunedì 2 febbraio 2009. Milano è ricoperta di neve. Cinquanta centimetri cadutiin poche ore bloccano le strade della città. Ma Michelle deve raggiungere Arcore: ha un appuntamento con il premier per parlare di un progetto che vuole realizzare in Brasile, racconta.

“Andare per me era un problema, non sapevo come, e l’ho fatto sapere a lui. Poco dopo mi ha chiamato una persona chiedendomi dove abitavo e che sarebbe venuto a prendermi per poi portarmi ad Arcore”. Quella persona era Gianpaolo Tarantini. “È arrivato con l’auto con autista dell’hotel Principe di Savoia dove alloggiava e siamo andati dal presidente”. Superato senza problemi il cancello di villa San Martino, prosegue Michelle, “abbiamo trovato Berlusconi ad aspettarci e siamo entrati in casa”.

ERA ORMAI sera. “C’era il suo maggiordomo, quello che noi chiamavamo ‘mummia’ perché non parla mai ed è riservatissimo”, ricorda Michelle. Lei, Tarantini e Berlusconi si siedono a tavola. Ma l’aria era pesante: il giovane imprenditore barese è preoccupato.

Camilla Cordeiro Charao, una delle ragazze che Tarantini ha portato alle serate di Palazzo Grazioli, “è depressa e minaccia di uccidersi”, dice Tarantini. Berlusconi, ricorda Michelle, “ha provato subito a chiamarla ma il telefono di lei aveva la segreteria; lui ha insistito e poi ha chiesto a Gianpaolo di prendersene cura e seguirla”. Poi Tarantini dice: “Ci sarebbe anche questo, e passa delle carte” al Cavaliere. Lui le legge, “le stringe fra le mani poi le arrotola e si rivolge a Gianpaolo dicendo ‘dobbiamo risolvere questa faccenda’”.

Di cosa si tratta? Michelle sostiene di non saperlo, “non le ho viste e io ero lì per il mio progetto e sinceramente Tarantini mi è stato subito antipatico”, dice. Perché? “Era stato un cafone con l’autista, non riusciva a guidare perché c’era tantissima neve e Gianpaolo in macchina continuava a trattarlo male, a insultarlo, a dirgli che lo faceva licenziare; l’autista, poverino, era anche emozionato di andare da Berlusconi”.

EPPURE Tarantini e Michelle hanno un amico in comune: Massimiliano Verdoscia, arrestato nell’agosto 2009 per aver procurato la cocaina a Tarantini che poi, secondo l’accusa, la portava alle feste del premier. Michelle con Verdoscia è stata anche in vacanza a Saint Moritz. Insomma: erano molto amici. Anche su questo la brasiliana non si scompone. E con assoluto distacco spiega: “Max? L’ho conosciuto a Milano nel 2008 a una festa in discoteca, era il compagno di un’amica, una ragazza che lavorava in show room”. Eppure, sulla rubrica telefonica sequestrata dai pm, Michelle aveva anche il numero di Tarantini. Lei garantisce: “Non sapevo fossero amici”. Né che Verdoscia procurava la cocaina a Tarantini? “No, davanti a me Max non ha mai pippato”. Ecco Michelle, l’amica fidata di tutti.

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