lunedì 19 settembre 2011

ECCO PERCHÉ VOGLIONO IL BAVAGLIO


Senza intercettazioni le orge di Arcore sarebbero “cene eleganti”, i soldi a Tarantini “generosità”

di Antonella Mascali e Ferruccio Sansa

Centomila intercettazioni (un’enormità) per minare la stessa reputazione politica e personale del premier, prima ancora che la verità giudiziaria sia accertata”. Così Pierluigi Battista sul Corriere della Sera. “Scempio da fermare, così si distrugge il Paese”, è il titolo dell’articolo di Franco Bechis su Libero. E Il Giornale: “Intercettazioni selvagge. Di reati neanche l’ombra”.

Invece è vero il contrario.

Leggendo le intercettazioni delle inchieste di Napoli e Bari, ma anche di Milano, di ombre ne emergono. E tante.

Quei colloqui sono un’antologia di comportamenti degni di essere oggetto di indagini. Senza le intercettazioni, che rivelano fatti specifici, ma contribuiscono anche a ricostruire l’ambiente e la trama in cui maturano comportamenti illeciti o al limite del lecito, nulla sarebbe emerso.

Facciamo esempi concreti, molti riportati sulle stesse pagine del Corriere e degli altri maggiori quotidiani.

Donne e appalti

Berlusconi è il grande business di Tarantini. Le ragazze non sono il fine, ma il mezzo, scrive la Procura di Bari, “Nella prospettiva di avviare rapporti con la Protezione civile e Finmeccanica” assieme al suo socio, Enrico Intini.

Novembre 2008, Silvio Berlusconi contatta Gianpi: “Senti sono in macchina con il sottosegretario Bertolaso... ecco te lo passerei così vi mettete d'accordo direttamente". Tarantini: "Dottore buonasera, lieto di conoscerla", Bertolaso: “Piacere tutto mio... Se lei viene a trovarmi verso le 15 ci possiamo vedere senz'altro". A Berlusconi l’incontro tra Tarantini e Bertolaso sta a cuore. Il 14 novembre 2008, mentre sta per volare a Washington chiama Gianpi: “Quand’è allora che lo vedi?”. Tarantini: “Oggi alle 3”. Berlusconi: “Sii prudente sempre... ecco lui ha in mano i tuoi depliant...”. Il 16 novembre, Berlusconi si informa di nuovo: “Com’è andata con Bertolaso?”. Tarantini: “Direi molto bene...”.

Le soffiate a Lavitola

È il 24 agosto, Panorama rivela l’inchiesta di Napoli su Tarantini e Lavitola che di lì a poco saranno colpiti da mandato di arresto. Il direttore dell’Avanti! da Sofia chiama il premier. Invece di consigliargli di farsi interrogare dai magistrati, gli suggerisce di restare all’estero. “Dottore senta, io sto in Bulgaria, con un telefono di qua, se intercettano pure questo è... che ca... ne so...”. Berlusconi : “Hai visto che avevo ragione io? ”. E Lavitola: “Senta dottore... vabbè io mo sono fuori... a sto punto...”. E Berlusconi: “E... resta lì... e vediamo un po'... uhm…”.

Vecchietti e potenti

Il 23 settembre 2008 Tarantini chiama Berlusconi. “Le mando un angioletto così le faccio passare il colpo della strega... siamo in sei, me compreso, io e cinque ragazze”. Poi Tarantini avverte che verranno Francesca con due amiche molto carine. E

Berlusconi: “Noi siamo messi così, come uomini tu, io, poi Carlo Rossella, presidente di Medusa, e Fabrizio Del Noce direttore di Rai1 e responsabile di tutta la fiction Rai... Sono persone che possono far lavorare chi vogliono... Ecco quindi le ragazze hanno l’idea di essere di fronte a uomini che possono decidere del loro destino... Ecco l’unico ragazzo sei tu, gli altri sono dei vecchietti, però hanno molto potere”. Il punto che dovranno chiarire i magistrati è questo: i manager citati hanno fatto lavorare (come lascia intendere Berlusconi) magari le ragazze presenti agli incontri con il premier?

Lo spettro riciclaggio

La Procura di Napoli, che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare per Gianpi Tarantini e Valter Lavitola (latitante) è convinta che i due abbiano preso 850 mila euro complessivi perché l’imprenditore pugliese patteggiasse a Bari la pena per favoreggiamento della prostituzione in modo da bloccare l’uscita delle intercettazioni compromettenti per il premier. Quando Tarantini sa da Lavitola che Berlusconi ha sborsato 500 mila euro (ma non sa ancora che Lavitola gliene darà solo 100 mi-la), esulta: “La notizia che mi hai dato oggi, per me, vale oro, è come se mi avessero detto: ‘Sei assolto’. Perché lui aveva dato una parola e l’ha mantenuta”. Tarantini poi chiede a Lavitola di incontrare Berlusconi, ma Lavitola vuole continuare a essere l’intermediario che ottiene sempre più soldi dal premier: “Berlusconi va tenuto sotto pressione, va messo in ginocchio”. C’è poi un’altra intercettazione, del 23 giugno scorso tra Lavitola e la segretaria di Berlusconi, Marinella Brambilla. Secondo il gip di Napoli è “abilitata a concordare la consegna di consistenti somme di danaro in contanti”.

Fra i due, i pagamenti cash hanno un nome in codice: “Fotografie da stampare” . Dice Brambilla: “Allora riusciamo a stampare 10 foto, mandami... chi mi mandi il solito Juannino lì il tuo?”. “Sì”, risponde Lavitola. Berlusconi è parte lesa, ma non vuole andare a testimoniare perché non può avvalersi della facoltà di non rispondere. Una delle domande che lo terrorizza è proprio sui soldi sborsati, per di più in contanti: potrebbe scattare la violazione della legge anti-riciclaggio. Forse anche per questo Ghedini prova a tamponare la falla. Lo racconta a verbale uno degli avvocati di Tarantini, Giorgio Perroni: “Ghedini propose al presidente di accertare tramite me che sono difensore di Tarantini se tale somma fosse già stata versata a Tarantini, e ciò perché se per caso non l’avesse ancora ricevuta si poteva bloccare l'operazione”. Perché? “Basta vedere quello che è successo: non c’è dubbio che tale dazione poteva essere equivoca”.

La nipote di Mubarak

Le intercettazioni sono una parte fondamentale anche dell’inchiesta della Procura di Milano sul caso Ruby. Che, intercettata mentre parla con suo padre, il 26 ottobre 2010, a scandalo scoppiato, dice: “...sono con l’avvocato, dobbiamo trovare una soluzione. Mi ha detto che gli ha detto Silvio: ‘Dille che la pagherò il prezzo che lei vuole, l’importante è che lei chiuda la bocca, che neghi il tutto, e che dica pure di essere pazza, ma l’importante è che lei mi tiri fuori, che io non ho mai visto una ragazza che ha 17 anni, o che non è mai venuta a casa mia’”. Con un suo amico, sempre a ottobre 2010, quasi si vanta: “Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando il caso della D'Addario e della (Noemi, ndr) Letizia. Io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire con qualcosa: 5 milioni... Lui mi ha chiamato dicendomi 'Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno”. Il 7 settembre 2010, riferendosi alle sue deposizioni alla Procura di Milano, dice al telefono alla madre di un suo ex fidanzato: “Io ho negato che Silvio sa che sono minorenne”.

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