domenica 18 settembre 2011

La benedizione in nome dell’Ici


di Marco Politi

La Chiesa non stacca la spina a Berlusconi. Nel degrado in cui l’uomo di Arcore ha gettato la credibilità del premierato e della stessa Italia a livello internazionale, le massime gerarchie ecclesiastiche continuano a fornirgli l’appoggio politico.

Un sostegno vitale per lui e incomprensibile per la maggioranza dei credenti e dei cittadini. L’80% degli italiani (secondo il recente rilevamento di Mannheimer) non ha fiducia in lui. I cattolici hanno partecipato in massa al referendum che ha sconfessato clamorosamente i suoi trucchi per sottrarsi ai giudici. Cos’altro deve succedere perché dalle più alte cupole venga la semplice, evangelica dichiarazione: “Quest’uomo non pretenda di rappresentarsi come amico e difensore della Chiesa”?

Non basta la macchina del fango contro il direttore di “Avvenire” Dino Boffo, non bastano i crocifissi che ballonzolano sulle tette delle ninfette del bunga bunga, non bastano le menzogne istituzionali sulle minorenni, non bastano i commenti osceni su esponenti politici internazionali che spingono il premier a mendicare e minacciare un decreto bavaglio contro giudici e informazione.

Sembra che niente sia abbastanza per smuovere le gerarchie ecclesiastiche.

“Piovono guai su Berlusconi”, titola l’“Avvenire” come se si trattasse di improvvise disavventure e non dell’ennesima riprova di indegnità di un capo del governo che si circonda di lestofanti, parla come nemmeno i mitici scaricatori, consuma il tempo tacitando olgettine e consultando avvocati invece di occuparsi del Paese in maniera meno ridicola di quanto sia dimostrato dalle sue cinque manovre.

Eppure la Chiesa sa. Proprio sul giornale dei vescovi l’anno è cominciato con il monito che il presidente della conferenza episcopale cardinale Bagnasco aveva ricordato già nel 2010 che l’articolo 54 della Costituzione impone “decoro” a chi occupa le supreme cariche e che per loro risulta inammissibile scindere “ruolo e contegno”. Dunque il metro c’è. È ben presente nei palazzi ecclesiastici. Non è un’invenzione di anti-berlusconiani arrabbiati. È il semplice metro del buon senso, dell’etica civile, dell’attenzione al bene comune.

Ma quando è il momento di misurare definitivamente Silvio Berlusconi, l’istituzione ecclesiastica si rimette il metro in tasca, esprime un rimbrottino e poi volta la testa dall’altra parte e tace.

Giunti al dunque, non conta l’etica civile, non conta il bene comune, non conta che questo governo nulla stia facendo contro quei mali che pure la gerarchia ecclesiastica denuncia: la corruzione, l’evasione fiscale, il precariato, la disattenzione permanente ai problemi vitali delle famiglie.

Quasi si trattasse di un dogma, i vertici supremi ecclesiastici continuano a fare da sostegno a Berlusconi. Incuranti del fatto che il 70% dei vescovi la pensi diversamente. Tra i presuli, in effetti, il 40% è filo-centrista e il 30 ha una sensibilità sociale di centro-sinistra. Anche tra i vescovi Berlusconi è ormai in minoranza. E più che mai in minoranza è tra il popolo delle parrocchie indignato, arrabbiato, rattristato per i “baccanali” di Arcore e la trascuratezza con cui (non) viene seguita la situazione economica delle normali famiglie.

Oltretevere, però, ci si gingilla con l’ipotesi di rifondare un nuovo partito cattolico.

Ci si accontenta dei privilegi fiscali, dei soldi alle scuole confessionali, delle leggi civili bloccate da una maggioranza prona.

L’Italia va a rotoli? Sopire, troncare...

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

MA CHI HA PIU' FIDUCIA NEL VATICANO E NELLE ALTE GERARCHIE ECCLESIASTICHE!

Francy274 ha detto...

Chi crede nel Vaticano? Basta fare un giro nelle Chiese la Domenica, ascoltare le prediche fatte ai così detti "fedeli"... guardare i loro volti e poi ascoltare gli osanna alla "bellissima predica" fatta dal don cacchio di turno.
Quelli stanno bene, magnano e bevono gratiseee, a spese nostre. Le percentuali dei dissidenti nel clero, contro questo governo, non mi convincono. Se ciò fosse, Ratzinger avrebbe fatto marcia indietro, ma noto che quei pezzi di galera di Bertone e Bagnasco sono ancora là, a dirigere la musica degli introiti... e i fedeli pregano, pregano il buon Dio per un futuro migliore e danno l'obolo per la carrozza bianca con venti cavalli che troveranno dopo la morte, e che li accompagnerà "alla destra del Padre"... perchè a sinistra si sa, non c'è nessuno... in Paradiso!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

"--- pezzi di galera di..." E' UN PO' FORTE. E' AUSPICABILE USARE PERIFRASI EFFICACI ANCHE SE MENO FORTI.;-)