giovedì 22 settembre 2011

La Camera respinge l’arresto di Marco Milanese per soli sette voti


312 sì, 305 no: la casta ha salvato anche Marco Milanese. Una vittoria striminzita. L’arresto per l’ex braccio destro di Giulio Tremonti è stato evitato per soli sette voti. Avanti col governo, no allo Stato di polizia, basta intercettazioni sui giornali e coesione contro l’arresto di Milanese. E’ quanto comunicato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il consiglio dei ministri che si è tenuto stamane a Palazzo Chigi. Circa un’ora e mezza di incontro (iniziato alle 9.35 e finito alle 11.10) per ribadire quanto comunicato ieri dal premier al capo dello Stato Giorgio Napolitano e per dare il via libera all’approvazione il piano per le infrastrutture entro la prossima settimana.

Il Cavaliere, inoltre, sarebbe tornato a parlare anche sulle intercettazioni del caso Lavitola- Tarantini. “Contro di me è in atto una persecuzione da parte della solita magistratura politicizzata. Sembra di vivere in uno Stato di polizia” avrebbe detto il Cavaliere, prima che iniziasse la riunione del Consiglio dei ministri fermandosi a parlare con alcuni membri del governo. Berlusconi, inoltre, avrebbe anche a criticare aspramente la pubblicazione degli ascolti telefonici: “Non è possibile assistere ad una cosa del genere – sarebbe il pensiero del capo del governo – in questo modo si stravolge il senso anche di conversazioni puramente scherzose”. Il presidente del Consiglio, inoltre, ha dettato la linea sulla votazione sull’arresto di Marco Milanese: “Dobbiamo votare compatti, respingere l’attacco della magistratura, restare uniti”.

Sulla presunta intesa con il presidente del Consiglio (la Lega vota contro l’arresto di Milanese e a gennaio Berlusconi si fa da parte), invece, il senatùr ha detto che non esiste nessun accordo, pur non rispondendo alle domande dei cronisti sull’ipotesi di fine anticipata del Governo.

Prima della votazione, non poca preoccupazione tra i banchi della maggioranza, con i rappresentanti del Pdl che, calcolatrici dei telefonini alla mano, fanno e rifanno i conti per esser sicuri di evitare l’arresto di Milanese. L’ansia è ai massimi livelli, il timore è che non ci siano i numeri per respingere al mittente le manette per l’ex braccio destro di Tremonti.

Al momento delle dichiarazioni di voto, nessuna sorpresa. Api, Idv, Pd, Udc e Fli sono per l’arresto del deputato; la Lega – così come il Pdl (Paniz: ”C’è fumus persecutionis”) – invece voterà contro l’arresto, almeno stando a quanto dichiarato Rodolfo Paolini a nome del carroccio. Per la votazione, inoltre, da pochi minuti è arrivato alla Camera anche Silvio Berlusconi, che ha preferito non rilasciare nessuna dichiarazione ai giornalisti. Il premier ha salutato con grande affetto
Umberto Bossi, arrivato poco prima di lui in aula. Presente anche il ministro degli Interni Roberto Maroni.

Diverso l’atteggiamento del ministro
Giancarlo Galan, che uscendo dal consiglio dei ministri di stamane ha dichiarato che “quando c’è il voto segreto può accadere di tutto perché scattano meccanismi mentali che nessuno è in grado di prevedere”. Chiaro il riferimento di Galan a quanto accaduto per il caso di Alfonso Papa.

In tribuna stampa alla Camera, inoltre, c’è la folla delle grandi occasioni. In prima fila, tra gli altri, anche Bruno Vespa e il direttore del Tg de LA7, Enrico Mentana. E’ l’ennesima testimonianza di quanto sia importante la votazione di oggi per la tenuta e il futuro del governo.

Alle 12.10 iniziano le procedure di voto. Il risultato arriva dopo pochissimi minuti: 312 voti contro 305, la casta salva anche Marco Milanese. Anche se per soli 7 voti.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ANDIAMO A LEGGERE QUANTO SUCCEDE OGGI ALL'ITALIA AD OPERA DEI MERCATI!