di Marco Travaglio
“Se Berlusconi lasciasse la guida del governo, si aprirebbe una possibilità: si potrebbe ricominciare a discutere del ruolo della magistratura in questo paese...”. Ecco finalmente spiegato, grazie al professor Angelo Panebianco, perché anche il Corriere della Sera ha deciso, con 17 anni di ritardo, di scaricare B: per poter finalmente parlare “di cose come l’uso politico delle intercettazioni e la fine che hanno fatto, grazie al famoso circo mediatico-giudiziario, la tutela della privacy, la presunzione di non colpevolezza, eccetera”.
Insomma del “grande scontro fra politica e magistratura” che, a suo dire, cominciò il 3 ottobre 1985, quando Cossiga proibì, minacciando l’invio dei carabinieri, al Csm di difendere – come prevede
Panebianco la racconta così: “Cossiga inviò una lettera in cui vietava al Csm di mettere ai voti una censura nei confronti del presidente del Consiglio Craxi. Cossiga, Costituzione alla mano, negò che il Csm fosse dotato di tale potere di censura. Alcuni anni dopo Cossiga diventò oggetto di un attacco concentrico della magistratura militante” (tutte balle: la magistratura non prese alcuna iniziativa contro Cossiga dopo il 1985: ne aveva presa una
Dopodiché, ça va sans dire, lo “scontro” proseguì “con Mani Pulite”. E qui l’acuto Panebianco rivela che, sì, “la corruzione c’era ed era tanta, ma era ‘di sistema’ e per questo avrebbe richiesto una soluzione politica, non penale”.
Ecco: siccome rubavano in tanti, la soluzione era una bella amnistia.
Lo “scontro” proseguì nel ‘94 con “l’avviso di garanzia che raggiunse Berlusconi a Napoli durante una conferenza internazionale”: il fatto che
Per evitare lo scontro, i pm avrebbero dovuto fingere di non accorgersene e, trovate le prove, mangiarsele.
Ora, liquidato B., bisognerà bilanciare “il grave squilibrio fra democrazia rappresentativa e potere giudiziario”, dimostrato dalle “centomila intercettazioni” dell’inchiesta di Bari, “cose da pazzi (e il Csm zitto)”.
Forse Panebianco non sa che gli intercettati a Bari sono una quarantina (Tarantini più le mignotte reclutate per sollazzare B. e infilarsi negli appalti Finmeccanica e nella Protezione civile); che centomila sono le telefonate intercettate; e che il Csm non ha alcun potere di sindacare sul numero di telefoni intercettati da una Procura, visto che già ci pensano il Gip, il Riesame,
Il tuttologo del Corriere propone infine di “vietare di intercettare, anche in modo indiretto, chi occupa cariche istituzionali”, il tutto “per convincere gli investitori a fidarsi di nuovo di gente come noi”.
Che si fidino di gente come lui, è improbabile. Ma è ancor più improbabile che si riesca a impedire che un governante sia indirettamente intercettato.
A meno che Panebianco non pensi di vietare di intercettare 60 milioni di italiani, anche se coinvolti in giri di droga e prostituzione, perché potrebbero chiamare il presidente del Consiglio o venirne chiamati, magari da un cellulare peruviano. Così finalmente potremmo dire agli investitori: “Fidatevi dei nostri politici, sono tutti incensurati perché non possiamo più scoprire i loro delitti”. E vedere di nascosto l’effetto che fa.
1 commento:
LE CAZZATE DI PALLEBIANCO!
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