mercoledì 28 settembre 2011

SCIOGLIAMO LE CAMERE


Di Pietro chiama in causa il Colle. Due giuristi spiegano quali strade si possono imboccare

“Il presidente del Consiglio è solo. Non lo vuole più nessuno, nemmeno quelli che fino a ieri erano suoi alleati”, dice il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro che evoca le parole del cardinal Bagnasco (“Bisogna purificare l’aria”). E continua: “La presidente di Confindustria lo scarica ogni giorno. Gli editorialisti che fino a ieri gli avevano perdonato quasi tutto, gli chiedono di farsi da parte. All’estero non può più farsi vedere, e quando si tratta di ringraziare gli alleati per la guerra libica, Obama neanche nomina l’Italia. Eppure quest’uomo e questo governo, ridotti al lumicino, sono più pericolosi che mai. Sono disperati, quindi pronti a tutto. Berlusconi non teme solo di perdere il potere, teme di dover fare i conti con la giustizia , senza più scudi e corazze a garantirgli l’impunità”. La situazione però non è senza vie d’uscita: “È inutile sperare che il dittatorello asserragliato nel bunker si fermi qui”, conclude Di Pietro. “Bisogna fermarlo, e c’è un modo solo. Che i cittadini, civilmente e pacificamente, ma con determinazione, si facciano sentire in tutti i modi possibili. Fino a che la loro voce non troverà ascolto anche nell’unica sede che può dire basta a questo scempio, la Presidenza della Repubblica”. Si parla – e ne parlano i giuristi – con insistenza dell’ipotesi che, il presidente Napolitano, proceda allo scioglimento delle Camere. L’articolo 88 della Costituzione lo prevede e il degrado istituzionale cui siamo giunti in questo periodo non ha precedenti nella storia repubblicana. Due giuristi spiegano come uscire dalla stagnazione istituzionale.

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