Voglio prima di tutto complimentarmi ed esprimere la mia affettuosa vicinanza agli agenti delle forze dell'ordine, la cui perizia e il cui senso della misura hanno impedito che ieri una situazione drammatica degenerasse in tragedia.
Subito dopo voglio esprimere piena solidarietà a quel 99% di manifestanti che, nonostante una situazione di grande tensione e rabbia ha rifiutato e respinto le provocazioni. Non oso pensare a cosa sarebbe successo se ieri ad abbandonarsi alla violenza, invece di un migliaio di delinquenti, fossero state le centinaia di migliaia di giovani che hanno invece manifestato pacificamente.
Le malefatte di pochi delinquenti, però, non devono oscurare, come purtroppo sta succedendo, le giuste ragioni della protesta pacifica della grande maggioranza dei manifestanti.
Ma mi chiedo, e chiedo al governo e alle autorità competenti, come sia stato possibile che poche centinaia di teppisti abbiano potuto agire indisturbati per ore fino a che non sono riusciti, alla fine, a ottenere quello che cercavano, coinvolgendo negli incidenti molti altri manifestanti. Non voglio neppure pensare che dietro questa incomprensibile strategia ci fosse la scelta precisa di fare in modo che la manifestazione degenerasse per conquistare un argomento di facile propaganda politica.
I violenti devono essere isolati e puniti. Ma sarebbe anche sbagliatissimo sottovalutare il senso di disperazione che sta crescendo soprattutto tra i giovani nel nostro Paese. Se non riusciamo a offrire rapidamente uno sbocco pacifico e democratico a quella frustrazione sarà molto difficile evitare che imbocchi la strada della rivolta sociale.
Un governo che compra voti alla luce del sole, che combatte ogni giorno contro la legalità, che presenta al mondo un quadro desolante di corruzione, è l'opposto esatto di quel che servirebbe per offrire alla rabbia dei giovani una speranza e uno sbocco politico. Anzi, i suoi atteggiamenti sono una vera e propria provocazione che alimenta chi ieri ha messo a ferro e fuoco la capitale.
martedì 18 ottobre 2011
Governo e Black Bloc, la doppia provocazione contro gli indignati
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