martedì 4 ottobre 2011

Insieme per costruire il centrosinistra

Voglio prima di tutto ringraziare Nichi Vendola per aver lanciato un forte messaggio unitario intervenendo alla festa dell'IdV di Vasto.
Credo che sia necessario individuare alcuni punti fissi. Il primo è il sistema bipolare. Uno deve decidere da che parte stare e deve deciderlo prima di chiedere il voto agli elettori. Questa idea di stare al di fuori della logica bipolare è bellissima sul piano della protesta. Però il giorno dopo le elezioni impedisce di costruire l'alternativa e così crea le condizioni per rimandare dove stanno oggi quelli che invece dobbiamo sconfiggere.
Sono qui per ribadire che, nel sistema bipolare, l'Italia dei Valori intende partecipare responsabilmente e determinatamente alla costruzione dell'area di riferimento del centrosinistra. E' vero che il centrosinistra ha in sé esperienze e storie diverse, ma proprio nel gesto di responsabilità di trovare punti di incontro c'è la possibilità di costruire l'alternativa.
Io facevo il seminarista. Quando mi dicono, “ma tu che viene dal seminario, coi comunisti che c'entri?”ricordo quel che ilo Vangelo di Gesù Cristo insegnava, e mi pare che alla fine il primo socialista era proprio lui. Quando diceva “Fuori i mercanti dal Tempio”- Quando indicava la libertà, a solidarietà e le pari opportunità, uguali per tutti.
Io credo che dobbiamo partire da questa proposta. Dobbiamo far credere ai cittadini che c'è un'alternativa al governo delle destre. Certo, ci lasceranno delle macerie. Ce lo hanno indicato ieri le parti sociali, Confindustria, i sindacati, addirittura la Bce, quando ha detto che l'Italia deve far quadrare i conti. Voglio dirlo in modo forte e chiaro: che dobbiamo rimettere a posto i conti è vero, ma che debbano pagarli le fasce più deboli del Paese non lo deve decidere la Bce e non lo deve decidere l'Unione europea. Dobbiamo decidere noi a chi far pagare i danni e le conseguenze di questi danni. Se da una parte dobbiamo dare ragione all'Unione europea e impegnarci nel rimettere a posto i conti, dall'altra dobbiamo essere noi, con la nostra responsabilità e con la schiena dritta a far pagare questi conti a chi i danni li ha provocati.
Noi crediamo che le miserie della politica dipendano soprattutto da questa classe politica che ha occupato il Parlamento. L'altro giorno abbiamo assistito a un classico voto di scambio di stampo mafioso. Una maggioranza parlamentare che non c'è più compra, nel senso materiale del termine, i voti di alcune persone che non sono state elette col centrodestra ma vendono se stesse e la propria dignità, peggio di Giuda, per rimanere nel posto dove stanno o diventare ministri. Come ha fatto il ministro Romano: quando il Parlamento gli dà la fiducia, noi riteniamo di essere di fronte a un Parlamento criminale ed eversivo.
Come criminale ed eversivo riteniamo che sia il comportamento di quel ministro della Riforme che non vuole riformare l'Italia ma distruggere il Paese. Noi non ci limitiamo a quel che giustamente ha detto il presidente della Repubblica nel suo rimprovero di ieri. Noi chiediamo fortemente che al governo non ci possa più essere un ministro che lavora per distruggere il Paese.
Noi riteniamo che sia eversivo il comportamento di un ministro degli Interni che ogni giorno si vanta di combattere la criminalità, che si vanta ogni volta che riesce a sciogliere un consiglio comunale solo perché al suo interno c'è qualcheduno che ha rapporti di contiguità con la mafia (e noi siamo d'accordo nel scioglierlo) e poi proprio lui, come ministro degli Interni, fa parte di un consiglio dei ministri dove c'è qualcuno per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio per rapporti con la mafia. Maroni non ha più titolo morale per sciogliere nessun consiglio comunale perché sta attaccato alla poltrona! Se non riesce a sciogliere il consiglio dei ministri deve dimettersi, altrimenti è complice di chi è sospetto mafioso e sta all'interno del consiglio dei ministri.
Voglio raccontarvi una cosa di cui nessuno parla e che sta succedendo in queste ore. Il 16 ottobre si volta per il rinnovo del consiglio regionale e per il presidente della Regione Molise. Ora, sta succedendo una cosa particolarissima. Voi sapete che questo ministro degli Interni e questo governo ripetono spesso di dover far quadrare i conti, quindi, se i governatori delle Regioni non fanno quadrare i conti, viene dichiarato il dissesto finanziario, dopo di che il presidente della Regione non si può più ricandidare. E' una legge giusta. Solo che nella Regione Molise, quando hanno scoperto che questa legge doveva diventare operativa, qualche mese fa, hanno anticipato la data delle elezioni dal 16 novembre al 16 ottobre per poter non applicare a se stessi la legge. Il ministro Maroni lo ha permesso, proprio per evitare che il governatore del Molise, per cui è stato dichiarato il dissesto finanziario, non potesse ricandidarsi.
Noi siamo in presenza di un governo e di una maggioranza parlamentare che ogni giorno praticano un'azione criminale per salvaguardare se stessi, una volta il consiglio dei ministri, una volta il consiglio regionale e così via.
Siamo accusati ogni giorno, lo siamo stati anche oggi, di stare qui a fare antipolitica. Invece questa è la politica, e lo hanno dimostrato il milione e 200mila firme del referendum. I cittadini ci rincorrevano per fermare non perché volessero esercitare un'azione di antipolitica, ma perché volevano esercitare un'azione politica.
Noi vogliamo una nuova legge elettorale. Però io credo che dobbiamo essere tutti d'accordo su tre precondizioni che devono esserci in qualsiasi nuova legge elettorale e per cui dobbiamo batterci tutti quanti. Il problema non è solo di legge elettorale: è di classe politica. Non puoi chiedere al Paese di quel che la classe politica dimostra di essere all'interno del Parlamento.
Allora la prima regola che dobbiamo applicare a noi stessi come codice etico e impegno collettivo anche se ancora non c'è la legge e che poi ci impegniamo a far diventare legge nei primi cento giorni è che i condannati non devono poter essere candidati. Oppure, se qualcuno viene condannato definitivamente in costanza di mandato, decade automaticamente. Non che succede quel che è già successo e che hanno fatto un po' tutti e due i poli, che uno decade dal consiglio regionale e poi viene eletto in Parlamento.
Seconda regola: se qualcuno è stato rinviato a giudizio non può assumere incarichi di governo né locale né centrale: né assessore né ministro. Una cosa è la responsabilità penale e non c'è responsabilità fino a che non c'è condanna definitiva. Un'altra cosa è affidare le chiavi della cassaforte a uno che è sotto processo perché si frega le casseforti. Si deve sapere prima se sei una brava persona, non dopo che hai governato, perché non servirebbe a niente.
Terza regola: chiunque va in Parlamento non deve assumere altri incarichi né doppi incarichi, neanche professionali. Siamo stufi di vedere avvocati che la mattina vanno in Parlamento, si fanno la legge e nel pomeriggio se la vanno ad applicare nelle aule di tribunale.
Qualcuno dice: “Aspettiamo di vedere se la Corte costituzionale ammette o non ammette il referendum”. Come al solito aspettano il cavillo, ma la raccolta delle firme che abbiamo fatto per una nuova legge elettorale è innanzitutto un atto politico, con cui vogliamo dire che i cittadini intendono riappropriarsi del diritto di decidere chi mandare in Parlamento e soprattutto chi mandare a casa. Il messaggio politico è che questo Parlamento non ha più dignità morale, politica etica per restare.
Lasciatemi inviare un messaggio a tutti questi signori che ci applaudono il giorno dopo. Io me ne sono accorto con gli ultimi referendum: quando abbiamo vinto, hanno vinto tutti. In questo referendum elettorale, adesso che abbiamo raccolto le firme le hanno raccolte tutti. Bene, io voglio spezzare una lancia a favore del segretario del Partito democratico Bersani. Ha ragione: una marea di democratici sono venuti a firmare ai nostri banchetti. Una marea di elettori democratici.
Lasciatemi rivolgere un messaggio, dicevo, anche a tutti quei signori con la puzza sotto il naso che intendono sempre spiegare agli altri cosa devono fare e che la faccia non ce la mettono mai prima. Sempre dopo. Signor Montezemolo, signor Della Valle, avrete pure tutte le ragioni di questo mondo, ma sporcatevi le mani pure voi, vedete un po' cosa volete fare, non ci dite che non va bene mai niente. Questa idea di salire sul carro il giorno dopo non va bene.
Io non ho visto nessuno dei due a firmare per il referendum per cambiare le legge elettorale. Come si può dire che si vuole una nuova classe politica e poi, quando i cittadini fanno un referendum per cambiare la classe politica, non esserci?
Dobbiamo costruire l'alternativa. Deve essere un'alternativa all'un tempo di programma e di credibilità delle persone che si propongono. Di programma: è inutile mettersi insieme se poi sui temi fondamentali, strutturali, di sistema non ci si intende. Anche oggi ho sentito dire che Confindustria ha detto cose giuste. Ha detto cose giuste quando ha detto che non va bene quel che dice il governo, poi bisogna vedere cosa dice su come risolvere il problema. Ha detto delle cose giuste la Bce? Ha detto cose giuste quando ha detto che bisogna far quadrare i conti, ma poi bisogna vedere come farli quadrare.
Allora la prima cosa che dobbiamo fare è mettere in piedi questo programma e lanciare subito le primarie, perché dobbiamo essere pronti al più presto per poter costruire l'alternativa. Dobbiamo costruirla con le forze politiche che ci stanno. Il Partito democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori hanno detto che ci stanno. E' inutile che stiamo ad aspettare il signor Tentenna! Cominciamo, senza pregiudizi nei confronti di nessuno se non il pregiudizio etico e il pregiudizio programmatico, che non sono pregiudizi. E' un giudizio di valore il primo, ed è un giudizio di governo il secondo.
Oggi è un altro giorno importante per la costruzione di questa unità e il 5 novembre, quando il Pd farà quell'altra grande manifestazione, state pur tranquilli che io ci sarò e sono certo che ci sarà anche Nichi Vendola. Perché noi non ci vergogniamo di andare alle manifestazioni degli altri. Siamo orgogliosi di mischiarci e unirci agli altri.
Grazie

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