La matassa è difficile da sciogliere, e in ballo c'è la tenuta del governo. Le richieste europee di interventi strutturali sulle pensioni spaccano l'asse Bossi-Berlusconi, con
E' l'ennesimo rinvio, con il premier che prosegue gli incontri a Palazzo Chigi, a cena con alcuni ministri. Tra questi anche il leader della Lega Umberto Bossi. Ma anche durante il vertice serale non si trova la quadratura del cerchio.
Il Carroccio è la spina nel fianco. Sul tema pensioni è talmente categorica da minacciare mobilitazioni di piazza. A dare il polso di una situazione che rischia di sfuggire ad ogni controllo è quanto si apprende in ambienti vicini a Gianni Letta. Secondo il sottosegretario non è possibile andare mercoledì a Bruxelles senza avere misure scritte nero su bianco. "E' a rischio la tenuta del Paese", avrebbe detto il braccio destro del Cavaliere.
E mentre Lega e Pdl continuano a trattare,
Un groviglio difficile da sciogliere. Dopo il fallimento di quello odierno, domani ci sarà un nuovo incontro ma nessun Cdm (almeno per il momento), e Berlusconi potrebbe presentarsi mercoledì a Bruxelles senza nessun provvedimento varato ma solo, spera, con un accordo politico su un pacchetto di iniziative. La reazione dei partner europei e dei mercati a un tale atteggiamento sarebbe tutta da verificare.
La giornata. Il Consiglio dei ministri era stato preceduto in mattinata da una girandola di incontri. Tra questi, quello a Palazzo Grazioli fra Berlusconi e Tremonti prima, e quello al Quirinale fra lo stesso premier e Napolitano. Il Cavaliere era salito al Colle per rassicurare il capo dello Stato e garantirgli che l'Italia non è a rischio perché i 'fondamentali' - secondo il premier - sono solidi.
La giornata è stata convulsa, sia per la maggioranza che per l'opposizione, e di fibrillazione dopo l'aut-aut dell'Unione Europa sulle pensioni. Parigi e Berlino chiedono risposte entro mercoledì , ma dentro la coalizione di governo la frattura è difficilmente sanabile: Berlusconi per tutto il giorno ha insistito sulla riforma, dibattito aperto nella Lega, riunita per ore in via Bellerio. Riunione preceduta da una sibillina frase di Maroni: "Abbiamo già dato".
Base in rivolta. Intanto la "base" del Pdl si agita. Sul forum ufficiale ("Spazio azzurro") una sequela di sfoghi sintetizzati dall'avvertimento spedito a Berlusconi da un utente che si firma Massimo: "Lascia stare le pensioni, rischi di perdere una valanga di voti".
La discussione ha investito per tutto il giorno e anche la minoranza. Con Fli che si diceva disponibile a votare la riforma in cambio delle successive dimissioni di Berlusconi. Buttiglione (Udc) ragionava sull'"l'età pensionabile che va alzata ed è una vergogna che ce lo facciamo imporre dall'Europa invece di capirlo da soli". Nel Pd Follini ricalcava la posizione dei centristi, mentre per Cesare Damiano "non è accettabile intervenire nuovamente sulle pensioni". Il segretario Bersani provava a mediare, proponendo un pacchetto di misure più ampio: riforma del fisco aumentando la tassazione sulle rendite e alleggerendo il lavoro; liberalizzazioni; sviluppo del sud; riforma complessiva del welfare che preveda un sistema flessibile per il pensionamento con incentivi e interventi che riducano la precarietà dei giovani.
Chiusura totale invece da parte di Idv ("La priorità è recuperare le risorse riducendo i costi della politica, a partire dai vitalizi, e combattendo l'evasione fiscale e contributiva"), Sinistra e Libertà ("serve la patrimoniale e la tassazione delle grandi rendite finanziarie") e Prc (che invoca lo sciopero generale).
(24 ottobre 2011)
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