sabato 1 ottobre 2011

Legge elettorale: i condannati fuori dalle liste


La mia intervista oggi a Repubblica.

“E’ avvenuto qualcosa di incredibile: un milione e duecento mila firme raccolte tra agosto e settembre. Una grande vittoria”. E’ quanto afferma il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un’intervista pubblicato oggi sul quotidiano ‘La Repubblica’.

Nemici e tiepidi sostenitori dei quesiti annunciano una riforma elettorale da fare in Parlamento. Sciacalli o truffatori?
“La prima soddisfazione è che tutti, adesso, hanno capito la forza del popolo. Al di là del nostro impegno e di quello del comitato non ho mai visto tanti cittadini chiedere spontaneamente dov’erano i banchetti. Questa è voglia di politica, altro che antipolitica. La gente difende l’unico strumento democratico per far sloggiare dal Parlamento una classe politica che, eletta col Porcellum, si può vendere al miglior offerente. Tanto non risponde a nessuno”.

Torniamo al punto.
“Il punto è che le firme dicono: c’è bisogno di una nuova legge elettorale. Io lascio aperta la porta a soluzioni parlamentari. Ma evitando un’altra truffa ai danni dei cittadini. Perciò chiedo tre condizioni.

Quali?
“Coloro che sono condannati non possono essere candidati. E se vengono condannati in Cassazione durante il mandato parlamentare, decadono automaticamente. Divieto di assumere incarichi di governo per chi e' rinviato a giudizio. Incompatibilità a svolgere altre attività istituzionali".

Stop ai doppi e tripli incarichi.
“Non solo. Stop a quelli che continuano a svolgere le loro professioni. Avvocati, commercialisti, lobbysti di ogni genere che fanno da deputati gli interessi loro e dei loro clienti”.

Ci crede a una riforma elettorale senza referendum?
“No. Questa classe politica è figlia del Porcellum. E' impossibile che l'autore del malaffare faccia la battaglia contro il malaffare”.

Se invece il tavolo partisse accetterebbe leggi proporzionali?
“Io credo al sistema bipolare. Con le minoranze tutte rappresentate per fare da cane da guardia e la maggioranza messa nelle condizioni di governare. Non credo invece al terzo polo, che per sua natura è costretto ad accettare il programma di uno dei due poli maggiori e quindi può esercitare solo il suo potere ricattatorio o di compravendita”.

Il referendum può portare alle elezioni anticipate con questa legge. Eterogenesi dei fini?
“Se si vota in primavera la valanga referendaria avrebbe ottenuto comunque un grande risultato: rompere il bunker in cui è assediato il gheddafino italiano con l'aiuto della Lega. In Parlamento la sfiducia a Berlusconi non la otterremo mai. Solo la sfiducia di popolo è efficace. Lo hanno capito un milione e 200 mila italiani. E sono pronti a capirlo molti altri”.

1 commento:

gianni tirelli ha detto...

IL “PROFUMO” DEL POTERE

“Il pensiero che la società civile sia tanto meglio della classe politica è proprio sbagliato!”

Questa affermazione di Profumo ha dell’incredibile e ci conferma, ancora una volta di più, in quali mani, il nostro paese si sia andato a cacciare.
La società italiana che da quasi un ventennio, è il capro espiatorio dell’incompetenza, dell’arroganza e del malaffare di una cricca cialtrona che ha trasfigurato la sacralità del parlamento in un postribolo di profanazione dove si mercifica la dignità altrui a suon di privilegi, denaro e prostituzione, non solo, paga lo scotto di una politica ad personam, ma viene impunemente insultata, infamata e disonorata.
Questo giochino al massacro, ipocrita e vile, di “fare di tutta l’erba un fascio”, mettendo sullo stesso piano i comportamenti della politica e quelli dei cittadini, ha lo scopo di disertare ogni oggettiva responsabilità.
Vorrei rammentare all’ex Ad di Unicredit, alcune realtà di fatto (inopinabili e incontrovertibili) che divergono in maniera sostanziale dalla sua infondata affermazione.
1°) Tutti i cittadini che delinquono, diversamente dai politici, vanno in galera, pagando così il prezzo della loro colpa.
2°) La media dei salari dei lavoratori italiani, diversamente dagli stipendi astronomici dei politici, raggiunge a mala pena i 1200 euro mensili.
3°) Gli italiani hanno diritto ad una miserabile pensione dopo 35 anni di contributi, diversamente dai politici, ai quali bastano 35 mesi per assicurarsi una pensione “di tutto “rispetto”.
4°) L’infinita e vergognosa lista, relativa ai privilegi dei parlamentari (rimborsi spese, viaggi, telefono cellulare, tribuna d’onore negli stadi, tessera del cinema, del teatro, autobus, metropolitana, francobolli, viaggi aerei, treni, autostrade, corsi di lingue straniere, piscine palestre, barbiere, e chi più ne ha più ne metta), è un insulto alla miseria.
Se poi fosse vero, come afferma Profumo, che la società civile non è meglio della classe politica, non ci sarebbe da meravigliarsi, visto l’esempio che viene dall’alto!
Chi si è potuto onorare del consenso popolare, ha l’obbligo e il dovere, di tenere fede al suo giuramento di fedeltà allo Stato e verso principi fondanti della nostra Costituzione.

Gianni Tirelli