ELEONORA BIANCHINI
L'ex direttore della Padania è intervenuto ieri nel programma di Lucia Annunziata, In mezz'ora, confermando la tesi secondo cui la fedeltà del Carroccio al premier dipenderebbe da una fidejussione di due miliardi di lire stipulata dal Cavaliere nel 2000 per coprire tutti i debiti contratti nel tempo dal partito di Bossi
Ne aveva parlato Gilberto Oneto in una puntata de L’Infedele, ieri l’indiscrezione è stata confermata e ripetuta anche dall’ex direttore de
Moncalvo, direttore del quotidiano del Carroccio dal 2002 al
Secondo il giornalista, che cita tra le altre fonti la ex giornalista di Radio Padania Rosanna Saporie il giornalista di Famiglia Cristiana Guglielmo Sasimini, ci sarebbe un “vero e proprio contratto stipulato davanti a un notaio”. L’accordo, datato gennaio 2000, sarebbe stato firmato un anno prima delle politiche del
Moncalvo ha aggiunto che “Berlusconi aveva fatto un intervento economico pesante a favore della casse della Lega” che allora versava in uno stato finanziario critico: la sede del partito era stata pignorata e i giornalisti non ricevevano più lo stipendio. A quel punto Berlusconi avrebbe rinunciato “a un serie di cause civili per gli slogan e le paginate” de
Una compravendita che Moncalvo definisce “tipica della mentalità di Berlusconi”. A fare da mediatore nell’acquisto, di cui Umberto Bossi, la moglie Manuela Marrone e Giuseppe Leoni avrebbero disposto del 33% ciascuno, sarebbe stato Aldo Brancher, il ministro con la più breve carica nella storia della Repubblica.
Oltre alla titolarità del simbolo, il patto prevedeva anche la formazione di un think tank per la formulazione di una riforma costituzionale per l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. E se fosse passata col referendum, Napolitano, aggiunge Moncalvo, sarebbe stato “costretto a dimettersi”. Dall’altra parte Berlusconi, “convinto di essere eletto dal plebiscito popolare”, sarebbe andato al Quirinale. A fare parte del think tank, aggiunge l’ex direttore de
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