sabato 5 novembre 2011

3 MILIONI CON SANTORO UNA TELERIVOLUZIONE



“Servizio Pubblico” terzo programma più visto “Abbiamo appena cominciato”. Rai in subbuglio

di Carlo Tecce

La cartolina indica una strana firma, Mauro Masi: “Servizio pubblico è un esperimento coraggioso, va riconosciuto a Santoro di essersi messo in discussione con una scommessa non da poco”. L'ex direttore generale Rai, buttate le armi del censore, chiude una stagione televisiva. Anzi, un'epoca di contrasti, litigi, dogmi politici.

Con la televisione oltre la televisione, l'editore spinge per aver le notizie, non frena più, perché conta centomila teste diverse. Quelli che ieri hanno acceso Servizio Pubblico, sostenuto dal Fatto, con 10 euro, e poi si moltiplicano in 2,9 milioni di telespettatori, si traducono nel 12% di share, il terzo programma in assoluto dietro Don Matteo su Rai1 e Io canto su Canale5. E ancora: diventano 5 milioni di contatti in Rete, 300 mila utenti medi in contemporanea, un campione di 120 mila italiani per il sondaggio in tempo reale su Facebook. Creano una comunità che si muove per una ribellione. Quella civile e pacifica del telecomando: “'Il risultato conferma che è in atto – commenta Michele Santoro – una rivolta contro il degrado della tv generalista (che perde 11 punti di share, ndr) occupata dai partiti, sia nel pubblico che nel privato. Lavoreremo per estendere questa rivolta, per trasformarla in rivoluzione. E la rivoluzione, a guardare il grande successo, è già cominciata”. La prima è un risveglio collettivo per le emittenti regionali, che insieme segnano il 9,37% di share.

RACCONTANO che esistono, che nascondono un motore, tenuto a bassi giri, ma che se vogliono vanno veloci. Giovedì 27 ottobre, il pubblico di Nuova Rete San Marino era più piccola di una sala cinematografica: 88 (ottantotto) persone, giovedì erano in 20 mila. Telelombardia ha sfiorato i 400 mila spettatori medi, Telenorba è arrivata a 230 mila, Telecupole è passata da 1.581 a 215 mila: soltanto in tre battono Rai3 e Rete4.

L'editore Sandro Parenzo trova una nuova ricorrenza: “Da oggi, 4 novembre, si festeggia una doppia vittoria, la fine della televisione analogica. La post televisione ha ridato il telecomando in mano ai cittadini”.

Anche Piazza Pulita (La7) di Corrado Formigli, ex inviato di punta di Annozero, subisce l'impatto di Servizio Pubblico: segna il 4,76% di share, e perde il 3,47 in sette giorni. Ma Formigli accetta sportivamente il confronto: “È chiaro che quando si apre la competizione ci devi fare i conti. Siamo soddisfatti di com'è andata e siamo tranquilli. È passato un uragano: ha funzionato il combinato disposto di un programma molto forte, molto atteso e molto lanciato. Ma la partita è ancora lunga. E siamo gasati dalla competizione, che è comunque una buona notizia”.

E in viale Mazzini che dicono? Si sfoga l'opposizione, si dimena la maggioranza, ma quel 6,85% di Rai2 – Indiana Jones – è quasi la metà di Servizio Pubblico. E dunque Nino Rizzo Nervo, consigliere di amministrazione, invita l'azienda a riflettere: “Questi sono tre milioni di sonori schiaffi a chi ha determinato l’uscita di Santoro. Il 12% di share è un numero eccezionale, anche un grave atto d’accusa nei confronti del nostro direttore generale che, senza un voto del Cda si è arrogato il potere di rinunciare a una risorsa strategica Rai”.

Nichi Vendola, l'Italia dei Valori e il Partito democratico chiedono al dg Lorenza Lei di concedere spazio a Santoro sui canali Rai. Piuttosto complicato. Antonio Di Pietro ha chiamato in causa direttamente il presidente Paolo Garimberti, inviandogli una lettera per aver un incontro e discutere del ritorno in Rai di Santoro. Nessuna risposta: “Aspettiamo di ricevere ufficialmente e materialmente il testo di Di Pietro”. Dai piloni in acciaio di Cinecittà, viale Mazzini sembra ancora più lontano.

Nessun commento: