sabato 19 novembre 2011

Dopo il Terrore non si vive di spread


di Barbara Spinelli

Più che una rivoluzione della decenza (si chiama così in Germania il riscatto dopo epoche di torbidi) l’impressione che ho guardando le immagini delle ultime ore è quella di un Termidoro. Non sono i programmi di Monti a possedere questo colore, ma il clima strano intorno a lui. Certo il Termidoro liquidò il Terrore, ma aureolò le figure più potenti del regime precedente.

Stiamo assistendo a una sorta di santificazione di Gianni Letta. Osannato ieri alla Camera, l’ex vicepresidente di Fininvest s’è alzato allargando le braccia quasi fosse un Cristo Benedicente, un padre della Patria.

Eliminato Robespierre, Fouché che era suo più fedele servitore e ministro della Polizia divenne eroe riverito dai termidoriani.

La sua forza: gli intrighi, i tradimenti, il sangue freddo, e quella qualità che Letta possiede in massimo grado: l’aplomb, dote di chi non muove ciglio e sta diritto, come il filo a piombo.

A Berlusconi era ignota, ma chiamarla virtù pubblica mi pare un po’ troppo. È una dote estetica, condivisa coi “simpaticoni”. Non basta, per ricostruire l’Italia.

È giustificata quest’apoteosi di Letta, simbolo di non-rottura col passato? È necessario, continuare a sorvolare sul conflitto di interessi?

Passera ministro normalizza un’anomalia. Davvero non ha più interessi in Banca Intesa, Ferrovie, Telecom, Alitalia? Lo dica!

È d’obbligo la pace politica, d’accordo, ma in nome di che? Di quale morale pubblica? Non posso pensare che la Repubblica restaurata possa vivere di solo spread.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Condivido il Suo pensiero. Magnifica come sempre Barbara Spinelli.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

VERISSIMO!