mercoledì 2 novembre 2011

E' finito il tempo delle barzellette


L'Europa non si fida di Berlusconi e del suo governo. Lo dimostrano i messaggi arrivati in questo weekend dai rappresentanti di Stato e dagli esperti di economia e finanza di mezzo mondo.
Il segnale più chiaro e più pericoloso per il nostro Paese, però, era arrivato ancor prima: il tasso al 6% dei nostri titoli di Stato registrato venerdì scorso, sarebbe un disastro comunque, ma il fatto che sia piovuto sull'Italia poche ore dopo la presentazione del piano d'intenti del governo, lo rende più catastrofico.
La sfiducia dei mercati nasce proprio dall'esperienza: un governo debole, come quello italiano, non può affrontare una sfida tanto difficile in pochi mesi. E il presidente del Consiglio italiano vorrebbe cavarsela, come sempre, facendo il furbo. Ma stavolta non si potrà tirare fuori dai pasticci con la furbizia. L'Europa ha ragione quando dice che dobbiamo mettere a posto i conti. Lo capiscono tutti, se una famiglia deve spendere i propri guadagni per pagare gli interessi dei debiti, non resta più niente per le cose che avrebbe bisogno di fare
Però tutti capiscono anche che, per fare lo sforzo utile a saldare i debiti, quella famiglia deve essere unita e consapevole che il suo sacrificio è necessario, utile e giustamente ripartito. L'unione della famiglia serve anche per controbattere con forza quando si ritenga che le sollecitazioni richieste dalla Ue siano iniquee non servano alla risoluzione dei problemi.
Le misure che questo governo vuole proporre raggiungono l'effetto contrario. Infatti,le cifre diffuse dalla Cgia di Mestre certificano quali effetti avrebbero sull'occupazione, anzi sulla disoccupazione di massa. E ci dicono quanto sia socialmente pericoloso e generatore di conflitti il progetto illustrato nella lettera alla Ue. In una situazione del genere, raccontare che si metteranno a posto i conti pubblici in pochi mesi è una di quelle barzellette che piacciono tanto al presidente del Consiglio. Però il tempo delle barzellette è finito. E' ora che a governare sia qualcuno di cui il mondo e i mercati si fidino e che possa rimettere a posto i conti con equità e giustizia. Anche perché senza equità e senza giustizia non ci si riuscirà mai.

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