venerdì 4 novembre 2011

Governo, Berlusconi: “Abbandonare la maggioranza è un atto di tradimento al Paese”


In una conferenza stampa al termine del G20 il premier sminuisce l'intervento del Fondo Monetario Internazionale sull'Italia definendola "certificazione" delle riforme promesse dall'esecutivo

“La maggioranza non è in pericolo”, “in Italia la crisi non è così drammatica” e l’assalto dei mercati al Paese “è solo una moda passeggera”. Ne è convinto Silvio Berlusconi che, durante la conferenza stampa al G20 a Cannes, si dice sereno. Su tutto. A partire dal governo. Le defezioni degli ultimi giorni non lo preoccupano. Anche perché, aggiunge, “abbandonare la maggioranza è un tradimento non nei confronti del Pdl ma nei confronti del Paese”. Il premier si è detto certo della tenuta del suo esecutivo. “Chi ha lasciato il Pdl o pensa di farlo, una volta che avrà parlato con me” ritornerà sui propri passi. “Ci sono parlamentari che si sono sentiti scavalcati dalla promozione di altri colleghi”, osserva il Cavaliere. “Restare in Parlamento a dare il proprio voto” senza partecipare alla stesura delle leggi “è un’attività alienante” Inoltre, ha aggiunto, “non vedo personalità in Italia in grado di potermi sostituire alla Presidenza del Consiglio. Mi sono chiesto chi potrebbe rappresentare l’Italia se non ci fossi io e il panorama della politica non mi ha indicato un personaggio che potrebbe rappresentarla dignitosamente”. Quindi “il ricorso alla fiducia è un fatto quasi obbligatorio, continueremo con il ricorso della fiducia” con la certezza “di andare avanti senza problemi con le riforme”.

Il Cavaliere, oltre a parlare della crisi del Governo, ha risposto ai giornalisti anche sulla difficile situazione economica e del controllo da parte del Fondo Monetario Internazionale. “Abbiamo concordato con il Quirinale la nostra richiesta di certificazione”, ha detto. “Se Fmi certificasse che le riforme non dovessero essere approvate noi saremmo in difficoltà, ma noi attueremo le riforme”, ha detto chiarendo il motivo della decisione di chiedere il monitoraggio da parte del Fondo monetario internazionale. “Non c’è nessuna limitazione della sovranità nazionale”, dice il premier. “Si tratta di un intervento di certificazione. Il Fondo non deve intervenire dando giudizi sulle riforme ma certificare che le riforme concordate con l’Eurogruppo saranno attuate”. Secondo il Cavaliere “si tratta di certificazione da parte del Fondo monetario nazionale, non di monitoraggio. Non abbiamo bisogno del fondo salva-stato. E’ una moda passeggera per cui i mercati si avventano contro i titoli italiani”. Eppure Barroso aveva detto l’esatto contrario. Ma certo, ha ammesso, in caso di mancata certificazione “l’Italia sarebbe in difficoltà”.

Ma Berlusconi nega assolutamente che la situazione in Italia sia critica come la descrivono i giornali. Anzi: “Mi sembra che in Italia non ci siauna forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni, anche per l’ultimo ponte gli alberghi erano al completo; quindi non è così drammatica la situazione”, ha detto il premier. Un giornalista gli ha fatto notare che non la pensano così le parti sociali, gli imprenditori, i sindacati, le aziende che chiudono, i cittadini, i pensionati. Ma secondo Berlusconi non è colpa della crisi. “Con l’adozione dell’euro si sono verificati degli impoverimenti di una fascia consistente della popolazione italiana; non è colpa dell’euro ma è colpa del cambio euro-lira fatto da quel governo che è stato penalizzante per l’Italia”.

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