domenica 20 novembre 2011

Governo, Pdl: "Sottosegretari solo tecnici" Fini: "Aboliremo i vitalizi degli ex deputati"


Dopo i ministri, tocca ai sottosegretari. L'ala del Pdl che ha mal digerito la nascita del governo Monti prende spunto dalla nuove nomine in arrivo per palesare tutto lo scetticismo possibile per il neonato esecutivo. Arrivando ad esultare per "la meravigliosa, lunghissima, straordinaria campagna elettorale che ci separa dal voto che sarà nella prossima primavera o in quella successiva". Dai "falchi" arrivano nuovi paletti e avvertimenti al premier: "I sottosegretari li analizzeremo uno per uno e faremo loro gli esami del sangue, e basta bigliettini", dice l'ex ministro Renato Brunetta, parlando a un convegno sui "socialisti riformisti nel Pdl" a Milano.

Il riferimento è al bigliettino fatto arrivare ieri al neopremier dal vicesegretario del Pd, Enrico Letta. Questione su cui torna anche
Maurizio Gasparri: "Invece di mandare patetici pizzini come fanno alcuni esponenti del Pd, come capogruppo Pdl al Senato voglio pubblicamente confermare al professor Monti che i sottosegretari devono essere tecnici, e non politici travestiti da tecnici". Il presidente dei senatori Pdl al Senato aggiunge: "Il governo non faccia errori che complicherebbero molto i rapporti con il Parlamento. Le forze politiche si astengano da balletti francamente ridicoli. Se deve essere fase tecnica e di tregua lo sia fino in fondo. Il confronto sarà sui contenuti, non sugli strapuntini".

La spaccatura irrisolta in cui si trova il partito di Berlusconi è confermata dal diverso tono usato dal capogruppo alla Camera,
Fabrizio Cicchitto. "Il voto anticipato sarebbe stata una follia, sosterremo senza subalternità il governo". La mediazione è ancora nella posizione del segretario Angelino Alfano: "Saremo leali ma non subalterni e quindi, se ci saranno deviazioni e forzature, non avremo esitazione a negare il nostro sostegno. In sostanza saremo leali con chi sarà leale con noi. Diciamolo chiaramente: se oggi è nato il governo Monti ciò è stato consentito da Silvio Berlusconi, se Berlusconi non fosse stato d'accordo il governo Monti non si sarebbe fatto".

VIDEO: PARLA MONTI

FOTO: IL BIGLIETTO DI LETTA


Le due anime del Pdl, però, si riuniscono quando si tratta di puntare il dito contro il responsabile della crisi del centro. Ovvero
Giulio Tremonti. "Le cose che non abbiamo fatto - dice Brunetta - sono imputabili a un errore della politica economica del ministro dell'Economia, che purtroppo si è imposto a tutto il governo: dovevamo affiancare agli antibiotici le vitamine, lavorando per il capitale umano e migliori servizi". Cicchitto concorda: "I punti deboli sono stati due: i tagli lineari voluti da Tremonti che sono una negazione del riformismo, perché se tagli tutto rischi di tagliare anche forze dell'ordine e altri settori che non devono essere colpiti, così come la mancata ricerca di una politica per la crescita".

Fini e i vitalizi degli ex deputati - Da Verona, dove ha parlato al convegno del Terzo Polo, il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha lanciato l'allarme: "Questo è l'ultimo governo in grado di far uscire l'Italia dalla crisi. Se dovesse fallire, non fallisce solo il governo Monti, ma rischia di fallire l'Italia intera". Fini ha anche annunciato che "tra qualche settimana la Camera abolirà il vitalizio degli ex parlamentari": "Non è la politica che costa - ha detto Fini (VIDEO ) - sono gli apparati, gli enti e i parlamentari a incidere. In questi 18 mesi accanto alle riforme del Governo le Camere dovranno intervenire per dare l'esempio".

D'Alema contro la Lega - Dal Pd, intanto,
Massimo D'Alema si fa sentire sul possibile arrivo di Roberto Maroni al suo posto alla presidenza del Copasir: "La Lega dispone della presidenza della commissione Bilancio, di quella alle Attività produttive, Ambiente e queste le ha avute in quanto partito di governo - ha detto D'Alema - . Adesso vuole le presidenze che spettano all'opposizione, ma vuole anche mantenere quelle che spettano alla maggioranza. Mi pare che il primo obiettivo della lotta della Lega sembra essere quello delle poltrone, non so quale sarà il secondo".

Casini e il dialogo
- Più morbido Pier Ferdinando Casini, pronto a dialogare "con quella parte responsabile della Lega che ha capito che a forza di populismo e slogan si sta affondando il Paese". E un appello a toni più distesi condiviso da Fini: "Se vogliamo uscire dalla travagliata storia che abbiamo alle spalle dobbiamo dire basta alle alleanze costruite solo per battere un avversario. I prossimi mesi saranno la cartina al tornasole di questo livello di responsabilità".

Infine
Di Pietro. L'ex pm non entra nella diatriba sui cosiddetti poteri forti e preferisce, invece, parlare di "un governo forte" che dovrà pensare e occuparsi dei cittadini deboli.

Mario Monti intanto è al lavoro in vista del consiglio dei ministri di domani: "Anche oggi sarà una giornata intensa e impegnativa", ha detto a Sky Tg 24 lasciando l'hotel Forum e diretto a Palazzo Chigi.

(19 novembre 2011)

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