domenica 20 novembre 2011

Monti apre il dossier economia Ici, Iva e meno tasse sul lavoro


di ALBERTO D'ARGENIO

Incassata la fiducia come premier, Mario Monti si mette il vestito da ministro dell'Economia. Il professore della Bocconi - che è anche titolare del Tesoro - passa l'intera giornata in Via XX Settembre in compagnia del suo staff a spulciare il bilancio dello Stato ereditato da Tremonti. In mattinata l'ex commissario Ue lo aveva annunciato, "sarà una giornata impegnativa". Al ministero ci resta fino a tarda sera. Non solo deve prendere le prime decisioni chiamate a rilanciare il Paese, ma deve prepararsi alla trasferta di Bruxelles di dopodomani, quando ai vertici europei illustrerà come intende portare l'Italia fuori dall'emergenza in cui l'ha trascinata l'esecutivo Berlusconi. Tanto che il presidente della Camera Gianfranco Fini avverte: "Questo è l'ultimo governo in grado di far uscire l'Italia dalla crisi: se dovesse fallire rischia di fallire l'Italia intera". Ribatte Angelino Alfano che il Pdl sarà "leale ma non subalterno" al governo, "se ci saranno forzature negheremo il nostro sostegno".

La prima settimana del nuovo premier sarà decisiva. Domani debutta il consiglio dei ministri durante il quale ci sarà un vero e proprio brain storming, una ricognizione di tutti i dossier per decidere le priorità sulle quali ogni ministro dovrà concentrarsi in vista dei successivi pacchetti di riforme. Si punta ad approvare le prime misure entro l'Immacolata. Poi, mentre a Roma il sottosegretario Catricalà prenderà in mano il delicato dossier viceministri-sottosegretari, Monti sarà in viaggio tra Bruxelles e Strasburgo. Martedì vedrà Barroso e Van Rompuy, oltre al vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani e gli europarlamentari italiani. A Barroso e Van Rompuy Monti illustrerà le riforme strutturali allo studio per rispondere alla crisi. Per quanto gli consentiranno i pochi giorni di lavoro, entrerà più nel dettaglio su misure e tempi di approvazione rispetto a quanto fatto giovedì al Senato. Ma Monti ascolterà anche i suggerimenti degli europei, che potrebbero influenzare la sua agenda economica. Di fatto il primo risultato che ci si aspetta a Palazzo Chigi è l'attenuazione della tenaglia europea sull'Italia: se la coppia Berlusconi-Tremonti era stata commissariata, a Monti dovrebbe essere concessa un'apertura di credito che allargherà le maglie del monitoraggio su Roma. Tanto che il professore non dovrebbe consegnare nessun documento con impegni e tabelle di marcia come invece imposto al Cavaliere. Giovedì Monti sarà a Strasburgo per vedere Sarkozy e la Merkel. Tappa che, si confida a Palazzo Chigi, dovrebbe segnare il rientro dell'Italia nel direttorio che detta le scelte strategiche dell'Ue.

Sui tempi per l'adozione delle prime misure anti-crisi a Roma nessuno si sbilancia. Monti e i suoi ministri stanno studiando da poche ore i dossier, quindi si esclude che il governo riesca a varare un pacchetto prima dell'Eurogruppo del 29 novembre. Se quel vertice per il governo Berlusconi era lo spartiacque tra la definitiva bocciatura e un esiguo residuo di fiducia nei suoi confronti, per Monti dovrebbe essere una tappa intermedia. Più facile che il premier cerchi di sfornare le prime decisioni di peso entro il vertice europeo del 9 dicembre. Secondo quanto filtrato da Via XX Settembre il primo pacchetto di misure dovrebbe prevedere il ritorno dell'Ici sulla prima casa accompagnato da una rivalutazione dei valori catastali. Se non dovesse bastare ci potrebbe essere un nuovo aumento dell'Iva. Misure per far cassa compensate da una riduzione di Irpef e Irap per alleviare il peso su lavoratori e aziende. E poi l'abbassamento del tetto dei pagamenti in contanti a 350 euro contro l'evasione. Nel pacchetto potrebbero anche entrare le liberalizzazioni per rilanciare l'economia.

(20 novembre 2011)

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