mercoledì 2 novembre 2011

I furbetti del Botteghino


di Marco Travaglio

Piero Fassino, il 23 giugno 2005, denunciava l’“incomprensibile puzza sotto il naso” verso speculatori come Gnutti, Ricucci e Coppola, impegnati nelle scalate bancarie di Fiorani e Consorte. E il 7 luglio spiegava: “È tanto nobile costruire automobili o essere concessionario di telefonia quanto operare nel settore finanziario o immobiliare”.

D’Alema domandava: “Cos’ha che non va Gnutti?”.

Poi partirono le inchieste.

Fassino parlò di “aggressione contro i Ds e la sinistra” orchestrata da “settori del mondo economico, finanziario, giornalistico” per “discriminare il movimento cooperativo” come “figlio di un dio minore”.

D’Alema denunciava la “campagna razzista contro Unipol” ordita da “certi interessi e salotti” e assicurava: “Le coop sono una riserva di etica protestante”, ergo “sono convinto che alla fine Consorte uscirà pulito”.

Bersani elogiava Fiorani (“molto dinamico, capace, sveglio, attivo”) e Ricucci (vittima di presunti “razzismi”), ma soprattutto Fazio, invitandolo a non lasciare Bankitalia e a non “cedere a una confusa canea”.

Sappiamo com’è finita, almeno in primo grado.

Fazio, Ricucci, Fiorani, Gnutti, Consorte & C. condannati. Altro che “uscire puliti”, “razzismo”, “puzza sotto il naso”, “figli di un dio minore”, “etica protestante”.

Per l’assalto Bpl ad Antonveneta, Consorte ha patteggiato 10 mesi per appropriazione indebita e truffa allo Stato ed è stato condannato in primo grado a 3 anni di carcere e 1 milione di multa per aggiotaggio.

Per l’assalto Unipol a Bnl ha collezionato altri 3 anni e 10 mesi più 1,3 milioni di multa per aggiotaggio, insider trading e ostacolo alla vigilanza Consob.

Dunque non solo per la Procura, ma anche per due gip e per sei giudici di tribunale, le scalate dei “furbetti del quartierino”, patrocinate nel 2005 da Fazio e sponsorizzate l’una (Fiorani) da Forza Italia e Lega, l’altra (Consorte) dai Ds, erano un unico intreccio criminale per assicurare il controllo dei maggiori partiti di destra e sinistra su un bel pezzo della finanza italiana e, tramite Ricucci, sul Corriere della Sera. Se la banda del buco non fosse stata intercettata dal gip Forleo su richiesta dei pm, la grande rapina finanziaria ed editoriale sarebbe andata in porto. E dopo Bnl, Antonveneta ed Rcs, i furbetti e i loro sponsor avevano già adocchiato la Fiat, Generali, gruppo Riffeser. Ora Consorte manda segnali in codice agli ex Ds: “Dirò tutto”. Forse si riferisce all’episodio di insider che l’ha visto condannato per avere svelato notizie riservate a Fassino e a Latorre sulla scalata occulta a Bnl. Del resto, all’inizio del processo, aveva provato a citare come testimoni D’Alema, Latorre e Bersani. I primi due – che i magistrati volevano indagare per concorso nel suo aggiotaggio, ma non poterono farlo perché Senato e Parlamento europeo negarono l’autorizzazione a usare le intercettazioni – avrebbero dovuto “riferire sul ruolo di sostegno all’operazione Bnl-Unipol nei confronti di referenti politici e organizzazioni economico-finanziarie ostili”. E Bersani parlare dei “rapporti con membri del patto Bnl e organizzazioni finanziarie ostili”. In un’intervista-bomba al Corriere, seguita dal silenzio-tomba degli interessati, Consorte svelò che una parte della sinistra lo “mollò” perché “temeva che Unipol avrebbe reso più forti Fassino e D’Alema”: Unipol+Bnl doveva diventare il “braccio finanziario a sostegno del governo e mancava poco alle elezioni del 2006 vinte dal centrosinistra”. Cioè: l’“abbiamo una banca?” di Fassino e il “Gianni facci sognare!” di D’Alema preludevano a un’Opa sul nascente Pd, con l’Unipol “braccio finanziario” del nuovo partito. Per capirlo già nel 2005, non servivano le intercettazioni. Bastavano le dichiarazioni pubbliche di D’Alema, Fassino e Bersani in favore di Fazio, Consorte e furbetti vari. Ora questi gentiluomini sono stati tutti condannati in tribunale: possibile che D’Alema, Fassino e Bersani non abbiano nulla di cui pentirsi, o almeno scusarsi?

5 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Colpiti e affondati dall'implacabile giornalista!
Era ora!

nina ha detto...

Non mi stupisce che questa "sinistra" non sia efficace nell'opposizione, non abbia grandi alternative da proporre, non sappia incidere quando governa:
fondamentalmente pensa allo stesso modo, respira la stessa aria, usa gli stessi metodi dei suoi "avversari" (che sono tali più di nome che di fatto).
Siamo in un mare di guai!
Un saluto
Nina

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Diagnosi esatta, ma oggi, a tre giorni dal punto di non ritorno, bisogna sperare che il capo dello Stato constati la perdurante inadempienza di B., sciolga le camere per indire nuove elezioni. E' l'unico segnale al mercato, agli investitori e agli speculatori che è cambiato il direttore d'orchestra e la musica.
Quello 'schizofrenico' spontaneamente non andrà mai via. E quando parlo di schizofrenia parlo di malattia vera e propria.
“La schizofrenia è una forma di malattia psichiatrica caratterizzata, secondo le convenzioni scientifiche, da un decorso superiore ai sei mesi (tendenzialmente cronica o recidivante), dalla persistenza di sintomi di alterazione del pensiero, del comportamento e dell'affettività, con una gravità tale da limitare le normali attività della persona.”

nina ha detto...

Incrociamo le dita

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Va chiarito che il concetto di 'punto di non ritorno' non è una regola economica m un dato statistico.