La maggioranza perde altri pezzi: ora sono a 313, sotto la quota-fiducia
di Fabrizio d’Esposito
Il regime crolla e il camerata della Destra Francesco Storace, che al governo vanta un sottosegretario (Musumeci), invoca la pena massima: “Quei deputati che in queste ore cambiano partito mentre Berlusconi è a Cannes per l’Italia, meriterebbero di essere fucilati alla schiena”.
All’indomani della fatidica notte dell’Hassler, sei frondisti certi, i traditori sono stati due e mezzo. Di fatto la maggioranza non c’è più. Dopo l’addio di Roberto Antonione, tra i firmatari della lettera dell’Hassler, il centrodestra scende da
L’EFFETTO della partenza di B. per il G20 di Cannes è stato quello di moltiplicare riunioni più o meno segrete di malpancisti a tutti i livelli, dal Pdl agli ex Responsabili. E l’annuncio della fiducia la prossima settimana alla Camera è apparso a molti come il necrologio della maggioranza.
Anche per questo si è rimesso al lavoro lo sherpa delle trattative Denis Verdini, triumviro del Pdl e garante di tutte le fiducie passate, dal 14 dicembre
Nell’agenda di Verdini la priorità sono i “frondisti sparsi” dell’Hassler: i sei che hanno firmato la lettera per il passo indietro del premier. Quattro sono considerati “irrecuperabili”: Destro e Gava (primo nucleo del movimento di Montezemolo), Antonione e Pittelli. Quest’ultimo è incluso ancora nell’elenco dei 313 conteggiati. Senza si scenderebbe a 312. Così come sono calcolati “dentro” Stracquadanio e
Qualcuno dei suoi colleghi di maggioranza fa notare però che Gianni sarebbe stato contento della firma messa dal premier prima di partire per
L’ELENCO della slavina possibile continua con Giuliano Cazzola, altro falco della prima ora che adesso chiede a B. “un passo indietro” a favore del solito governo Letta. Senza contare che dal Senato potrebbe arrivare un’altra lettera, quella di Pisanu e Saro (quest’ultimo autore della missiva alla fine rimasta anonima, senza firme, una settimana fa). Insomma, uno stillicidio che incrocia soprattutto ambizioni e vendette personali. Ormai è l’ora del tutti contro tutti, in cerca di ricandidature.
La genesi dello strappo dell’altra notte è in una riunione che risale al 12 ottobre, quando il sottosegretario Guido Crosetto riunì una trentina di deputati per arginare, ironia della sorte, gli scontenti di Scajola. Una sorta di anti-fronda che a sua volta ha partorito altri dissidenti. Quel giorno c’erano Gava,
Da un mal di pancia all’altro. Gli ex-Responsabili stanno esplodendo. Sardelli già è andato via, ieri altri tre (Iannaccone, Porfidia e Belcastro) sono passati nel Gruppo Misto precisando però che non voteranno contro B. Sotto osservazione per la fiducia restano Milo e Pisacane e il solito Scilipoti.
Questa volta la diga di Verdini, per conto di B., potrebbe non reggere.
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