martedì 22 novembre 2011

Minzolini: il mio telegiornale è obiettivo Chi dice che devo lasciare il posto?


Direttore, senti: come sarà il tuo Tg1 ora che Mario Monti è a Palazzo Chigi?
«Scusa, ma che domanda è? No, me lo devi spiegare... che domanda è?».
È una buona domanda, credo.
«Tu dici?».
Dico. In fondo conoscere la linea che tu,
Augusto Minzolini, darai adesso al tuo telegiornale è...
«Ascoltami bene: io farò il tigì che faccio sempre».
Quindi, secondo quanto sostengono alcuni osservatori, un po' sbilanciato...
«Ma no! Ma che dici? Macché! Io faccio un tigì oggettivo!».
Oggettivo?
«Sì, certo, oggettivo».
Imparziale?
«Proprio così. E adesso seguiremo Monti esattamente come si deve seguire un presidente del Consiglio. Io ho sempre raccontato i fatti, ho dato sempre tutte le notizie...».
Hai anche fatto un bel po' di editoriali in difesa di Silvio Berlusconi, però.
«Embé?».
Ad un certo punto è dovuto intervenire, e per iscritto, persino il presidente della Rai,
Paolo Garimberti, ravvisando un superamento dei «limiti» del servizio pubblico.
«No, scusa: secondo te io non dovrei intervenire se linciano Berlusconi in piazza? Se credi che sia ingiusto intervenire in difesa di uno linciato, scrivilo tu».
Berlusconi non è stato linciato, è stato contestato. Una contestazione che anche il Corriere ha trovato fuori luogo.
«Un corno! Invece è stato proprio linciato! Gli hanno tirato monetine e le urla, le cose che gli hanno urlato contro erano molto, molto violente...».
Comunque anche altre volte sei prontamente sceso in difesa dell'ex premier.
«Ogni volta che ho ritenuto fosse giusto, sì, e allora?».
Allora a te, giornalisticamente, non cambia nulla se adesso, a Palazzo Chigi, invece di Berlusconi siede Monti: è così?
«Bravo, esatto, è così. Io ho la coscienza a posto e... Però, senti: adesso io ho una persona davanti e... no, davvero, guarda, dobbiamo risentirci tra un po'...».

(Quaranta minuti dopo. Il tempo di ascoltare, in Transatlantico, a Montecitorio, un po' di serissime chiacchiere proprio sul conto di Minzolini: imminente cambio alla guida del Tg1, Minzolini tratta la sua uscita, toto-successione ).

Hai saputo, direttore?

«Cosa dovrei sapere?».

Gira voce che stia per finire la tua esperienza al Tg1.

«Ah sì?».

Già.
«Non ne so niente. Giuro».

Dai...
«No, niente, non so niente. Ma chi le dice, dove le dicono queste cose?».

In Transatlantico. Dicono che un po' il calo degli ascolti, un po' la vicenda giudiziaria legata all'uso della carta di credito, un po'...
«Quante cose sai... E che altro sai, eh? Dammele tu le notizie...».

Beh, c'è anche una buona notizia.
«Tipo?».

Dicono pure che ti è stata promessa la direzione del settimanale Panorama , di proprietà della famiglia Berlusconi.

«Panorama ... Senti, la sai una cosa? Io lo faccio da prima di te questo mestiere, perciò...».

Mi spiace, direttore, ma sono voci: e tu ovviamente puoi smentirle...
«Guarda che l'ho inventato io questo metodo, capitooo?».

Posso farti un'altra domanda?
«Uhhh... Sto facendo una riunione, ho davanti due caporedattori... Ti do un bacio, va bene? Dai, ciao, baci baci...».

(Minzolini, 53 anni, romano, due celebri comparsate in altrettanti film di Nanni Moretti - «Io sono un autarchico» e «Ecce Bombo» - dopo la maturità classica comincia subito la professione: Asca, Panorama, poi editorialista a La Stampa. Soprannome emblematico: lo squalo. Uno dei pochi giornalisti ad aver dato il nome a uno stile, il «minzolinismo». Wikipedia: «Neologismo inteso come forma di giornalismo che si basa su dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle informazioni raccolte». Giudizio severo. Minzolini se lo andavano, ce lo andavamo a leggere tutti ).

Fabrizio Roncone19 novembre 2011

2 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Comincia a bruciare qualcosa, vero? Magari il culetto...

Francy274 ha detto...

A questo non gli brucia niente, comunque casca resta sempre in piedi... I guai sono nostri, che paghiamo simili obbrobri cari e salati, anche se inutili e insopportabili. Di bello c'è che non si vedrà più la sua faccia horror.