martedì 22 novembre 2011

Napolitano: «È una follia che i figli di immigrati nati in Italia non siano cittadini»


Dal confronto politico all'immigrazione. Giorgio Napolitano al Quirinale torna a parlare della situazione italiana. Ma allarga anche alle altre problematiche. Per il Capo dello Stato ora c'è «la possibilità di fare in Parlamento quello che non si è potuto fare negli anni passati». Certo, il mare è ancora «un po' mosso ma credo ci siano maggiori possibilità di dialogo e confronto fra gli schieramenti». Certo che «avremo le condizioni per una maggiore obiettività e costruttività»

L'IMMIGRAZIONE- Ed è proprio sulla scia del dialogo che Napolitano coglie l'occasione di parlare anche di diritti degli immigrati durante l'incontro con la federazione delle chiese evangeliche in Italia. Riprende il discorso fatto solo una settimana fa quando al Colle ha ricevuto una rappresentanza dei "nuovi cittadini italiani". «Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione». Napolitano ha auspicato che tale iniziativa dovrebbe rientrare nella consapevolezza della necessità di «acquisire anche nuove energie in una società per molti versi invecchiata se non sclerotizzata». E la nomina di Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio, a ministro della Cooperazione internazionale e dell'integrazione sociale segnala «la possibilità di riprendere le politiche di integrazione che hanno uno sviluppo ormai lontano».

LE REAZIONI- La Lega si schiera compatta per il no. E si dice «pronta a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze». Lo ha fatto sapere l'ex ministro Roberto Calderoli. che richiamando le parole del capo dello Stato ha detto: «La vera follia sarebbe quella di concedere la cittadinanza basandosi sullo ius soli e non sullo ius sanguinis, come prevede invece oggi la legge». Insomma la paura del Carroccio è che si «punti ad arrivare a dare il voto agli immigrati prima del tempo previsto dalla legge...». Ma quella del partito di Umberto Bossi è una posizione isolata. Pierferdinando Casini, leader dell'Udc, condivide «pienamente» l'appello del Capo dello Stato. Così come Felice Bellisario, Idv, che esorta il governo ad assecondare la proposta perché «è una questione prioritaria». Per Ignazio Marino, Pd, «esiste una discriminazione incomprensibile ai danni dei figli degli immigrati. Con il disegno di legge che ho presentato, si afferma un principio semplice: un bambino che nasce in Italia è italiano, punto. Lo hanno firmato 113 senatori, quindi un terzo dell'aula del Senato e spero che avrà un esame e una approvazione rapida». Dario Franeschini, presidente dei deputati del Pd, auspica che quello degli immigrati «non diventasse un tema di scontro politico ma invece un elemento unificante». E aggiunge che una legge «potrebbe essere approvata in aula alla Camera prima di Natale».

Redazione Online
22 novembre 2011

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