martedì 1 novembre 2011

Opposizioni: "Governo lasci o catastrofe" Bersani: "Napolitano molto preoccupato"


Davanti ai dati dello spread Btp-Bund e della Borsa, assumono quasi i toni della supplica gli appelli dell'opposizione perché il governo lasci e favorisca la nascita di un esecutivo in grado di gestire l'emergenza. E anche il presidente della Repubblica fa sentire la sua voce esprimendo "forte preoccupazione" per la situazione.

Opposizione, colloqui e domani vertice. Giornata di colloqui per il leader del Pd, Pierluigi Bersani,"in una delle giornate più drammatiche che l'Italia abbia mai visto in questa crisi finanziaria". Oltre al capo dello Stato, Bersani ha sentito gli altri leader dell'opposizione, Casini e Di Pietro. Infine ha deciso di convocare una riunione urgente, già domani a Roma, sull'evolversi della crisi. "E' necessario subito un governo guidato da un persona autorevole che possa compiere scelte impegnative e lo possa fare in modo credibile", scrive
Walter Veltroni.

Napolitano.
Le forti preoccupazioni per la situazione di queste ore sono condivise da Giorgio Napolitano, che le ha confermate stamattina a Bersani. Nel corso di un colloquio telefonico, il segretario del Pd ha comunicato al capo dello Stato la disponibilità del Pd e delle forze di opposizione a prendersi le responsabilità necessarie per una soluzione di governo che consenta di far fronte all'aggravarsi della crisi finanziaria italiana.

Idv.
Intanto
Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori, invita a "non scaricare sul referendum greco le responsabilità del governo italiano". Dice Di Pietro: "In Italia c'è una crisi nella crisi, un'anomalia nell'anomalia. C’è la crisi di credibilità del Governo che è causa della crisi e non può quindi esser la cura. Siamo disponibili ad andare oltre la mera opposizione per un'alternativa di governo molto ampia".

Fli: "Ricostruzione nazionale". Sulla stessa linea l'appello di Italo Bocchino, vicepresidente Fli: "I segnali che arrivano dai mercati dovrebbero far riflettere ministri e parlamentari della maggioranza che, pur difendendo in pubblico il presidente del Consiglio, sanno bene che l'Italia ha bisogno di scelte coraggiose e di riforme strutturali piuttosto che del tirare a campare. Accolgano il nostro invito per un governo di ricostruzione nazionale, perchè è chiaro che Silvio Berlusconi ha deciso di terminare la sua esperienza politica trascinando il paese nel baratro". Invece, conclude Bocchino, "è arrivato il momento di stringerci come italiani e di rimboccarci le maniche per dimostrare all'Europa che siamo ancora all'altezza di sedere al suo tavolo".

Cgil.
Sul fronte sindacale, la Cgil affida a una nota il suo pensiero: "Alla profonda crisi europea si aggiunge una ormai drammatica crisi italiana, enfatizzata dalla fragilità e dalla mancanza di credibilità di un governo che sta portando i nostri titoli pubblici ad una situazione di insostenibilità. La pressione esercitata dai mercati non è diretta solo al nostro paese ma è indirizzata verso il governo che è la parte preponderante del problema".

Pdl
. Dalla maggioranza le risposte sono nette.
Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera, ammette che servono misure incisive e urgenti, ma giudica "assolutamente fazioso e antinazionale l'attacco di Fli e di altre forze politiche perché la situazione di difficoltà non riguarda solo l'Italia, ma è di tutta Europa". Secondo Cicchitto, "solo l'attuale governo può affrontare la situazione perché se esso cadesse, il Pd e i suoi alleati sarebbero molto lontani sul piano programmatico da ciò che richiedono l'Unione europea, la Bce e quant'altro e quindi ci troveremmo a fare i conti con un autentico salto nel buio".

(01 novembre 2011)

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