EUGENIA TOGNOTTI
A quanto pare non è solo dello spread che, in questi tempi calamitosi, deve preoccuparsi l'Europa, e l'Italia in specie, in compagnia della Grecia. A quanto risulta dalle poco rassicuranti osservazioni della Commissione Ue che accompagnano il piano d'azione quinquennale varato ieri, la resistenza agli antibiotici sta diventando sempre più preoccupante, con implicazioni gravi per la salute, come raccontano i dati: 25.000 pazienti muoiono ogni anno nell'Ue a causa d'infezioni causate da batteri resistenti ai farmaci (responsabili di meningite, infezioni delle vie respiratorie, nosocomiali, sessualmente trasmesse ecc.). Il fatto è che, a furia di farne un uso inappropriato o addirittura dissennato, (nella medicina veterinaria e in quella umana) - ricorrendovi anche quando sono del tutto inutili come nelle malattie virali, prima tra tutte l'influenza - siamo riusciti - in concorso con altre cause - a far venir meno la loro efficacia. E a farne crescere la resistenza ai farmaci antibiotici, il trattamento principe contro le infezioni batteriche. Cosa che, ora, minaccia di farci tornare indietro - se persisteremo in questo irresponsabile trend - all'era pre- antibiotica, quando una banale infezione batterica nascondeva un rischio mortale.
La trionfalistica certezza che la penicillina, simbolo del progresso della medicina nel XX secolo, ci avrebbe assicurato una protezione dalle infezioni, per sempre, ha fatto dimenticare o sottovalutare il potenziale pericolo di una resistenza batterica, peraltro già segnalato alla fine degli Anni Quaranta, quando era ancora difficile prevedere l'uso inappropriato degli antibiotici, divenuti resistenti a determinati antibiotici o in seguito a modificazioni genetiche. Il fenomeno rappresenta una minaccia crescente per la salute pubblica - come aveva avvertito due anni fa l'Organizzazione mondiale della Sanità - data la diffusione di batteri che hanno sviluppato l'allarmante capacità di aggirare pressoché l'intera gamma degli antibiotici di uso corrente. Mentre il bestiame è divenuto una fucina di ceppi resistenti agli antibiotici di molte specie batteriche, tra cui l’E. Coli. Senza voler ricorrere a toni allarmistici, c'è il rischio che molto presto ci si ritrovi con armi spuntate a far fronte a batteri particolarmente aggressivi e pericolosi, e senza disporre di nuove strategie di ricerca e prodotti capaci di agire attraverso meccanismi completamente diversi. Del resto, basta considerare il fatto che nei tre decenni seguiti al trionfale esordio sono state messe a punto tredici diverse classi di antibiotici, ma dal 1970, non ne sono state introdotte che due. Insomma, abbiamo di fronte un mondo pieno di batteri resistenti agli antibiotici e pochi farmaci. Stando ai dati dell'Ue, nel
1 commento:
CAZZO! VISTO QUANTO SIAMO COGLIONI?
QUESTI BATTERI ATTACCANO TUTTI, NON SONO SELETTIVI.
PER ESEMPIO NON COLPISCONO UNICAMENTE GLI INNUMEREVOLI PEZZI DI MERDA CHE INFESTANO IL MONDO, IL NOSTRO PAESE IN PARTICOLARE!
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