di Marco Travaglio
Intesa San Paolo, la prima banca italiana, ha appena
versato al fisco 270 milioni di euro più interessi: a tanto ammontavano le
imposte evase contestate dall’Agenzia delle Entrate fra il 2005 e il 2007. Lo
stesso han fatto di recente i principali istituti di credito: Montepaschi (260 milioni), Bpm (170), Credem (53,4), Unicredit (99, che però non chiudono il
contenzioso, visto che il fisco le contesta altri 444,6 milioni).
In totale nel 2011 i banchieri evasori hanno scucito 1 miliardo di tasse non pagate, ovviamente dopo essere stati
beccati.
La notizia è clamorosa, in qualunque altro paese campeggerebbe
sulle prime pagine dei giornali e nei titoli dei tg. Tanto più che Intesa San
Paolo è al governo, con tre suoi papaveri ministri (Corrado Passera, ex-Ad, ed Elsa
Fornero, ex vicepresidente del Consiglio di sorveglianza) o viceministri (Mario Ciaccia, ex Ad e Dg di Biis,
gruppo Intesa). Invece il Corriere l’ha confinata a pagina 47, con un titolo
alla vaselina (“Intesa fa pace con il Fisco per 270 milioni”) che solo un
decrittatore di codici segreti riuscirebbe a collegare all’evasione, parola
proibita e mai pronunciata.
Le parole, diceva Moretti, sono importanti: se l’Agenzia delle
Entrate contesta una somma evasa a un contribuente, non è detto che abbia
ragione lei: potrebbe avere ragione lui. Ma se lui paga una somma a sei zeri,
non c’è dubbio che aveva torto lui. Soprattutto se lui è una banca quotata
in Borsa, con un preciso obbligo verso clienti e azionisti: non gettare
centinaia di milioni. Specie in tempi di scarsa liquidità che hanno appena
costretto lo Stato, tramite il governo di Larga Intesa, a garantire per le
banche in caso di insolvenza.
Fa sorridere la nota di Intesa che rivendica “la correttezza del
proprio operato” e spiega di aver pagato “solo in ragione dell’inopportunità di
contenziosi lunghi e onerosi”.
Non scherziamo: se uno ritiene di aver pagato tutte le tasse,
non scuce 270 milioni per evitare un contenzioso che, per lungo e oneroso che
sia, sarà sempre meno pesante di un quarto di miliardo.
La nota di Intesa ricorda quella degli imputati che patteggiano
anni di galera per corruzione o stupro
e poi dicono: sono innocente, ma ho preferito evitare un lungo processo. Se sai
di essere innocente, non patteggi: ti difendi. Anche perché, quando la notizia
esce, nessuno crederà mai alla barzelletta dell’innocente che concorda col
giudice 3-4 anni di galera.
Per le grandi evasioni, invece, la notizia di solito non esce.
E, se esce, si fa in modo che non si capisca (anche perché di solito l’evasore
è editore di giornali o amico loro: Intesa possiede il 5% del Corriere).
L’evasore potente e famoso non “restituisce il maltolto”: “Fa pace col fisco”.
Come se scoprire che uno evade significasse dichiarargli guerra.
Basta digitare su google le paroline in dolce
stilnovo “pace col
fisco” per trovare decine di Vip feriti sul fronte bellico del Fisco
guerrafondaio e costretti, povere animucce candide, a “fare la pace”. “Mps
fa pace con il Fisco per 260 milioni”, “Coppola fa pace col Fisco: verserà 200
milioni”, “Valentino Rossi e il fisco, pace da 20 milioni”, “Capirossi fa pace
col fisco per 12 milioni”, “Fisichella fa pace col fisco. Accertamento per 17,2
milioni, il campione di F1 ne verserà 3,8” . Già, perché questi bei tomi ottengono
pure forti sconti sulle tasse evase. Come se uno prendesse una multa da 100
euro e dicesse al vigile: “Facciamo la pace, gliene do 20 e ossequi alla
signora”. O uno rapinasse 100 milioni in banca e, una volta beccato, tornasse
indietro: “Facciamo la pace, oggi mi sento buono, ve ne restituisco 20 e un
bacio sopra” e i giornali titolassero “Rapinatore fa pace con la banca”.
Ecco perché nessun governo fa mai una seria lotta all’evasione,
né potrà farla il governo dei tecnici, cioè dei banchieri: l’evasione è nel Dna delle nostre classi dirigenti e
intellettuali.
In America chi evade 100 dollari finisce dentro e quando esce diventa un paria.
Da noi vige la regola classista di Trilussa: “La serva è ladra, la padrona è
cleptomane”. Il poveraccio che evade è un evasore, il Vip è un pacifista.
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