martedì 13 dicembre 2011

Mi dai un Passaggio a Nord Ovest?


FABIO POZZO

Alle quattro, mentre dormiamo profondamente, un banco alla deriva sbatte contro lo scafo. Da dentro, il rumore è assordante. Ci precipitiamo sul ponte: quasi l’intera baia è diventata banchisa...». No, aspettate, ma che state pensando? Non è un passo di un resoconto di viaggio dell’esploratore Roald Amundsen.

Il racconto è di Gèraldine Danon, l’attrice francese, figlioccia di Alain Delon, che insieme al marito Philippe Poupon, uno dei più grandi navigatori francesi, e ai loro figli (Marion, 18 anni; Nina, 13; Loup, 10 e Marion, di soli 18 mesi) ha attraversato a vela il Passaggio di Nord Ovest.

Lo hanno fatto nel 2009. Dall’Atlantico al Pacifico, dalla Groenlandia all’Alaska, su uno scafo d’alluminio di 19 metri e mezzo, «Fleur Australe» («Passaggio a Nord Ovest in famiglia», edito da Nutrimenti, il libro), prima tappa di un giro del mondo che hanno deciso di intraprendere per dare una vita diversa alla propria famiglia e per sensibilizzare il grande pubblico sugli effetti del riscaldamento globale. E sì, riscaldamento globale: quello che ha consentito a Gèraldine e Philippe, ahinoi, di compiere un’impresa che per secoli è stata il mito e l’incubo di ogni esploratore, da quando Giovanni Caboto nel 1497 ha inaugurato la tragica sequela di tentativi volti alla ricerca del mitico Passaggio. Ci riuscirà, tra il 1903 e il 1906, da Est verso Ovest, giustappunto il norvegese Amundsen col veliero «Gjøa».

Fin qui la storia. Ma, dal 2007, qualcosa è davvero cambiato anche lassù. I ghiacci hanno cominciato a sciogliersi, a ritirarsi e per la prima volta il Passaggio è rimasto per giorni interamente libero dai ghiacci. Così, la «corsa» per attraversarlo è ricominciata, diventando a portata di (quasi) tutti. E non solo come semplici passeggeri di navi da crociera e rompighiaccio (32 mila dollari a persona sul «Kapitan Khlebnikov», 23 giorni compreso il volo da Ottawa alla Groenlandia).

No, qui parliamo di conquista personale, d’essere protagonisti. Le tecnologie e la morìa dei ghiacci, infatti, hanno aperto il Passaggio anche agli esploratori «normali», a tanti navigatori «della porta accanto». Che sono sempre di più. Si calcola che dal 1906 al 2007 siano state 110 le imbarcazioni che hanno completato con successo l’attraversamento del Passaggio e soltanto 30 non erano grandi navi commerciali. Bene, solo quest’anno il Passaggio è stato attraversato da 16 imbarcazioni private (registrate). Chi sono i temerari? Matt Rutherford, ad esempio. Un americano di trent’anni che s’è messo in testa di circumnavigare le Americhe e che ha conquistato il Passaggio con la vela più piccola della storia, la «Albin-Vega», di nemmeno nove metri. Oppure Jeffrey Allison, 73 anni, che è diventato il primo pensionato britannico ad aver veleggiato intorno al circolo polare artico e il primo al mondo ad averlo fatto in senso orario: ha compiuto l’impresa su una vela di 15 metri vecchia di trent’anni,circa 10 mila miglia, in cinque mesi. «Un uomo alla buona, ma coraggioso e determinato» secondo la descrizione della moglie. E la prossima estate ci proveranno, per la prima volta, anche tre equipaggi di velisti italiani.

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