giovedì 5 gennaio 2012

Padre e figlia uccisi, paura e rabbia dal mondo dei social network




«La mia città è messa male. Ci vuole qualcosa. Uno scatto d'orgoglio, un sussulto di coscienza, una qualsiasi reazione. Qualcosa». L’indignazione è uno di quei sentimenti che sui social network corre veloci. Su Twitter e Facebook sono bastate poche parole per esprimere la rabbia e il cordoglio per la tragedia che ha coinvolto Zhoun Zen, commerciante cinese di 31 anni, e la figlia di sei mesi, uccisi ieri notte nel quartiere romano di Tor Pignattara.

Sentimenti che si legano alla paura per una città che appare ogni giorno più minacciosa e violenta. Roma come «Far West»: una similitudine che riverbera di cinguettio in cinguettio. Un ragazzo scrive: «Quanto successo a Roma è la prova che la Capitale è fuori controllo». Un altro si esprime con toni da guerra civile: «siamo in una città da coprifuoco».

I pensieri sono indirizzati all’amministrazione romana, ma soprattutto nell’aria c’è l’amaro per le promesse non mantenute: «Alemanno ha vinto a Roma con la tiritera della sicurezza, ricordiamocelo», oppure «ringrazio il sindaco per il piano sicurezza». Il sarcasmo, quello, non manca mai: «Alemanno che ha vinto sull’insicurezza, quando si dimette?».

Non manca anche questa volta il rimprovero che alcune comunità dei social network avevano già fatto ai media qualche settimana fa, in occasione dell’omicidio di Mor Diop e Samb Modou, i senegalesi uccisi qualche settimana fa a Firenze da un killer xenofobo: «Ucciso un cinese con la figlia. No, ucciso un uomo con un nome, con una famiglia, un vissuto. E una bambina come la mia, come le vostre».

Si ha paura di dimenticare, anche, e un messaggio a 140 caratteri a volte è l'unico rimedio all'oblio: «si fa prima quando le vittime sono gli ultimi, gli emarginati, gli immigrati». E anche: «Ho idea che nessuno intitolerà mai una via o quant'altro alla bimba cinese uccisa ieri sera a Roma in una rapina».

Nessun commento: