giovedì 5 gennaio 2012

Torino, prof neo-nazista su Facebook "Potrei fare una strage in sinagoga"


Renato Pallavidini 


di MARCO PASQUA

Minaccia di fare una strage, pistola alla mano, nella sinagoga di Torino. Vorrebbe anche giocare "al tiro a segno" con gli stranieri che spacciano sotto la sua abitazione. Frasi choc, firmate da un docente torinese, già finito al centro di uno scandalo, nel 2007: Renato Pallavidini, ai tempi insegnante nel liceo Cavour, venne accusato di essere negazionista  e di aver offeso la memoria delle milioni di vittime dell'Olocausto.

Ora torna a colpire, con una serie impressionante di deliri antisemiti e xenofobi, usando la platea virtuale che gli è offerta da Facebook e da un profilo nel quale campeggiano numerose foto del
Duce e di Hitler. A quest'ultimo attribuisce il merito di aver "sconfitto gli ebrei".

Molto attivo nelle pagine dei militanti neofascisti, ai quali dispensa consigli e inviti a organizzare una "lotta durissima", Pallavidini, classe 1956, è attualmente in malattia (retribuita fino al 31 marzo 2012). Ma, secondo quanto riferito dallo stesso, è ancora titolare di una cattedra al liceo classico d'Azeglio, di Torino. E qui, secondo l'orario disponibile sul sito della scuola, ha insegnato nell'anno scolastico 2010/2011.

Con alcuni studenti è ancora rimasto in contatto, proprio attraverso il suo profilo Facebook. E' qui che dà spazio ai suoi
insulti contro ebrei, omosessuali, disabili e immigrati. Arrivando persino a minacciare di compiere una strage. Il 29 dicembre, dopo aver pubblicato una foto con una stretta di mano tra il Duce e Hitler, si rivolge ai gestori di Facebook: "Avviso ai luridi bastardi ebrei che ci controllano in quella terra di merda e di froci chiama California. Se mi togliete questa foto, vado con la mia pistola, alla sinagoga vicinissima a casa mia e stendo un po' di parassiti ebrei che la frequentano. Vi conviene stuzzicare il can che dorme?".

Pochi giorni prima, il 23 dicembre, se l'era presa con alcuni spacciatori: "Vicino a casa mia, a Torino, c'è una piazzetta dove stazionano ogni sera almeno 7/8 negroni che spacciano. C'è qualcuno che mi aiuta nel tiro a segno?". Un amico virtuale gli propone di lanciare una granata. "Vedo che basta gettare il sasso e le idee proliferano", gli risponde il docente di storia e filosofia.

Non si fa problemi neanche ad inviare un'e-mail al sindaco di Torino, Piero Fassino, in cui dichiara di rifiutarsi di pagare l'Ici "per l'assistenza a negri, zingari, ecc, nonché mongoloidi e handicappati. Applicate la politica del dott. Mengele. Le grane me le cerco, ma c'è bisogno anche di un urlo liberatore, visto che non si può usare il mitra", scrive in uno status il 23 novembre.

A chi gli chiede spiegazioni circa la sua vicenda professionale e le accuse di negazionismo, risponde paragonandosi ad Hitler: "Sono insegnante di storia e filosofia in un liceo classico - afferma il 5 agosto - e, infatti, nel 2007 gli ebrei hanno cercato di farmi fuori senza riuscirci. Alla fine sono riusciti a farmi assegnare solo due settimane di sospensione nel 2008, poi ho fatto ricorso e l'ho vinto. Hanno dovuto reintegrarmi lo stipendio e lo scatto d'anzianità. Sono molto orgoglioso di essere una delle poche persone, dopo la morte del Führer, che è riuscita nel suo piccolo a sconfiggere gli ebrei".

Una "vittoria" che ha anche voluto ribadire in un'e-mail provocatoria inviata all'Osservatorio sul pregiudizio anti-ebraico della Fondazione Cdec di Milano: "Io comunque ho avuto la piena riconferma della mia cattedra liceale, alla faccia vostra".

Si vanta anche di aver visitato la tomba del "camerata Hess", nel 1989, e "di avervi deposto fiori". "Lo spirito del camerata Hess - sentenziava il 21 luglio - sarà sempre presente nel mio. Heil Hitler!".

Dopo essersela presa con le "femministe represse" - durante i giorni delle manifestazioni del gruppo di "Se non ora quando" - auspica che queste vengano "deportate in massa nei lager". Quando viene inviata una busta con proiettili al presidente del Consiglio, Mario Monti, e a
Silvio Berlusconi, esulta: "Finalmente qualcosa si muove". Ma non risparmia neanche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

E quello che potrebbe sembrare, stando a questi deliranti affermazioni, un nuovo e pericoloso Gianluca Casseri , rivolge un pensiero proprio all'autore della strage di Firenze : "Camerata Casseri Presente", afferma il 13 dicembre, commentando la notizia della sparatoria in cui persero la vita due senegalesi.

Raggiunto telefonicamente, si limita a parlare di "provocazioni" e dice: "Perché le devo spiegare il senso di quello che scrivo su Facebook? Da quando le comunità ebraiche mi hanno attaccato, il mio atteggiamento verso di loro è cambiato". Poi sul sito avverte tutti di "fare attenzione" perchè "siamo sorvegliati da Repubblica".

 
(05 gennaio 2012)

Nessun commento: