sabato 30 agosto 2008

Dispotismo democratico



Giorgio Bocca
L'Espresso
29 agosto 2008
Quello praticato da Berlusconi è la base dell'autoritarismo morbido. Con una linea di governo simile a quella di Craxi: non disturbare il manovratore


Per millenni le aristocrazie dei guerrieri e dei sacerdoti hanno goduto il privilegio di essere differenti dai comuni cittadini davanti alla legge. L'appartenenza alle classi dominanti gli consentiva di essere, in tutto o in parte, esentati dalla legge che valeva per le classi inferiori. Coloro che di professione in Italia si occupano di politica, fanno la politica, pensano ancora, come le passate aristocrazie, di essere al di sopra della legge o differenti di fronte alla legge comune?

Sicuramente differente è il segretario padrone del partito di governo, secondo un mussolinismo perenne dalle nostre italiche parti. Silvio Berlusconi non è diverso in questo senso da Bettino Craxi. Il Partito socialista di Craxi, come quello di Forza Italia berlusconiano, non è un partito di classe o di opinione. È un insieme di consorterie borghesi che hanno trovato il loro capo, qualcosa che sta fra il demagogo e l'amministratore delegato.

Chi è il più furbo, il più abile del reame? Il più furbo, il più abile e anche il più ricco è lui, i suoi grandi cortigiani vivono della sua gloria e dei suoi favori.Come con Craxi la linea del governo, il modo di governare è 'non disturbare il manovratore'.

E cosa vuole il manovratore? Ricostruire a suo modo lo Stato che ha distrutto, riformare la giustizia, l'informazione, la fabbrica del consenso. Come Craxi, Silvio non ha una corte di partito, come Craxi i suoi veri amici e compagni di avventura sono i grandi imprenditori e i finanzieri. A ragione il mondo capitalista lo considera un suo protettore, lui stesso ripete che il suo programma di governo è quello della Confindustria, che gli imprenditori sono suoi sodali, che aspetta da loro consigli e aiuti. Il partito di Silvio non ama i congressi, basta il capo padrone a decidere il da farsi. La divinizzazione è inevitabile, gli organi di controllo sono inesistenti, il dispotismo democratico è la base dell'autoritarismo morbido.


Uno dei miti craxiani, il suo primato non in discussione nel partito e nel paese, era la governabilità, che in pratica consiste nella certezza, di Craxi allora come di Silvio adesso, che con lui al potere tutto in qualche modo si risolverà per il meglio. Il culto della personalità è uno spettacolo quotidiano, a volte ridicolo, spesso affliggente.

Si ricorda un episodio di servilismo del sindacalista Ottaviano Del Turco che sale alla tribuna di un congresso e dopo aver detto che lo sciopero per il ticket sanitario è stato giusto, conclude che però Craxi ha avuto ragione a dire che è stato un errore. Simili contorcimenti erano la regola al congresso milanese nel capannone dell'Ansaldo, salivano alla tribuna i compagni rivoluzionari e antiborghesi e poi svoltavano appena saputo che Bettino era a colloquio con Silvio nel suo camper.

Come Craxi, Silvio gliela canta chiara ai suoi nemici, ai suoi "persecutori che non gli chiedono neppure scusa". In questo Craxi era inarrivabile. Bobbio era "un filosofo dei miei stivali", "Scalfari un mascalzone grandissimo e recidivo", "Biagi un moralista un tanto al chilo", "De Mita? Per durare deve servire il caffelatte ai socialisti tutte le mattine".

Nel partito di Craxi il maestro di politica era il compagno Antonio Natali che insegnava ai giovani l'arte di raccogliere le tangenti per finanziare il partito. E se qualcuno diceva a Bettino che certe sezioni erano piene di ladri, lui rispondeva: "Adesso mi occupo di vincere le elezioni, poi mi occuperò anche dei ladri". Ma la distinzione fra le finanze del partito e le finanze personali rimase piuttosto fluida. E i veri nemici dei politici, allora come adesso, rimasero i giustizialisti.

9 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Opinioni di un maestro del giornalismo, che sembrano,a mio avviso, deporre a favore di una battaglia per la legalità, come quella di Tonino Di Pietro.

Unknown ha detto...

Bocca mi ha fatto pensare a mio nonno, che aveva ricevuto un invito a un congresso socialista, era andato per dare un'occhiata e ne era uscito con una sensazione di disagio e di sospetto dovuta allo sfarzo eccessivo. Non li votò mai, dovette poi però vedere che anche i Repubblicani rubavano (Giorgio La Malfa vendette letteralmente il PRI per un piatto di lenticchie, 50 milioni di lire).
Carolina

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Mio nonno, del quale porto, indegnamente, il nome, era un antifascista irremovibile, come anche il padre di mia moglie.
Non vollero piegarsi a prendere la tessera del partito.
Risultato: mio nonno fu pensionato in anticipo, mio suocero fu licenziato.
Erano persone semplici ed umili ma dai saldi principi morali, sarebbero dovute esere più influenzabili e invece no, non si piegarono.
Oggi persone, uomini come il tuo ed il mio nonno e mio sucoero non ve ne sono più, si sono estinte e sono sicuro che si stanno rivoltando nella tomba.

Unknown ha detto...

Complimenti! Purtroppo mio nonno la tessera del Pnf la prese, alla fine della sua vita disse "per vigliaccheria". Però certamente fu sempre di opinioni socialiste! Una volta poi i fascisti lo misero in cella per una notte perché in occasione di un malfunzionamento della radio si era inventato un attentato a Mussolini.
Carolina

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Peccato veniale, sono certo che l'hai perdonato e che gli volevi molto bene.

Unknown ha detto...

Certo! L'unica cosa è che mi dispiace molto quando penso che partecipò all'invasione della Grecia. So che si comportò bene e che aborriva la violenza, ma mi dispiace pensarlo dedito a un'impresa per la quale saremo condannati in eterno.
Carolina

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non poteva fare diversamente, era sotto le armi, sarebbe stato processato e condannato per diserzioneo peggio (vigliaccheria di fronte al nemico e fucilato).
Non poteva nemmeno andare in montagna, fra i partigiani: questo accadde molto tempo dopo, dopo il 1943.
Non l'aveva decisa lui, l'ha solo subita.

Unknown ha detto...

Grazie!
Carolina

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Di nulla !