Giorgio Bocca
L'Espresso
29 agosto 2008
Uno dei miti craxiani, il suo primato non in discussione nel partito e nel paese, era la governabilità, che in pratica consiste nella certezza, di Craxi allora come di Silvio adesso, che con lui al potere tutto in qualche modo si risolverà per il meglio. Il culto della personalità è uno spettacolo quotidiano, a volte ridicolo, spesso affliggente.
Nel partito di Craxi il maestro di politica era il compagno Antonio Natali che insegnava ai giovani l'arte di raccogliere le tangenti per finanziare il partito. E se qualcuno diceva a Bettino che certe sezioni erano piene di ladri, lui rispondeva: "Adesso mi occupo di vincere le elezioni, poi mi occuperò anche dei ladri". Ma la distinzione fra le finanze del partito e le finanze personali rimase piuttosto fluida. E i veri nemici dei politici, allora come adesso, rimasero i giustizialisti.
9 commenti:
Opinioni di un maestro del giornalismo, che sembrano,a mio avviso, deporre a favore di una battaglia per la legalità, come quella di Tonino Di Pietro.
Bocca mi ha fatto pensare a mio nonno, che aveva ricevuto un invito a un congresso socialista, era andato per dare un'occhiata e ne era uscito con una sensazione di disagio e di sospetto dovuta allo sfarzo eccessivo. Non li votò mai, dovette poi però vedere che anche i Repubblicani rubavano (Giorgio La Malfa vendette letteralmente il PRI per un piatto di lenticchie, 50 milioni di lire).
Carolina
Mio nonno, del quale porto, indegnamente, il nome, era un antifascista irremovibile, come anche il padre di mia moglie.
Non vollero piegarsi a prendere la tessera del partito.
Risultato: mio nonno fu pensionato in anticipo, mio suocero fu licenziato.
Erano persone semplici ed umili ma dai saldi principi morali, sarebbero dovute esere più influenzabili e invece no, non si piegarono.
Oggi persone, uomini come il tuo ed il mio nonno e mio sucoero non ve ne sono più, si sono estinte e sono sicuro che si stanno rivoltando nella tomba.
Complimenti! Purtroppo mio nonno la tessera del Pnf la prese, alla fine della sua vita disse "per vigliaccheria". Però certamente fu sempre di opinioni socialiste! Una volta poi i fascisti lo misero in cella per una notte perché in occasione di un malfunzionamento della radio si era inventato un attentato a Mussolini.
Carolina
Peccato veniale, sono certo che l'hai perdonato e che gli volevi molto bene.
Certo! L'unica cosa è che mi dispiace molto quando penso che partecipò all'invasione della Grecia. So che si comportò bene e che aborriva la violenza, ma mi dispiace pensarlo dedito a un'impresa per la quale saremo condannati in eterno.
Carolina
Non poteva fare diversamente, era sotto le armi, sarebbe stato processato e condannato per diserzioneo peggio (vigliaccheria di fronte al nemico e fucilato).
Non poteva nemmeno andare in montagna, fra i partigiani: questo accadde molto tempo dopo, dopo il 1943.
Non l'aveva decisa lui, l'ha solo subita.
Grazie!
Carolina
Di nulla !
Posta un commento