domenica 28 settembre 2008

L'uovo di Silvio



Giorgio Bocca
L'Espresso


Il berlusconismo ha un nome antico: populismo. Che riesce nei paesi e nei tempi in cui le promesse possono essere mantenute alle spalle degli altri, con gli imperi, le economie coloniali Silvio BerlusconiSe ai suoi tempi ci fossero stati i sondaggi di opinione, lo spartano Licurgo, legislatore ottimo, avrebbe prescritto di evitarli come la peste perché il buon governante deve sapere che i sudditi preferiscono i comodi propri al bene dello Stato, i vantaggi individuali a quelli della collettività.



Ma cosa fa il signore che governa l'Italia? La governa, finge di governarla con i sondaggi di opinione. Seguite l'informazione al suo servizio e l'altra che finge di non esserlo, ma lo è. Sistematicamente i cittadini qualsiasi, il cosiddetto popolo sovrano, approvano ciò che il capo del governo suggerisce, e più si tratta di proposte demagogiche, illusorie e magari forcaiole, più le sottoscrivono con tendenza all'unanimità. Volete fare dei soldati dei poliziotti? Sì al 90 per cento. Volete armare le guardie municipali? Come no, e se proprio non è il caso di fornirle di mitra come se fossero gangster, almeno di pistoloni calibro 38. I governi che promettono sicurezza finiscono quasi sempre in dittatura: dura o morbida? Diamogli il voto.



C'è una ragione per cui Bettino Craxi è stato il grande protettore dell'attuale capo del governo e per cui è da lui ricambiato con rimpianto e stima? Perché la pensavano allo stesso modo: prima il potere, poi il buon governo. Fra i socialisti craxiani c'era anche un mio giovane amico, intelligente e onesto. Era il tempo delle tangenti imposte dai politici in ogni professione, in ogni affare. Gli chiesi: "Ma Craxi non si accorge che i quadri del suo partito appena possono rubano?". "Glielo ho chiesto", rispose, "e lui mi ha detto: 'Adesso voglio arrivare al governo e al governo si arriva con la maggioranza dei voti, e alla maggioranza si arriva anche con i soldi. Quando sarò stabilmente al governo penserò anche a sistemare i ladri'".



È un ragionamento che presenta a un tempo dei vantaggi pratici e dei rischi mortali, come quello di finire impiccato dagli stessi ladroni.




Il modo di governare caro a Silvio ha un nome antico: populismo. Consiste in un gioco tentatore ma spesso mortale: prometteva a tutti l'uovo subito, riservando a sé e ai propri fidi la gallina domani. Riesce nei paesi e nei tempi in cui le promesse possono essere mantenute alle spalle degli altri con gli imperi, con le economie coloniali, con il dominio finanziario. Per imporlo i governi populisti ricorrono di solito all'attivismo, all'uomo della provvidenza, che moltiplica i pani e i pesci, è onnipresente, fa in un amen ciò che gli altri non riescono a fare in anni, come far sparire la spazzatura, almeno in centro se non si può in periferia.



Governare la modernità e la globalità è difficile, spesso impossibile e i problemi del prossimo futuro - come l'acqua e l'energia per tutti in una crescita generale senza fine e senza limiti - sono spaventosi, ma il solo modo di affrontarli con ragionevole speranza di superarli è quello opposto al populismo e al governo dei sondaggi di opinione, quello diverso dall'apparire prima dell'essere, quello che non assegna o si rassegna alla guida dell'economia affidata alla pubblicità.



Il vizio dilagante dell'apparire prima dell'essere si è confermato in occasione delle Olimpiadi di Pechino. Fino all'assurdo, al grottesco degli improvvisati difensori dei diritti umani che su giornali e televisioni praticavano l'ultima trovata dei nostri neo conservatori: essere di sinistra anche essendo di destra.


(26 settembre 2008)

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