MILANO — Giustizia, riforma in quattro punti. Da discutere con il Pd intorno a un tavolo. Per tutta la scorsa settimana i contatti tra il Guardasigilli Angelino Alfano e il capogruppo leghista alla Camera Roberto Cota sono stati più che quotidiani. Sarà infatti il Carroccio a farsi carico di presentare una bozza di riforma della Giustizia che ha l'ambizione di trasformarsi in un testo condiviso non soltanto dal Pdl ma anche, si spera, dal Pd. Spiega Cota che la bozza «è tutto tranne che un testo blindato. È suddivisa in punti proprio per sottolineare che non si tratta di un pacchetto unico. Anche perché non per tutti i provvedimenti è necessaria una modifica alla Costituzione. E dunque, potremmo avere provvedimenti che procedono con tempi e velocità diverse». Ma la bozza che cosa contiene? Il primo punto, dice Cota, «il ruolo dei pubblici ministeri e della polizia giudiziaria. Noi pensiamo che i pm devono intervenire soltanto quando c'è una notizia di reato. Un articolo di giornale, per esempio, non è una notizia di reato. Di conseguenza, la polizia giudiziaria deve avere le competenze per individuare i reati: e a quel punto, il pm indaga».
In secondo luogo, c'è la riforma del Consiglio superiore della magistratura. Qui, prosegue il capogruppo leghista, «siamo apertissimi alla discussione su come raggiungere quello che penso possa essere un obiettivo di tutti. E cioè, il limitare la politicizzazione della magistratura». E come si fa? «Oggi i magistrati sono eletti al Csm attraverso liste che rappresentano le correnti. Noi vogliamo superare questo meccanismo che crediamo non faccia bene alla giustizia». Per quanto riguarda l'organo di autogoverno dei magistrati, c'è un altro nodo che per il centrodestra è da sempre assai sensibile: la sezione disciplinare. Secondo il capogruppo del Carroccio «il fatto che uno stesso organismo nomini i magistrati e poi sia anche il controllore non va bene». E dunque, quale potrebbe essere la soluzione? Portare fuori dal Csm la sezione disciplinare? «Quella è certamente una delle opzioni. Ma, appunto, su questo argomento ci aspettiamo il contributo di tutto il parlamento». Al punto numero tre, il tema storico. Quello per cui Forza Italia si è sempre battuta: la separazione delle carriere dei magistrati. Da una parte i giudicanti, dall'altra, tutt'altra, gli inquirenti. È l'argomento su cui Silvio Berlusconi è tornato ancora l'altro giorno. Il quarto punto è invece il cavallo di battaglia storico del Carroccio in tema di giustizia: l'elezione popolare dei pubblici ministeri, sul modello dei prosecutor di alcuni Stati Usa. Ancora Cota: «La nostra idea è che si possa partire da una sperimentazione. Ampliando le competenze dei giudici di pace e rendendo la loro carica elettiva».
M. Cre.
14 dicembre 2008
In secondo luogo, c'è la riforma del Consiglio superiore della magistratura. Qui, prosegue il capogruppo leghista, «siamo apertissimi alla discussione su come raggiungere quello che penso possa essere un obiettivo di tutti. E cioè, il limitare la politicizzazione della magistratura». E come si fa? «Oggi i magistrati sono eletti al Csm attraverso liste che rappresentano le correnti. Noi vogliamo superare questo meccanismo che crediamo non faccia bene alla giustizia». Per quanto riguarda l'organo di autogoverno dei magistrati, c'è un altro nodo che per il centrodestra è da sempre assai sensibile: la sezione disciplinare. Secondo il capogruppo del Carroccio «il fatto che uno stesso organismo nomini i magistrati e poi sia anche il controllore non va bene». E dunque, quale potrebbe essere la soluzione? Portare fuori dal Csm la sezione disciplinare? «Quella è certamente una delle opzioni. Ma, appunto, su questo argomento ci aspettiamo il contributo di tutto il parlamento». Al punto numero tre, il tema storico. Quello per cui Forza Italia si è sempre battuta: la separazione delle carriere dei magistrati. Da una parte i giudicanti, dall'altra, tutt'altra, gli inquirenti. È l'argomento su cui Silvio Berlusconi è tornato ancora l'altro giorno. Il quarto punto è invece il cavallo di battaglia storico del Carroccio in tema di giustizia: l'elezione popolare dei pubblici ministeri, sul modello dei prosecutor di alcuni Stati Usa. Ancora Cota: «La nostra idea è che si possa partire da una sperimentazione. Ampliando le competenze dei giudici di pace e rendendo la loro carica elettiva».
M. Cre.
14 dicembre 2008
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