venerdì 12 dicembre 2008

Giustizia, Veltroni attacca Berlusconi. Bossi: "Silvio abbassi i toni"

LA REPUBBLICA

PARIGI - S'intravvede uno spiraglio sulla riforma della giustizia, e sulla possibilità che possa coinvolgere tutte le forze politiche. Sembra essere questo il punto di arrivo di una giornata che si era aperta con l'ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione, e che si chiude con un'apertura del premier Berlusconi, che ipotizza un tavolo bipartisan sulla riforma, purché venga costituito nell'ambito del Parlamento. A spingere Berlusconi verso un atteggiamento più conciliante il leader della Lega Umberto Bossi, che teme l'ostruzionismo dell'opposizione sul federalismo, e invita pertanto il premier ad "abbassare i toni", dichiarandosi disponibilissmo a sedere a un tavolo con l'opposizione per definire i termini delle riforme.

La replica di Veltroni. Sulla questione giustizia la giornata era invece iniziata nuovamente all'insegna dello scontro, con Walter Veltroni che ha replicato duramente alle alle dichiarazioni di ieri di Silvio Berlusconi, che si era detto pronto a cambiare la Costituzione: "Il comportamento del presidente del Consiglio è del tutto irresponsabile", ha detto il segretario del Pd, a margine dell'apertura del vertice dei premi Nobel per la Pace, a Parigi.

Berlusconi conferma le accuse. Da Bruxelles, Berlusconi ha ripetuto le medesime accuse: "Ditemi come si può dialogare con chi ti dice che sei un dittatore, che in Italia c'è un regime, che è colpa tua, che sei Hitler, che sei Videla, che sei il diavolo, che sei un corruttore politico... voi si siedereste al tavolo con chi ha di voi questa opinione? E' impossibile, sarebbe una farsa inaccettabile a cui nessuno si potrebbe prestare".

Veltroni all'attacco. "L'Italia - ha detto Veltroni - sta entrando nella più drammatica crisi sociale che la nostra generazione ricordi e il presidente del Consiglio cerca costantemente di alimentare una situazione di scontro e di creare condizioni di divisione nel Paese".

"All'opposizione - ha aggiunto il leader Pd - che ha responsabilmente detto di essere disponibile a collaborare per fronteggiare la crisi, ha risposto dicendo 'me ne frego'. E sulla giustizia afferma di voler cambiare la carta costituzionale solo con la maggioranza. Si tratta di un comportamento del tutto irresponsabile, che riceverà nel Parlamento e nel Paese la risposta che merita".

Di Pietro: "Mai al tavolo". Anche il leader dell'Italia dei Valori ha chiuso su tutti i fronti: "Berlusconi vuole deformare la giustizia per sottoporre i giudici, e in particolare il pm, al potere del governante di turno. Egli non vuole riformare la giustizia ma fare in modo che non funzioni. Per questo l'Idv non cadrà nel trabocchetto della proposta di dialogo, come lo chiamano loro, perché sarebbe come affidarsi ad una morsa mortale per la giustizia".

Soro ventila l'ostruzionismo. Una riforma della giustizia portata avanti e approvata in via unilaterale dalla maggioranza potrebbe comunque essere rallentata se non seriamente ostacolata dall'ostruzionismo parlamentare esercitato dall'opposizione, ha ventilato il presidente dei deputati del Partito Democratico, Antonello Soro, annunciando in Aula alla Camera che il suo gruppo attuerà una manovra ostruzionistica per cui sarà difficile approvare i decreti all'esame di Montecitorio nei tempi programmati.

L'allarme di Bossi. La prospettiva dell'ostruzionismo ha allarmato però il ministro delle Riforme Umberto Bossi: alla Lega preme in particolare l'approvazione in tempi stretti della riforma federalista. "Chiamerò Berlusconi e gli spiegherò le difficoltà che abbiamo - ha annunciato Bossi - Bisogna saper mandar giù, inghiottire. Non vince chi attacca di più, a volte il migliore attacco è la difesa. Il problema non è personale, ma politico. Il federalismo deve andare avanti, va fatto, e prima della giustizia c'è la riforma federalista: io la penso così".

Di conseguenza, Bossi ha chiesto a Berlusconi "di abbassare i toni", per favorire il dialogo: "Che non si possa parlare con questa sinistra lo ha detto Berlusconi, non noi. Noi ci stavamo lavorando e l'accordo andava verso un esito positivo. Poi però è venuta questa sua dichiarazione".

Berlusconi si mostra conciliante. Il premier ha colto subito le ragioni di Bossi, rilasciando nella seconda parte della giornata dichiarazioni molto più concilianti sulla riforma della giustizia. Premettendo che "le riforme della giustizia e del federalismo vanno avanti insieme", non c'è un prima e un dopo, il premier ha però affermato che per la riforma della giustizia "non c'è urgenza, si può fare dopo Natale". E, soprattutto, che "se in Parlamento ci fosse la possibilità di sederci a un tavolo io non pongo un ostacolo a questo. Anzi se riescono in Parlamento a collaborare per rendere più facile la via delle riforme benissimo. La collaborazione è accettata. Però non cerchino di coinvolgere me dopo avermi insultato".

Schifani fiducioso. La portata delle ultime dichiarazioni di Berlusconi sul dialogo in Parlamento sulle riforme viene sottolineata dal presidente del Senato Renato Schifani: "Confido istaurino un momento di confronto più pacato su federalismo e giustizia". "Non è ipotizzabile - ha aggiunto Schifani - e non ritengo sia nella volontà di nessun politico italiano fare riforme 'contro', le riforma vanno fatte nell'interesse dei cittadini, non contro qualcuno".

Casini per il dialogo. Sulla questione - dopo aver detto a La Stampa che non rientrerà mai nel Pdl - è intervenuto anche Casini. "L'Udc si siederà al tavolo della riforma della giustizia e ritiene anche il Pd debba fare lo stesso, senza accettare provocazioni". Così si è espresso l'ex presidente della Camera a margine del vertice del Ppe in corso a Bruxelles.

"La riforma della giustizia - ha detto Casini - è necessaria". Per negoziare "ci sono delle condizioni, ma queste le vedremo al tavolo. Con Alfano abbiamo avviato un dialogo che porteremo avanti nei prossimi giorni".

(11 dicembre 2008)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Topo Gigio Veltroni si sta svegliando (speriamo):