ROMA - Altri due arresti per lo stupro della Caffarella, ma questa volta il loro Dna corrisponde a quello trovato sui vestiti della ragazzina violentata, sui mozziconi di sigaretta sulla scena del crimine e su un fazzolettino. Sono due romeni: Ionut Jean Alexandru, da poco diciottenne, e Oltean Gravrila, 27 anni, entrambi originari della città di Calarasi, ed entrambi ospitati negli ultimi mesi a Roma in un padiglione della vecchia Fiera. Sono stati entrambi riconosciuti dalla giovane vittima e dal fidanzato: secondo gli inquirenti somigliano molto ad Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz, ovvero i due romeni prima arrestati per la Caffarella e ora detenuti per altri motivi. Tra i quattro però non ci sarebbe nessun legame.
I due sono stati fermati in due momenti diversi, negli ultimi 4 giorni, dopo che le indagini avevano rintracciato a Roma il mercatino in cui era stato ricettato uno dei due cellulari rubati alla quattordicenne violentata nel parco romano il giorno San Valentino. A loro si è arrivati indagando sulle rapine compiute ai danni di minorenni nei giorni 13, 14, e 15 marzo. Il diciottenne è stato arrestato a Roma, ed è stato fermato due giorni fa (il 18 marzo) per una rapina commessa il 15 febbraio sempre nel parco della Caffarella. Il suo complice, è stato invece bloccato dalla polizia a Triste ed è detenuto nel carcere della città friulana con l'accusa di ricettazione. Nei confronti di entrambi è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare che li accusa di essere gli esecutori materiali della violenza.
Nelle motivazioni con sui il gip Guglielmo Muntoni ha autorizzato l'arresto, è scritto: "Alla luce delle prove acquisite risulta provato con certezza che gli autori materiali dei reati riportati in epigrafe sono i due indagati i quali hanno programmato una serie di rapine in danno di adolescenti nei parchi di quella zona di Roma e il 14 febbraio scorso hanno ritenuto di procedere anche alla disgustosa e davvero criminale violenza sessuale aggravata, commessa in danno della giovanissima vittima".
E dunque, "appare evidente in base alle circostanze, alla bestiale modalità dei fatti e alla crudeltà e alla protervia dimostrati dai due indagati nel corso della violenza sessuale, che vi sia un concreto pericolo di reiterazione del reato emergendo la specifica e allarmate capacità criminale dei due indagati".
Intanto, "Faccia da pugile" Karol Racz, e il suo presunto complice Alexandru Loyos, detto "il biondino", imprigionati all'indomani della violenza, sono ancora in carcere, ma l'accusa si è sgretolata dopo che la comparazione tra il loro Dna e i rilievi compiuti sulla vittima hanno dimostrato che non sono gli stupratori.
(20 marzo 2009)
I due sono stati fermati in due momenti diversi, negli ultimi 4 giorni, dopo che le indagini avevano rintracciato a Roma il mercatino in cui era stato ricettato uno dei due cellulari rubati alla quattordicenne violentata nel parco romano il giorno San Valentino. A loro si è arrivati indagando sulle rapine compiute ai danni di minorenni nei giorni 13, 14, e 15 marzo. Il diciottenne è stato arrestato a Roma, ed è stato fermato due giorni fa (il 18 marzo) per una rapina commessa il 15 febbraio sempre nel parco della Caffarella. Il suo complice, è stato invece bloccato dalla polizia a Triste ed è detenuto nel carcere della città friulana con l'accusa di ricettazione. Nei confronti di entrambi è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare che li accusa di essere gli esecutori materiali della violenza.
Nelle motivazioni con sui il gip Guglielmo Muntoni ha autorizzato l'arresto, è scritto: "Alla luce delle prove acquisite risulta provato con certezza che gli autori materiali dei reati riportati in epigrafe sono i due indagati i quali hanno programmato una serie di rapine in danno di adolescenti nei parchi di quella zona di Roma e il 14 febbraio scorso hanno ritenuto di procedere anche alla disgustosa e davvero criminale violenza sessuale aggravata, commessa in danno della giovanissima vittima".
E dunque, "appare evidente in base alle circostanze, alla bestiale modalità dei fatti e alla crudeltà e alla protervia dimostrati dai due indagati nel corso della violenza sessuale, che vi sia un concreto pericolo di reiterazione del reato emergendo la specifica e allarmate capacità criminale dei due indagati".
Intanto, "Faccia da pugile" Karol Racz, e il suo presunto complice Alexandru Loyos, detto "il biondino", imprigionati all'indomani della violenza, sono ancora in carcere, ma l'accusa si è sgretolata dopo che la comparazione tra il loro Dna e i rilievi compiuti sulla vittima hanno dimostrato che non sono gli stupratori.
(20 marzo 2009)
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