ROMA - I magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura. È questa l'opinione del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, espressa in occasione del via libera del Consiglio Superiore all'aspettativa dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, che si candiderà alle elezioni europee con Antonio Di Pietro.
LA DICHIARAZIONE - Il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, prima di esprimere il suo voto favorevole al collocamento in aspettativa dell'ex pm Luigi De Magistris, ha letto al Plenum la seguente dichiarazione: «L'esigenza che esprimo è che venga disciplinata l'ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato. A mio avviso è preferibile che venga stabilito il divieto di rientrare nell'Ordine Giudiziario, e venga garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica Amministrazione, nella funzione e nel ruolo press'a poco corrispondenti a quelli di provenienza». «La Pubblica Amministrazione - ha detto ancora Mancino - recupera un patrimonio di esperienze e di professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte».
LA CANDIDATURA - «La candidatura del dott. Luigi De Magistris, ma non è non sarà la sola, pur legittima, chi può mai comprimere l'elettorato passivo? - ha detto ancora il vice presidente del Csm, Mancino - apre un dibattito (l'ennesimo) e una riflessione (vecchia)». «Una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte, non foss'altro perchè si è schierato con una forza politica, e non certo per un solo giorno- ha sottolineato - lo status di parlamentare è a termine, permane fino a quando gli elettori lo confermano. Può anche accadere che il parlamentare spontaneamente rinunci alla carica elettiva». «La questione è tutta intorno al rientro nel ruolo di magistrato. È giusto che rientri? Ho sempre sostenuto di no - ha concluso - anche se non sono mai riuscito, quando ero in Parlamento, ad avere condivisione da molti colleghi parlamentari».
18 marzo 2009
LA DICHIARAZIONE - Il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, prima di esprimere il suo voto favorevole al collocamento in aspettativa dell'ex pm Luigi De Magistris, ha letto al Plenum la seguente dichiarazione: «L'esigenza che esprimo è che venga disciplinata l'ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato. A mio avviso è preferibile che venga stabilito il divieto di rientrare nell'Ordine Giudiziario, e venga garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica Amministrazione, nella funzione e nel ruolo press'a poco corrispondenti a quelli di provenienza». «La Pubblica Amministrazione - ha detto ancora Mancino - recupera un patrimonio di esperienze e di professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte».
LA CANDIDATURA - «La candidatura del dott. Luigi De Magistris, ma non è non sarà la sola, pur legittima, chi può mai comprimere l'elettorato passivo? - ha detto ancora il vice presidente del Csm, Mancino - apre un dibattito (l'ennesimo) e una riflessione (vecchia)». «Una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte, non foss'altro perchè si è schierato con una forza politica, e non certo per un solo giorno- ha sottolineato - lo status di parlamentare è a termine, permane fino a quando gli elettori lo confermano. Può anche accadere che il parlamentare spontaneamente rinunci alla carica elettiva». «La questione è tutta intorno al rientro nel ruolo di magistrato. È giusto che rientri? Ho sempre sostenuto di no - ha concluso - anche se non sono mai riuscito, quando ero in Parlamento, ad avere condivisione da molti colleghi parlamentari».
18 marzo 2009
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