Un teorema "surreale e scontato". Alberto Orlandi, capo della sicurezza di Villa Belvedere a Macherio, consegna ad un amico questo sfogo dopo aver letto l'intervista rilasciata da Daniela Santanché a Libero. La Santanché afferma che la crisi del matrimonio tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario avrebbe origine da una relazione di Orlandi con la moglie del premier. Ieri il bodyguard si è allenato in vista di una gara di paracadutismo, sport che pratica da una decina d'anni. Alto, viso abbronzato segnato da un velo di barba, una montagna di muscoli sempre strizzati nella divisa d'ordinanza: abito blu o grigio e cravatta. Perfetto cliché della security berlusconiana. Orlandi è una delle colonne portanti della complessa e robusta architettura degli uomini-ombra al servizio della famiglia del presidente del Consiglio. Per sette anni sarebbe stato l'autista personale del premier, informazione che però non vuole confermare.
Orlandi approda al gruppo Fininvest-Publitalia alla fine degli anni '90. Siccome è un tipo tosto, sveglio e riservato, dopo una prima esperienza come autista viene assegnato a uno degli incarichi più delicati sebbene mediaticamente meno esposti: proteggere Veronica Lario e i suoi tre figli, Barbara, Eleonora e Luigino. Per qualcuno molto vicino alla famiglia Berlusconi, Orlandi è "il gigante buono". Per altri è semplicemente uno che sa farsi rispettare con stile, che sa tenere lontani i "curiosi" senza ricorrere ai modi ruvidi di certi colleghi. Su una cosa, poi, nell'ambiente delle scorte, si conviene: Alberto è uno che più sta nell'ombra e più è contento. E' così da quando lavorava per una società privata. Si può partire anche da qui, volendo, per immaginare il disagio e il fastidio di Orlandi nelle ultime ore, quando gradualmente - prima ItaliaOggi ripreso da Dagospia, poi Libero con un titolo in prima pagina - il suo nome è stato accostato a distanza molto ravvicinata a quello di Veronica Lario. Chi lo ha incontrato riferisce di un uomo non solo irritato, ma anche spaesato di fronte a una storia "sconvolgente", "pesantissima" che lo vede frullato in una centrifuga i cui motori, nelle ultime ore, sono stati azionati a pieni giri. E che, si capisce, è destinata, almeno finché non sarà smontata, a essere foriera di fastidi anche sul piano professionale.
"Per ora non parlo", taglia corto Alberto. Sin qui, rispettando il suo silenzio, si può solo ipotizzare che il bodyguard stia riflettendo sulla linea da adottare per replicare alle rivelazioni con le quali Daniela Santanché, attraverso Libero, lo ha definito il "compagno di Veronica Lario", l'uomo con il quale l'ormai ex moglie di Berlusconi "condivide progetti, interessi e vacanze". Insomma: la causa originaria, di fatto, della crisi del matrimonio tra il premier e Veronica. Lui, non Noemi. Un teorema che a Orlandi - stando allo sfogo consegnato a un amico - dev'essere sembrato non solo "surreale" ma anche "scontato". Troppo facile associare, legandoli addirittura sentimentalmente, un personaggio pubblico a colui che si occupa della sua sicurezza. Troppo per chi non ha a disposizione strumenti mediatici per levarsi di dosso la scomoda etichetta di "compagno" di una donna sposata, e che però, nelle prossime ore, potrebbe passare al contrattacco.
(1 giugno 2009)
Nessun commento:
Posta un commento