di Marco Travaglio
Caro Massimo Fini, ho letto il tuo pezzo dell’altroieri su “Santoro, Vespa e il sistema” e la tua rubrica qui sopra con la curiosità che richiedono sempre i tuoi articoli, che riescono sempre a spiazzare e a sorprendere. Dico subito che sono d’accordo con te sull’analisi del regime (s)partitocratico che considera
Ma dove dissento totalmente da te è a proposito di Michele Santoro. Parlo di lui in evidente conflitto non tanto d’interessi, quanto di amicizia: Michele è un mio amico, uno dei più cari e preziosi. Naturalmente sbaglia anche lui, come tutti: per esempio, fece la vaccata di candidarsi al Parlamento europeo quando fu cacciato dall’editto bulgaro. Non perché non potesse farlo, ma perché ha regalato la sua faccia pulita ai Ds che non hanno mosso un dito per difenderlo. Forse, come scrivi tu, Santoro non è “una vittima di regime”. Ma sicuramente lo è stato. E due volte: nel 1996 fu cacciato dalla Rai veltroniana e fu costretto a emigrare a Mediaset (quando il Cavaliere era all’opposizione e pareva destinato a uscire dalla politica); nel 2002 fu epurato dalla Rai berlusconiana (e non trovò un altro posto, per la semplice ragione che nel paese del monopolio un altro posto non c’è). Se Santoro fosse “inamovibile da decenni” e addirittura “un prodotto del sistema”, non l’avrebbero allontanato due volte e, per riportarlo in video, non sarebbe occorsa una sentenza del Tribunale del lavoro di Roma. Il paragone con Vespa non regge, perché Vespa piace da matti a tutti i partiti, di destra e di sinistra, infatti è sempre lì: anzi, il centrosinistra ebbe la splendida pensata di regalargli ben quattro serate a settimana. Non è vero nemmeno che “non c’è reale concorrenza fra conduttori”: quando Santoro era a Mediaset o era disoccupato, altri conduttori furono messi alla prova al suo posto, ma nessuno riuscì a cavare un ragno dal buco. Tant’è che tutt’oggi Annozero è il programma di approfondimento di gran lunga più visto dell’intera tv italiana. Per “sapere se Vespa e Santoro sono davvero così bravi” basta vedere i dati Auditel, discutibilissimi, ma fino a un certo punto (altrimenti gli investitori pubblicitari non vi regolerebbero il prezzo dei loro spot): Vespa è in caduta libera, mentre Santoro e l’altro programma libero, Report di Milena Gabanelli, sono in costante ascesa. So bene, caro Massimo, che gli anarchici come te, mai intruppati né a destra né a sinistra, portabandiera di culture minoritarie e non rappresentate in Parlamento, non hanno mai avuto voce nella tv dei partiti. Ho raccontato io, in un libro, l’incredibile caso di censura che tu dovesti subire qualche anno fa col programma “Cyrano”. Ma se le culture minoritarie hanno potuto parlare in tv in questi anni, lo si deve anche e soprattutto a Santoro, che con Samarcanda diede voce a movimenti ghettizzati (quando lo erano) come
Io, caro Massimo, sono felice e orgoglioso di collaborare con Santoro e la sua squadra, esattamente come lo sono di scrivere sul Fatto insieme a te.
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