lunedì 5 ottobre 2009

Effetto neutro sull'anti-Stato

5 Ottobre 2009

Domani, 6 ottobre, la Consulta si pronuncerà sulla costituzionalità del Lodo Alfano. Non importa quale sarà l’esito poiché è già grave il fatto che sia impegnata la Corte per questo pronunciamento. Questo, di per sé, deve già metterci in allarme.

Solo il fatto che si discuta se considerare quattro cittadini più uguali degli altri di fronte alla legge, testimonia che c’è già, nei fatti, la violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Il gesto del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, uno dei quattro destinatari del lodo, il quale ha deciso di non servirsene, tornando ad essere uguale agli altri cittadini, significa che questo lodo odora di immoralità.

Mi auguro che un organo come la Corte Costituzionale non scriva una brutta pagina nella sua storia sessantennale, avallando una norma già respinta nel 2003, quando portava il nome di Schifani. Gli interessi di un corruttore, che vuole scampare al peggio, non valgono una briciola della reputazione della Corte.

Se il lodo sarà etichettato come “costituzionale”, il Paese scenderà in piazza per il referendum per il quale l’Italia dei Valori ha raccolto oltre un milione di firme e che, quindi, si farà.

Se il lodo sarà respinto l’anti-Stato, ossia il governo Berlusconi, rimarrà comunque dov’è, lo ha già dichiarato. Il Governo modificherà virgole e cavilli dell’attuale legge, finché non verrà accettata.

L’effetto immediato, dunque, sarà lo stesso in un caso o nell’altro: tutto rimarrà immutato perché quello che state vivendo, cari italiani, è un ‘golpe moderno’ e ci siete dentro senza nemmeno accorgervene. Da domani non tornerà la democrazia, la libertà di manifestare, di parola e di espressione, né Silvio Berlusconi se ne andrà dal comando, perché il Parlamento ed altre lobby ora hanno bisogno delle sue leggi porcata, visti gli interessi bipartisan. Se così non fosse, si sarebbero già liberati di Berlusconi con il voto del 2 ottobre sull’amnistia fiscale, invece di salvarlo con 32 “desaparecidos” dell’opposizione filogovernativa i cui nomi riporto di seguito, compreso uno dell’Italia dei Valori:

24 Pd: Argentin, Binetti, Bucchino, Capodicasa, Carra, Codurelli, D'Antoni, Esposito, Farina, Fioroni, Gaione, Ginefra, Giovanelli, Grassi, La Forgia, Lanzillotta, Madia, Mastromauro, Melandri, Misiani, Pistelli, Pompili, Porta, Portas.

7 Udc: Bosi, Ciccanti, Drago, Libè, Pisacane, Ruggeri, Volontà.

1 Idv: Misiti.

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