domenica 4 ottobre 2009

Fmi scettico sullo scudo fiscale. "Va adottato solo per disperazione"


"I problemi dell'Italia vanno ben oltre questa recessione" e dipendono dal "basso potenziale di crescita" dell'economia, ribadisce Ajai Chopra, vicedirettore del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, che stamane a Istanbul ha presentato il "Rapporto regionale sull'Europa". Proprio perché si tratta di problemi antichi, con radici profonde, per risolverli servono riforme strutturali, e non certo interventi come quello dello scudo fiscale: misure di questo tipo, ha affermato il direttore per l'Europa del Fondo Monetario Internazionale Marek Belka, rispondendo alla domanda di un giornalista, vanno adottate "soltanto in casi eccezionali" e "per disperazione", tenendo conto che maggiore è la loro frequenza, minore è la loro efficacia.

"L'Fmi - ha detto l'ex capo del governo e ministro delle Finanze polacco nel corso della conferenza stampa tenuta per presentare il Rapporto sull'Europa - non ha una specifica opinione al riguardo. Quello che penso io, come ex politico ed ex regolatore, è che più questi interventi sono frequenti meno sono efficaci. Se uno ricorre a queste misure, lo deve fare soltanto in circostanze eccezionali. In questo caso possono, anzi devono, riportare fiducia, altrimenti resto scettico. Le amnistie fiscali vanno adottate soltanto per disperazione".

Il Fondo Monetario Internazionale nei giorni scorsi ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita del Pil per il 2010 per l'Italia, con una crescita positiva dello 0,2% dopo il crollo del 5,1% stimato per quest'anno. Ma il problema del nostro Paese non è certo la crisi mondiale, ma, ha ricordato Chopra, "la produttività declinante dell'ultimo decennio, i redditi stagnanti mentre si è aperto ulteriormente un gap di produttività". "Bisogna agire - ha concluso Chopra - con molto più impegno per affrontare gli impedimenti strutturali alla crescita".

E del resto, ha ricordato l'economista del Fondo, in Europa la recessione economica sembra giunta alla fine, ma la ripresa si profila "lenta e fragile". In parte il recupero poggia sulla ripresa del commercio con l'estero, determinata a sua volta soprattutto dall'Asia. Ma "l'Europa non può contare solo su questo per la ripresa - ha avvertito Belka - Inoltre, il credito resta scarso, la disoccupazione sta aumentando e la crisi ha ridotto il potenziale di crescita dell'Europa".

In questo quadro l'istituzione di Washington richiama governi e istituzioni sulla necessità di adoperarsi per stabilizzare la ripresa, in particolare favorendo un pieno risanamento dei bilanci delle banche. "Fino a quando i problemi del settore bancario non saranno risulti - ha avvertito Belka - la ripresa potrebbe rivelarsi più debole del previsto".

(3 ottobre 2009)

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